Infarto: sintomi, dolore, cause e trattamenti
Si sente spesso parlare di infarto ma non sempre si sa esattamente cosa sia, in generale si indica con la parola infarto la necrosi di un determinato organo, o porzione di organo, che non riceve più un adeguato apporto di sangue, e di conseguenza ossigeno, dalla circolazione arteriosa ad esso dedicata. Nel momento in cui vi è un'alterazione del flusso in un vaso arterioso al ribasso, o non è in grado di aumentare la portata del flusso in caso di specifiche esigenze, si può manifestare un'ischemia nell'area irrorata da esso, nei casi in cui l'ischemia si protrae nel tempo per un periodo abbastanza significativo si può avere una necrosi (in pratica l'Infarto).
Un infarto può manifestarsi in diverse parti dell'organismo, nella maggior parte dei casi con questo termine ci si riferisce però all'infarto cardiaco, un evento avverso che può interessare il tessuto muscolare del miocardio (infarto del miocardio o infarto miocardico) o del cuore. Si sarà sentito parlare poi dell'infarto cerebrale, noto più comunemente come ictus ischemico. L'infarto, cardiaco e cerebrale, rappresenta una delle prime cause di morte dei paesi sviluppati. Oltre all'infarto del miocardio e quello cerebrale ci sono altre due forme abbastanza frequenti: l'infarto polmonare e l'infarto intestinale. Ogni tipo di infarto, sebbene presenti alcuni elementi comuni come ad esempio i fattori di rischio, ha sintomi e caratteristiche specifiche, in questa pagine ci concentreremo in particolar modo su una delle forme più frequenti, l'infarto miocardico.
Infarto cerebrale (Ictus)
Per quanto riguarda l'infarto cerebrale vi rimandiamo a due schede di approfondimento, una relativa ai sintomi dell'ictus e l'altra relativa alle cure e terapie riabilitative per l'ictus, di seguito invece continueremo a parlare dell'infarto miocardico.
Infarto del miocardio
L'infarto del miocardio, lo strato muscolare che forma la struttura vera e propria della parete del cuore, si verifica quando vi è una riduzione, o l'arresto completo, del flusso sanguigno nelle arterie coronariche per un periodo prolungato (solitamente per un periodo superiore ai 20 minuti) tale da provocare la morte di alcune cellule del cuore, un evento che danneggia l'organo e ne riduce le funzioni. Un infarto non causa necessariamente un arresto cardiaco, inoltre, è un evento avverso che può avvenire sia a riposo sia nel corso di uno sforzo fisico.
Nella maggior parte degli infarti, la causa scatenate è la formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va ad ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco). Alti livelli di colesterolo nel sangue e l'invecchiamento delle cellule che rivestono i vasi (endotelio) portano alla formazione di placche che ostruiscono il lume del vaso e riducono l'apporto di sangue. Di solito la trombosi (un processo patologico che consiste nella formazione di trombi all' interno dei vasi sanguigni) è in stretta relazione con le placche aterosclerotiche conseguenti all'accumulo di colesterolo e cellule, essa si sviluppa lentamente all'interno di una coronaria e può rompersi improvvisamente, in seguito alla lesione si ha un'aggregazione di piastrine con una successiva formazione di un trombo sulla placca ulcerata. In alcuni casi il trombo continua a crescere fino al punto di ostruire completamente la coronaria interrompendo completamente il flusso di sangue.
Sintomi infarto
Solitamente si sente dire che uno dei sintomi più comuni dell'infarto è un forte dolore al petto, bisogna pero fare attenzione perché ci sono delle differenze tra uomo e donna. Solitamente, negli uomini l'infarto si manifesta con dei sintomi di una certa entità, molti infartuati dicono di aver provato come un forte peso sul petto, un dolore insopportabile come potrebbe essere quello di una pugnalata al cuore. Nelle donne si ha invece spesso solo una lieve sensazione di peso, o fastidio, sul petto, un leggero dolore alla schiena, o nella zona della spalla, o della mandibola, un po' di fiato corto, sudorazione, nausea, senso di testa vuota, stanchezza (differente da quella che si potrebbe provare solitamente). Le donne, purtroppo, vista la natura dei sintomi più lievi, tendono a sottovalutare il pericolo che stanno correndo. Risulta quindi importante non sottovalutare i segnali dell'infarto e prestare particolare attenzione a stati improvvisi di stanchezza, fiato corto, sudorazione, mal di schiena, dolore al collo e ala mascella.
