Alzheimer, a 100 anni dalla scoperta un malato ogni 7 secondi
Il 4 novembre del 1906 per la prima volta si delinearono i sintomi di una patologia fino ad allora non considerata, il morbo di Alzheimer. Cento anni fa il neuropatologo tedesco Alois Alzheimer (1863-1915) durante la Convenzione psichiatrica di Tubingen, presentò il caso di una donna (Frau Auguste) di 51anni affetta da una sconosciuta forma di demenza. Non fu però in quell'occasione che la malattia ricevette il nome con la quale oggi è nota in tutto il mondo, bisognerà infatti aspettare il 1910 quando Emil Kraepelin, uno dei più famosi psichiatra di lingua tedesca dell'epoca, in una ripubblicazione del suo trattato "Psichiatria" definiva una nuova forma di demenza scoperta da Alzheimer, chiamandola appunto malattia di Alzheimer.
Dopo un secolo dalla sua scoperta, la patologia ha raggiunto dimensioni epidemiche allarmanti, una situazione legata soprattutto all'innalzarsi della vita media delle persone. Nel mese di dicembre del 2005 sulle pagine del Lancet, una tra le prime cinque riviste mediche del mondo, è stato pubblicato uno studio dell'Alzheimer's Disease International (Adi) che ha analizzato l'impatto del morbo di Alzheimer nel mondo e i possibili sviluppi di questo tipo di demenza nei prossimi anni.
La ricerca, da un'analisi dei pazienti di 75 Paesi del mondo, ha fatto emergere dei dati di proporzioni considerevoli. Nell'intero pianeta le persone colpite dall'Alzheimer sono 24,3 milioni (mezzo milione solo in Italia), un numero destinato presto a crescere se si considera che ogni anno i nuovi casi sono 4,6 milioni, praticamente si diagnostica un nuovo caso ogni 7 secondi. Si stima che nel 2020 i malati saranno 42,3 milioni e nel 2040 saranno ben 81,1 milioni, un dato che confrontato con il 2001 significherebbe un incremento del 234 per cento.
In occasione del centenario, l'Adi ha pianificato una serie di manifestazioni a livello internazionale: il 16 settembre (2006) si terrà un concerto benefico alla Scala, il 21 settembre si svolgerà l'ottava Giornata Mondiale dell'Alzheimer, data in cui è previsto anche l'arrivo in vetta al Kilimangiaro da parte di una spedizione composta da 10 alpinisti di altrettanti Paesi, a significare la lotta continua e quotidiana, contro la malattia, che è appunto ''come scalare il Kilimangiaro''. E' inoltre previsto un concorso fotografico diviso in due categorie, professionisti e dilettanti, cui è richiesto di ritrarre della demenza l'aspetto più positivo e umano e i cui vincitori saranno premiati a Berlino il prossimo ottobre durante il convegno ADI; infine, un Premio Giornalistico che premierà i lavori pubblicati nel corso del 2006 che hanno meglio informato i lettori sulla demenza e sulle sue conseguenze. (per maggiori informazioni visitate www.alz.co.uk).
Gabriella Salvini Porro, presidente di Alzheimer Italia, spiega che il concerto che si terrà in Italia presso la Scala rappresenterà un appuntamento molto importante che va al di la delle offerte in denaro che verranno raccolte durante la manifestazione, l'aspetto più importante è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica e il governo affinché nel nostro Paese s'inizi un progressivo un miglioramento dei servizi per i malati colpiti da questa patologia.
L'Alzheimer è una malattia molto costosa e in Italia non si ha ancora il giusto appoggio da parte dello stato, non bisogna focalizzare l'attenzione soltanto sulla patologia, bisogna considerare il problema a 360 gradi pensando anche alla qualità della vita dei pazienti e delle famiglie che si trovano a lottare quotidianamente con questo male. Gabriella Salvini Porro evidenzia come un importante aiuto possa essere dato dai media, un mezzo indispensabile per sensibilizzare l'opinione pubblica e abbattere i pregiudizi che tuttora circondano l'Alzheimer.
Osservando alcuni dati dei paesi anglosassoni si nota come il costo dell'Alzheimer è addirittura maggiore di altre malattie come il cancro, gli ictus e quelle cardiache. Alla luce di questi dati, nel nostro paese i fondi stanziati per le varie malattie sono sbilanciati, basti pensare che per la ricerca sull'Alzheimer si spende il 10 per cento di quanto si spende perle malattie cardiache e il 3 per cento della spesa per il cancro.
Tornando ai dati raccolti dallo studio condotto dall'Adi, si può avere una visione globale della distribuzione dei malati di Alzheimer nelle cinque aree geografiche in cui l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) divide convenzionalmente il pianeta. In testa alla classifica delle zone più colpite ci sono la Cina (5 milioni di malati), l'Unione Europea (5), gli Usa (2,9), l'India (1,5), il Giappone (1,1), la Russia (1,1) e l'Indonesia (circa un milione di casi). Il 60 per cento delle persone con demenza vive nei Paesi in via di sviluppo, una percentuale destinata ad aumentare fino al 71 per cento nel 2040. Nei Paesi industrializzati si stima un incremento del 100 per cento entro il 2040, percentuale che si attesterà invece intorno al 200 per cento in paesi come India, Cina e Paesi limitrofi del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale.
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