Le bevande dolci aumentano il rischio di infarto
Un eccessivo consumo di carboidrati, in particolar modo di bevande dolci (aranciata, coca cola, succhi di frutta, ecc.), in età pediatrica aumenta il rischio di malattie cardiache da adulti. Questa è la conclusione di uno studio coordinato da Bamini Gopinath dell'Istituto di ricerca medica dell'Università di Sydney. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine dell'American Journal of Clinical Nutrition (AJCN Online - Carbohydrate nutrition is associated with changes in the retinal vascular structure and branching pattern in children - Marzo 2012).
Gli studiosi, analizzando i dati di 2353 bambini con un'età di 12 anni, hanno rilevato che i piccoli che bevevano una o più bevande dolcificate al giorno (bevande catalogate come soft drinks: aranciata, coca cola, succhi di frutta, ecc.) presentavano delle arterie più sottili dietro gli occhi, un fattore associato ad un rischio accresciuto di malattie cardiache e di pressione alta.
Bamini Gopinath evidenzia che per la prima volta si è scoperto che vi è una relazione tra bevande zuccherate e vasi sanguigni retinali più sottili, questo non comporta però degli effetti sulla vista. L'esperto spiga che i dati dimostrano ancora una volta che un eccessivo consumo di bevande dolci non fanno bene ai bambini e neanche agli adulti. Tutti i bambini coinvolti nello studio verranno poi riesaminati al compimento del 17esimo anno per valutare l'evoluzione dell'arteria della retina e le condizioni di salute generali.
Questo non è il primo studio, e non sarà neanche l'ultimo, che mette in relazione le bevande gasate con un maggior rischio di infarto. Il mese scorso sulle pagine della rivista scientifica Circulation sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta presso la Harvard public health school. Lo studio, coordinato da Lawrence de Koning, ha evidenziato che gli uomini che bevono almeno una bevanda zuccherata al giorno, rispetto a chi ne fa un uso sporadico, hanno un rischio di infarto superiore del 20 per cento. Il rischio sale addirittura del 42 per cento in quelle persone che ne bevono almeno due al giorno e sfiora il 70 per cento in quelle che superano le tre bibite al giorno.
Il legame tra bibite zuccherate e rischio di infarto non è però visto di buon occhio da tutti, secondo Assobibe (associazione dei produttori italiani di bevande analcoliche) il consumo di soft drink non fa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Assobibe fa notare che gli stessi autori dello studio hanno peraltro messo in luce il fatto che nel corso dell'analisi non è stato possibile tenere conto di alcuni fattori di rischio importanti, in primis lo stress, identificato dalla U.S. National Heart Lung and Blood Institute come fattore di rischio principale per le malattie cardiovascolari.
Le perplessità sollevate da Assobibe potrebbero anche essere condivisibili in parte, per avere una relazione diretta tra consumo di bevande zuccherate e rischio di infarto serviranno ulteriori studi. Nessuno può però negare la relazione tra bevande zuccherate e sovrappeso. In una lattina di coca cola, per esempio, ci sono ben 35g di zucchero, il quantitativo giornaliero consigliato per un uomo adulto è di 40g al giorno, se quindi si beve una lattina di coca cola e la mattina si fa colazione si è già superato il quantitativo di zucchero, immaginiamo quanto se ne assume se si prende anche un caffè dopo i pasti, magari si mangia un dolce e non ci si limita ad una sola lattina quotidiana. Già due lattine fanno superare di molto il limite giornaliero e, nelle persone che bevono abitualmente bevande zuccherate tutti i giorni, è facile rischiare il sovrappeso con tutte le sue conseguenze come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ecc..
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