Simposio sull'insufficienza mitralica funzionale
Il 23 e 24 Giugno (2006), a Roma si terrà il 1° simposio sull'insufficienza mitralica funzionale. Durante l'evento si incontreranno numerosi esperti per discutere sul presente e sulle cure futuro di questa patologia che ogni anno colpisce numerose persone.
Nato dalla collaborazione tra l'Ospedale S. Camillo di Roma e NYU School of Medicine di New York, il 1° Simposio sull'insufficienza mitralica funzionale, diretto dal Prof. F. Musumeci (Ospedale S. Camillo, Roma) e dal Prof. A.C. Galloway (NYU School of Medicine, New York) vedrà la partecipazione di esperti di fama mondiale provenienti dalle più prestigiose istituzioni scientifiche statunitensi ed europee.
Dopo un infarto miocardico - patologia che rappresenta una delle più comuni cause di morte nel mondo occidentale- fino al 50% dei soggetti presentano un'insufficienza mitralica funzionale. In circa il 15-20% dei pazienti colpiti da infarto l'insufficienza mitralica non si risolve spontaneamente; in questo caso comporta un rischio di morte a distanza circa doppio rispetto a chi non presenta tale disfunzione. L'importanza di adeguate soluzioni terapeutiche per questa categoria di cardiopatici è facilmente intuibile.
L'insufficienza mitralica funzionale ha rappresentato per molto tempo un "nodo gordiano" nello studio delle malattie del cuore: la comprensione dei meccanismi che provocano la disfunzione di questa valvola in assenza di alterazioni intrinseche della sua struttura è risultata per molto tempo sfuggente ed enigmatica portando alla formulazione di ipotesi spesso imprecise e incomplete. Solo in tempi più recenti grazie ai progressi nello studio ecocardiografico del cuore, all'affiatata convergenza di differenti professionalità (cardiologi, cardiochirurghi, ecocardiografisti, anatomo-patologi, bioingegneri ecc) e all'impiego delle nuove tecnologie quali le ricostruzioni tridimensionali computerizzate si è arrivati ad una migliore definizione del problema aprendo così la via a nuove soluzioni terapeutiche.
La soluzione "dell'antico dilemma" è sicuramente motivo di notevole soddisfazione intellettuale tra gli addetti ai lavori ma comporta altresì, soprattutto nei suoi risvolti terapeutici, importanti ricadute pratiche nel migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita di un gran numero di cardiopatici.
La correzione chirurgica dell'insufficienza mitralica funzionale sembra rivestire notevole importanza anche in soggetti affetti da gravi cardiopatie dilatative, malattie del cuore per le quali il trapianto cardiaco rappresenta al momento l'unica possibilità terapeutica. I più recenti orientamenti sembrerebbero infatti indicare come una adeguata correzione della disfunzione valvolare potrebbe ritardare o anche evitare il ricorso al trapianto. I benefici di questa alternativa sono facilmente immaginabili: una migliore prospettiva di vita rispetto alla condizione del trapiantato e, considerata la cronica scarsità di organi, una loro maggiore disponibilità per i numerosi pazienti che non possono beneficiare di soluzioni alternative.
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