Calcolo della pensione? attento alla salute del cervello
Quando si inizia a pensare a quanti mesi ci mancano per pensionarci e si fa il calcolo della pensione sarebbe opportuno trovare una nuova occupazione per tenere il cervello in allenamento. Le persone che lavorano fino a tarda età hanno una minore probabilità di contrarre delle malattie neurodegenerative come ad esempio il morbo di Alzheimer. Non è detto che ci sia bisogno di rimandare l'età pensionabile, basta trovare una nuova attività che tenga il nostro cervello in allenamento.
Che il cervello andrebbe tenuto in allenamento anche dopo la pensione è un fato risaputo, una nuova conferma arriva da una ricerca condotta presso l'istituto di psichiatrica del King's college di Londra. I dati dello studio sono stati pubblicati sull'International Journal of Geriatric Psychiatry (Maggio 2009).
Le conclusioni dei ricercatori sono frutto di uno studio che ha coinvolto 1320 pazienti, di cui 382 uomini, affetti da demenza senile. Stando a quanto osservato, le persone che svolgevano attività che impegnavano il cervello anche dopo la pensione, o che hanno prolungato il proprio periodo lavorativo, hanno ritardato proporzionalmente la comparsa dei primi sintomi della demenza.
Dall'analisi dei ricercatori è emerso che, rispetto alla media, ogni anno di lavoro in più ritarda di quasi due mesi (per l'esattezza sei settimane) la comparsa dei primi sintomi di demenza senile (o morbo di Alzheimer). Gi esperti spiegano che il merito è degli stimoli, che il cervello continua a ricevere nell'ambiente lavorativo o da altre attività, che contribuiscono ad allungare la vita delle cellule cerebrali.
Il morbo di Alzheimer è un processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale. I ricercatori britannici evidenziano che una vita attiva è molto importante per la salute in generale ma non solo, essa contribuisce a ridurre il rischio di demenza in quanto preserva la riserva cognitiva.
Studi precedenti avevano evidenziato che le persone con una buona riserva cognitiva sembrano sviluppare i sintomi della demenza più tardi, questo perché la riserva cognitiva fa sì che la neuropatologia debba essere maggiore per poter produrre i sintomi stessi. Alla luce di questo studio, e dei nuovi dati raccolti dai ricercatori inglesi, risulta di fondamentale importanza allenare il proprio cervello in particolar modo se la riserva cognitiva è limitata già di partenza.
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