Perdere peso, tessuto adiposo bruno per bruciare i grassi
Grazie ad una riserva di cellule staminali del tessuto adiposo bruno, situata alla base del collo in quantitativi diversi a seconda degli individui, si potrebbero mettere a punto nuove terapie per perdere peso. La scoperta è frutto di uno studio coordinato da Saverio Cinti, docente di Anatomia Umana presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Politecnica delle Marche. I risultati della ricerca sono stati presentati in anteprima al congresso europeo sull'obesità ad Amsterdam e pubblicati sulla rivista della Federazione delle società americane di biologia sperimentale (Faseb Journal, Maggio 2009).
Il prof. Saverio Cinti spiega che grazie a questa scoperta sarà possibile coltivare cellule staminali per produrre delle riserve di tessuto adiposo bruno da trapiantare per curare l'obesità grave e il diabete. Ogni persona, anche se in quantità diverse, ha una riserva di cellule che possono rigenerare il tessuto brucia-grassi. Secondo l'esperto, grazie al tessuto adiposo bruno, è anche possibile controllare i chili di troppo con il freddo, oltre che con la dieta e l'esercizio fisico. Il freddo stimola il grasso bruno ed è sufficiente mantenere la temperatura a 18 gradi per aumentarne la funzionalità.
Il tessuto adiposo può essere di due tipi: il tessuto adiposo bianco, che ha prevalentemente il compito di produrre energia utilizzabile per le varie attività dell'organismo, e il tessuto adiposo bruno che, invece, produce energia non utilizzabile dispersa sotto forma di calore. In alcuni animali, in particolare nei roditori e in quelli che vanno in letargo, la percentuale di tessuto adiposo bruno è molto elevata. Nell'uomo, invece, il tessuto adiposo bruno è abbastanza rilevante alla nascita ma poi tende a diminuire con l'età in quanto viene sostituito da quello bianco. A differenza di quanto si potesse pensare fino ad ora, lo studio condotto presso l'Università Politecnica delle Marche ha concluso che in certi individui il tessuto adiposo bruno è abbastanza rilevante anche da adulti.
La riserva di tessuto adiposo bruno negli adulti è stata scoperta grazie a delle biopsie condotte su 35 pazienti operati alla tiroide. In un paziente sue tre è stata rilevata la presenza dell'UCP1, una proteina detta disaccoppiante caratteristica del tessuto adiposo bruno, che è in grado di dissipare in calore l'energia libera ottenuta dall'ossidazione degli acidi grassi presenti nell'organismo. I ricercatori hanno constatato che la quantità era maggiore nelle persone giovani e magre. Secondo gli esperti, le persone con qualche chilo di troppo hanno fin da giovani una maggior quantità di cellule adipose bianche responsabili dell'accumulo di grasso. L'ipotesi di una possibile presenza di quantitativi rilevanti di tessuto adiposo bruno anche negli adulti era già stata formulata in passato, fino ad oggi però non se n'erano mai avute le prove.
In linea teorica, la stimolazione di particolari cellule staminali potrebbe facilitare la crescita di tessuto adiposo bruno che, una volta innestato, aiuterebbe il nostro organismo a perdere peso. Secondo alcuni calcoli fatti dagli esperti, 50-100 grammi di tessuto adiposo bruno sarebbero sufficienti per perdere quasi 5 kg in un anno.
Il prof. Saverio Cinti è un esperto già noto per alcuni studi condotti sul tessuto adiposo bruno. Qualche mese fa (Novembre 2008) è stato insignito della medaglia Blaise Pascal 2008 per aver scoperto il meccanismo grazie al quale le cellule del tessuto adiposo bianco possono trasformarsi in cellule del tessuto adiposo bruno. Cinti ha conseguito il premio per i suoi ultradecennali studi sul tessuto adiposo che lo hanno portato a definire nuovi concetti di fisiopatologia di obesità e diabete.
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