L'infarto del miocardio è un'esperienza abbastanza soggettiva, non tutte le persone colpite descrivono infatti la presenza degli stessi sintomi. Un episodio acuto, solitamente, può durare dai 30 ai 40 minuti, l'intensità dei sintomi può però variare notevolmente. Oltre che nelle donne, il dolore al petto può essere assente, o di lieve entità, anche nelle persone con diabete e negli anziani.
Come accennato precedentemente, i sintomi dell'infarto possono presentarsi anche in una situazione di riposo, in alcuni casi anche durante il sonno. Alcuni, erroneamente, sono portati a pensare che questo evento avverso si verifica solo durante uno sforzo ma non è così, anche un lungo periodo di stress, a causa di preoccupazioni personali o familiari, può contribuire a scatenare un infarto.
Ricordandosi che ci sono delle differenze tra uomini e donne, a causa della zone dove si formano i trombi (nella donna si formano nei rami piccoli e periferici delle arterie coronarie mentre nell'uomo nei rami principali), vediamo di riassumere in maniera generica i sintomi da non trascurare:
Dolore al petto: in alcuni casi può compare per brevi intervalli di tempo e si risolve spontaneamente prima di manifestarsi in modo più duraturo. Sopratutto negli uomini si può presentare con un fastidio toracico al centro del petto, può essere percepito come una morsa stretta intorno al torace o come un peso che schiaccia il petto . Questo sintomo potrebbe essere di lieve entità, o non presentarsi affatto, nelle donne, nelle persone con diabete e negli anziani.
Stanchezza insolita, debolezza marcata e improvvisa (astenia): sebbene la stanchezza è una condizione abbastanza comune e può essere giustificata da un determinato stile di vita o condizione lavorativa, è importante non sottovalutarla in determinate situazioni, sopratutto se si presenta in maniera improvvisa e senza un'apparente causa. Possibili campanelli d'allarme possono essere le seguenti situazioni: eccessiva stanchezza dopo attività abituali (rifacimento dei letti, passare la scopa, fare la spesa ecc.), avvertire fatica e pesantezza al petto tipiche di un fine allenamento senza però aver fatto alcun sforzo fisico, sentirsi molto più stanchi del solito dopo aver fatto l'abituale attività fisica. Un'altro campanello d'allarme può essere data dalla difficoltà ad addormentarsi nonostante ci si senta molto stanchi.
Affanno improvviso (dispnea) e/o sudorazione fredda: condizioni come l'aumento di peso, l'età avanzata e la mancanza di esercizio fisico potrebbero causa fiato corto. Altre condizioni, come ad esempio la menopausa, poterebbero dare dei disturbi come le vampate di calore e conseguenti stati di sudorazione. La sudorazione fredda può inoltre essere causata da stati emotivi come paura o ansia. I due sintomi appena citati potrebbero però essere la conseguenza di un disturbo cardiaco, vediamo in quali casi non bisogna sottovalutarli: una mancanza di respiro che migliora quando si sta in piedi e peggiora quando ci si sdraia, un affanno dopo uno sforzo che perdura e continua a peggiorare anche quando si smette l'azione che lo ha provocato, sudorazione e/o fiato corto accompagnati da dolore al petto e/o stanchezza, improvvisa comparsa di sudorazione e/o fiato corto in assenza di condizioni di sforzo.
Dolore al collo, alla mascella o mal di schiena: in assenza di problemi muscolari o articolari, che potrebbero essere la causa scatenante del disturbo, questi sintomi potrebbero essere un campanello d'allarme per un ictus.
