Nuovo farmaco contro l'Alzheimer
Un nuovo farmaco, sperimentato per il momento su alcuni topolini, sembra avere degli effetti positivi nella cura del morbo di Alzheimer. la terapia è il frutto di una sperimentazione condotta dai ricercatori dell'Università della California di Irvine e dell'Istituto israeliano di Ricerche biologiche, nello staff che sta portando avanti il progetto sono presenti anche due italiani, Antonella Cacciamo e Salvatore Oddo.
I ricercatori hanno prima modificato geneticamente alcuni topolini in modo da sviluppare naturalmente una versione murina del morbo di Alzheimer, successivamente hanno realizzato un composto chiamato AF267B.
I risultati della prima fase dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Neuron. Secondo i dati ottenuti fino ad ora, il composto AF267B è in grado di rallentare la perdita delle capacità cognitive in due aree del cervello colpite dal morbo di Alzheimer, nell'ippocampo, sede della memoria e nella corteccia. Gli effetti positivi della terapia non finiscono qui in quanto si stimola nei neuroni anche la produzione dell'enzima alfa-secretasi che inibisce la produzione dei peptidi beta-amiloidi, evitando un accumulo di placche all'esterno delle cellule nervose responsabili della degenerazione dei neuroni.
Attualmente il farmaco AF267B è sottoposto a studi clinici per verificarne la sicurezza e non tossicità. Anche se sul modello animale si sono ottenuti dei buoni risultati, bisognerà attendere una conferma dell'efficacia anche sull'uomo, in caso positivo si avrà a disposizione un nuovo farmaco che rappresenterà un passo avanti nella lotta contro il morbo di Alzheimer. Il composto è anche in grado di superare la barriera ematoencefalica, proprietà che consentirà una somministrazione agevole per via orale o parentale.
Cosa è la sindrome di Alzheimer ?
La sindrome di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che distrugge progressivamente la memoria della persona e la sua capacità di ragionare, comunicare e compiere attività quotidiane. Con il progredire della malattia i pazienti potrebbero manifestare cambiamenti della personalità e comportamentali causati da ansia, paranoia, agitazione e allucinazioni.
Anche se non esiste ancora alcuna cura per l'Alzheimer, l'aumento della ricerca sulla malattia apre buone prospettive in tal senso. La ricerca ha anche mostrato che la cura e il supporto effettivo possono migliorare la qualità della vita dei pazienti e di chi si occupa di loro, a partire dalla diagnosi fino alla fase più acuta della malattia.
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