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Dopo un infarto miocardico il cuore potrebbe ripararsi

Dopo un infarto miocardico

Dopo un infarto miocardico il cuore potrebbe ripararsi da solo grazie a una particolare molecola che promuove la rigenerazione del tessuto cardiaco. Un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia), durante una sperimentazione condotta su alcuni topi, ha scoperto che un cuore colpito da infarto può auto-ripararsi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology (Modified mRNA directs the fate of heart progenitor cells and induces vascular regeneration after myocardial infarction - doi: 10 1038 / nbt 2682 - Settembre 2013).

La mancanza di apporto di sangue in una determinata area, per un certo periodo di tempo, provoca un infarto: la morte di una parte del muscolo cardiaco (miocardio). La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va ad ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco). Salvo casi particolari, dopo un infarto, tutti i pazienti possono riprendere una normale vita di relazione sociale e un'attività sportiva, ciò nonostante ogni piccolo dolore toracico, o una piccola mancanza di respiro, crea una grande preoccupazione e stati d'ansia.

Sebbene in alcuni casi l'infarto non costituisce un evento drammatico e il cardiopatico, se segue le indicazioni del medico, ha le stesse probabilità di vita del resto della popolazione, in determinate situazioni la prognosi di sopravvivenza dopo l'infarto potrebbe essere diversa. Quando l'infarto interessa il ventricolo sinistro, che è quello che ricopre il ruolo più importante nella funzione di pompa, la patologia lascia dei segni più profondi. Grazie alla scoperta fatta dai ricercatori svedesi anche i casi più gravi potrebbero però non essere più così preoccupanti. Basterebbe una sola iniezione di una particolare molecola per produrre la giusta quantità del fattore di crescita dell'endotelio vascolare (Vegf-a) innescando un processo di autoriparazione (il tessuto danneggiato si rigenera grazie alle cellule staminali cardiache).

Lior Zangi, primo autore dello studio, spiega che i dati di questo studio evidenziano come sia possibile rigenerare parti del cuore sfruttando le cellule già presenti nel cuore senza dover "iniettare" cellule staminali nuove. Per promuovere la rigenerazione del tessuto cardiaca gli scienziati hanno iniettare direttamente nelle cellule muscolari del cuore una particolare sequenza genetica (mRna) che codifica la proteina Vegf-a.

La sperimentazione condotta sui topi ha mostrato che è sufficiente una singola somministrazione di mRna sintetico per ottenere un miglioramento rilevante nel giro di 48 ore. Per il momento la ricerca proseguirà su modelli murini ma in futuro si potrebbe sperare in nell'applicazione sull'uomo.


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