Ipertrofia del miocardio
L'ipertrofia in generale è l'ingrossamento di un qualsiasi tessuto del corpo, solitamente un muscolo. Se in alcuni casi si ottiene come risposta a determinate azioni volontarie, per esempio un allenamento sportivo, ci sono dei casi dove l'organismo reagisce in seguito a problemi relativi alla salute, l'ipertrofia cardiaca è uno di questi casi.
L'ipertrofia cardiaca è quindi considerata come una risposta che i ventricoli mettono in atto per adattarsi ad un aumento importante e protratto del carico di lavoro. Le cause che possono portare a un aumento del lavoro del cuore, più precisamente della sistole, possono essere le seguenti: un aumento della resistenza arteriosa sistemica, una possibile mutazione delle proteine sarcomeriche, una perdita della massa contrattile di un precedente infarto.
L'ipertrofia della massa muscolare cardiaca si manifesta quindi nelle cardiopatie ischemiche e ipertensive, nelle miocardiopatie ipertrofiche, nello scompenso cardiaco e nelle malattie valvolari. Solo in Italia sono 4 milioni le persone che soffrono di questi disturbi, un ulteriore nemico per il cuore che va ad aggiungersi al colesterolo al fumo e al diabete.
All'ultimo convegno nazionale dell'Anmco, l'associazione dei medici cardiologi ospedalieri, sono stati esposti i risultati dello studio "Heart Survey", dove è emerso che l'ipertrofia del miocardio è presente in un quinto dei pazienti che soffrono di ipertensione.
Secondo Paolo Verdecchia, coordinatore dello studio "Heart Survey", dirigente di cardiologia presso il dipartimento delle Malattie cardiovascolari all'ospedale Silvestrini di Perugia oltre che vicepresidente Anmco, in precedenza l'elettrocardiogramma (ECG), non era particolarmente utile per l'individuazione dell'ipertrofia del miocardio a causa della scarsa "sensibilità".
È stata sviluppato un nuovo metodo di valutazione, il criterio Perugia, che tiene conto dell'aspetto Ecg e dell'altezza dei picchi misurati. Secondo Verdecchia, questo metodo di valutazione consente di superare le precedenti limitazioni legate alla sensibilità che affliggevano l'ecg permettendo di avere delle diagnosi accurate in un numero elevato di pazienti ipertesi.
Il "criterio Perugia" porta numerosi vantaggi, primo fra tutti il basso costo, inoltre la semplicità e il fatto che sia un'analisi non invasiva consentono di ripeterla più volte senza controindicazioni per il paziente.
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