Infarto, più rischi nelle città trafficate
Vivere in una città trafficata non ci espone solo all'inquinamento atmosferico ma anche a quello acustico, un elemento che può aumentare il rischio di infarto. Un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia), mette ancora una volta in relazione i rumori "fastidiosi" con il rischio di infarto. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Epidemiology (Febbraio, 2009).
La conclusione dei ricercatori è frutto di un'indagine, coordinata da Goran Pershagen, che ha comparato i dati di 1.571 persone residenti a Stoccolma, colpite da un attacco cardiaco tra il 1992 e il 1994, con un gruppo di controllo. Complessivamente sono stati coinvolti 3.666 soggetti, 1.571 infartuati (338 dei quali deceduti a causa della patologia) e 2.095 sani.
Per condurre lo studio sono state raccolte numerose informazioni, alcune tramite questionari e interviste altre attraverso delle misurazioni ambientali. Per prima cosa i ricercatori hanno identificato tutti gli indirizzi delle abitazioni dei soggetti e hanno misurato il rumore del traffico della zona, successivamente hanno eliminato quelle persone che potevano aver subito un infarto per altre cause non legate al rumore del traffico. Dal campione sono stati esclusi anche quei soggetti che presentavano problemi di udito o che, per esempio per motivi lavorativi, erano esposti ad altre fonti di rumori elevati.
In base ai dati raccolti, è emerso che le persone esposte ad un traffico stradale con un rumore superiore ai 50 decibel hanno un 40 per cento di probabilità in più di subire un attacco cardiaco rispetto alle persone che vivono in zone più silenziose. Ma a cosa corrispondono 50 decibel? Partiamo col dire che la misurazione del rumore non sfrutta una scala lineare ma logaritmica, l'unità di riferimento è il decibel (dB) dove 0 dB è la soglia dell'udibile e 140 dB la soglia del dolore. Nella scala dei decibel, non essendo lineare, non si possono sommare i livelli sonori in modo aritmetico ma occorre ricorrere ai logaritmi; in particolare si ha che il livello sonoro complessivo, prodotto da due sorgenti con livelli sonori uguali, è di soli 3 dB superiore ad uno dei livelli sonori componenti. Per valutare i 50 dB citati nello studio possiamo fare un confronto con dei rumori noti: il fruscio delle foglie equivale all'incirca a 10 dB, un aspirapolvere in funzione in una stanza produce circa a 70 dB, ecc..
Anche se non è la prima volta che si evidenzia che gli ambienti rumorosi fanno male al cuore, o che i rumori nel sonno danneggiano la salute, secondo Pershangen serviranno ulteriori studi per stabilire una precisa correlazione tra il rumore del traffico stradale e il rischio di subire attacchi cardiaci.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca