Infarti, inquinamento urbano e polveri sottili (PM10)
Le polveri sottili prodotte dall'inquinamento urbano costituiscono un serio pericolo per il cuore dei cittadini. I risultati di una ricerca dell'associazione dei cardiologi ospedalieri, evidenzia come lo smog, soprattutto quello legato alle particelle fini e ultrafini emesse dagli scarichi delle auto (Pm10 e Pm2,5), aumentano il rischio d'infarto. Un rischio che cresce ulteriormente nelle giornate in cui il traffico aumenta.
L'indagine è stata condotta dall'Unità di cardiologia dell'ospedale maggiore di Bologna e coordinata da Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia dell'Ospedale Maggiore, Azienda Usl di Bologna e Presidente dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO). I dati relativi allo studio sono stati presentati durante il trentasettesimo congresso dell'Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) tenutosi a Firenze dal 31 maggio al 3 giugno 2006. La ricerca ha evidenziato che senza smog ci sarebbero circa 900 morti in meno ogni anno, inoltre è emerso che nelle giornate più inquinate il rischio di infarto subisce un ulteriore incremento del cinque per cento.
La correlazione tra aumento delle concentrazioni di polveri fini e ultrafini ed aumento corrispondente di eventi cardiovascolari è ben conosciuta da decenni. Lo studio italiano non è il primo che evidenzia il pericolo dell'inquinamento urbano sulla salute dei cittadini, eppure a distanza di anni sembra non si sia fatto ancora nulla. Nei grandi centri abitati il cuore è a rischio non solo per via dell'inquinamento ma anche per il rumore, i dati erano emersi in due studi tedeschi del 2004 presentati durante la ventiseiesima edizione dell'European Society of Cardiology (Esc) tenutasi a Monaco.
Come mai in Italia si fa ancora poco contro l'inquinamento urbano ? Nella seconda parte della puntata di Report andata in onda il 4 Giugno2006, un programma di attualità di Rai 3, un'inchiesta di Michele Buono e Piero Riccardi ha cercato di far luce sul problema del PM10 e delle polveri fini. Nel 1996, l'Unione Europea attraverso una serie di direttive ha richiesto agli Stati membri di attuare una serie di strategie al fine di fronteggiare l'inquinamento. Tutti i paesi avrebbero dovuto attenersi a determinate soglie di allarme e rispettare determinate date: 31 dicembre 2003 per la presentazione dei piani e 1 gennaio 2005 per rientrare entro la soglia di allarme delle polveri sottili.
Nel servizio di Report sono state messe a confronto diverse città e come al solito l'Italia ha fatto poco o niente, inoltre anche nei centri dove ci si è dati da fare i risultati non si vedono per colpa delle aree limitrofe. Un esempio è la città di Parma dove pur avendo attuato una serie di azioni volte a limitare l'inquinamento i risultati non sono soddisfacenti. Pietro Vignali, assessore ambente e mobilità comune di Parma, durante l'intervista dice: "Noi abbiamo misurato facendo proprio un esame analitico di quant'è il contributo dell'autostrada sull'inquinamento urbano, abbiamo visto che è come un'altra città. Cioè il fatto che Parma è attraversata per 14 km dall'autostrada del Sole è come se noi avessimo un'altra città confinante con la nostra e quindi che produce lo stesso livello di polveri di una città intera, con tutto quello che si muove in una città. Allora anche qua è chiaro che non si può pensare che i sindaci vengano messi con le spalle contro il muro e soprattutto che abbiano loro la responsabilità di risolvere un problema che non compete solo a loro, perché anche la chiusura delle città, quando poi queste città sono attraversate da delle autostrade in cui passano migliaia e migliaia di macchine e di camion che scaricano tonnellate di polvere."
Un altro aspetto preoccupante emerso durante la trasmissione di Rai 3 riguarda il futuro, se in città come Londra si progettano dei grattacieli che prendono in considerazione l'inquinamento e si fa in modo che queste strutture non provochino un aumento delle polveri sottili, in città come Milano non viene posta altrettanta attenzione. Le strutture che verranno costruite nelle due città ospiteranno circa lo stesso numero di persone (15 mila), ma mentre nel grattacielo di Londra i posti auto saranno solo 45, adibiti per gli invalidi e casi di emergenza, a Milano sono previsti ben 8 mila parcheggi. Nel Regno Unito si è pensato bene di far si che la struttura forse ben servita dai servizi pubblici, nel nostro paese invece la nuova costruzione porterà a un aumento di circa 1000 macchine al giorno nel centro urbano con relativo incremento dell'inquinamento.
Tornando agli effetti dell'inquinamento sul corpo umano, c'è da evidenziare che le polveri sottili non creano dei problemi solo ai polmoni come si potrebbe pensare, queste una volta inalate raggiungono diverse aree come si vede nella foto a destra.
Di Pasquale spiega che le polveri sottili presenti nell'inquinamento atmosferico sono composte da particelle minuscole e inalabili che, arrivate ai polmoni, possono passare nel circolo sanguigno e avere un effetto diretto sul sistema cardiovascolare, andando ad esempio ad alterare la stabilità delle placche aterosclerotiche e provocando l'aumento dell'incidenza di infarto nelle ore immediatamente successive ai picchi di smog. Esistono anche effetti indiretti dell'inquinamento atmosferico, che richiedono diverse ore o giorni per verificarsi e dipendono dall'infiammazione e dallo stress ossidativo polmonare: una volta respirate le polveri sottili irritano i polmoni, che reagiscono con una risposta infiammatoria che può diventare generalizzata e indurre conseguenze come l'attivazione dei fattori della coagulazione, l'aumento della viscosità del sangue, lo squilibrio della funzione vascolare, l'incremento della vasocostrizione e l'aumento della formazione di placche aterosclerotiche. Tutto ciò provoca una maggiore probabilità della formazione di trombi e quindi un maggior rischio di infarto.
Se non si attuano immediatamente delle misure preventive, l'inquinamento inciderà sempre più sulle finanze della salute in quanto aumenteranno i costi derivanti da malattie causate dalle polveri sottili. Secondo le direttive europee, nel 2005 non si sarebbe dovuto superare il limite di 50 microgrammi per metro cubo come media annuale dei valori di PM10, tale valore dovrebbe scendere a 20 microgrammi per metro cubo entro il 2010. Purtroppo, in città come Bologna, Genova, Milano e Torino, i valori registrati sono a volte ben oltre i 50 microgrammi per metro cubo.
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