Nei casi in cui sono stati avvertiti alcuni di questi sintomi è opportuno effettuare una visita cardiologica al più presto, in alcuni casi tali condizioni si possono presentare anche settimane prima dell'attacco cardiaco. Bisognerebbe invece chiamare immediatamente il 118 nei casi in cui si avverte dolore o fastidio al petto in associazione a uno dei seguenti sintomi:
Fastidio o dolore in altre parti della zona superiore del corpo come le braccia (negli uomini solitamente il dolore è più comune al braccio sinistro), spalla sinistra, collo, schiena, mascella, stomaco.
Sudorazione improvvisa o sudori freddi.
Affanno improvviso o difficoltà a respirare.
Senso di svenimento, vertigini, stordimento, estrema debolezza.
Battito cardiaco accelerato (in assenza di attività fisica) superiore a 60 battiti al minuto.
Senso di costrizione, oppressione, chiusura alla gola.
Nausea o vomito.
Fattori di rischio
Per quanto riguarda i fattori di rischio del'infarto del miocardio alcuni sono modificabili mentre altri non si possono modificare. Tra quelli non modificabili troviamo l'età, come per altre patologie con l'avanzare dell'età aumenta il rischio di infarto. Un altro fattore non modificabile è il sesso, statisticamente l'infarto e l'aterosclerosi sono più comuni negli uomini rispetto alle donne (l'incidenza è più o meno uguale nel momento in cui la donna entra in menopausa). L'ultimo fattore non modificabile à la familiarità, se in famiglia ci sono stati dei casi di infarto o malattie cardiovascolari acute, e l'evento familiare si è manifestato in un'età giovane, si è più a rischio di infarto.
Vediamo ora quali sono i fattori modificabili: sovrappeso e obesità, un indice di massa corporea superiore a 25 kg/m2 incrementa il rischio di infarto, il rischio cresce anche con un' ipertensione arteriosa maggiore a 140/90mmHg, colesterolemia elevata (aumento della colesterolemia totale maggiore di 200 mg/dl in presenza di una quantità bassa di colesterolo HDL minore di 50 mg/dl), diabete, e uso di droghe quali cocaina e amfetamine.
Uno stile di vita sedentario e il fumo incrementano notevolmente l'incidenza di malattie cardiovascolari, smette di fumare e una vita attiva (con almeno 30 minuti di attività fisica al giorno) non potranno che migliorare sensibilmente la salute generale dell'organismo. Attenzione anche all'alimentazione, una dieta troppo ricca di grassi e calorie contribuisce ad incrementare il livello di colesterolo nel sangue, di conseguenza si alza la probabilità di aterosclerosi e infarto. Le persone con diabete sono più soggette ad aterosclerosi in quanto l'eccesso di glucosio nel sangue danneggia le arterie, è quindi importante prevenire il diabete di tipo 2 e le persone con diabete di tipo 1 dovrebbero seguire scrupolosamente la terapia insulinica.
Terapia e trattamenti
Se un paziente arriva tempestivamente in un ospedale attrezzato, non solo è possibile trattare nel giusto modo eventuali complicanze ma si può procedere alla rivascolarizzazione d'urgenza con ottime possibilità di ridurre considerevolmente le conseguenze dell'infarto.
Nella prima fase della terapia successiva all'infarto l'obiettivo è quello di riaprire i vasi coronarici occlusi per evitare la morte del muscolo cardiaco, prima si riesce ad intervenire minori saranno le conseguenze per il paziente. L'ideale sarebbe poter eseguire l'angioplastica entro 60-90 minuti dall'arrivo in ospedale e la terapia trombolitica entro 30 minuti dalla prima valutazione medica dell'infartuato.
Grazie all'angioplastica coronarica si ristabilizza il corretto flusso sanguigno, un trattamento che prevede l'introduzione di un catetere dotato di palloncino gonfiabile all'apice e il successivo posizionamento di una protesi a rete all'interno del vaso (stent) che contribuisce a mantenerlo aperto dopo la disostruzione. Se la struttura dove è arrivato il paziente non ha la strumentazione per effettuare l'angioplastica, si procede con un trattamento farmacologico somministrato per via endovenosa che ha lo scopo di sciogliere il trombo (terapia trombolitica).
Approfondimenti e Pubblicazioni Scientifiche relative all'Infarto
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