Il sedere, di donna o di uomo, cresce se si sta troppo seduti
Per avere un sedere perfetto non bastano gli esercizi, bisogna stare attenti anche a quanto tempo si rimane seduti. Il sedere è un elemento di attrazione per tutti i sessi: se è quasi scontato che per un uomo il sedere della donna sia ai primi posti tra gli elementi attrattivi, è altrettanto vero che il lato B attrae anche molte donne. Il sedere dell'uomo è al secondo posto, dopo le spalle, nella classifica delle cose che attraggono di più il gentil sesso. Secondo quanto scoperto da un gruppo di ricercatori israeliani della Tel Aviv University, il tempo che si rimane seduti potrebbe incidere sulle dimensioni del sedere. I risultati dello studio sono stati pubblicati sull'American Journal of Physiology (Dicembre 2011).
In alcune tribù africane l'accumulo di grasso nel sedere è visto come un simbolo di bellezza, al contrario nel nostro paese le donne temono l'accumulo di grasso sul sedere e sui fianchi. Secondo lo studio condotto dai ricercatori israeliani, l'esercizio fisico per modellare il lato b potrebbe essere vanificato se si rimane troppo tempo seduti. Gli studiosi hanno scoperto che la pressione esercitata sulle aree del corpo usate per stare seduti, o sdraiati, produce fino al 50 per cento di grasso in eccesso, localizzato nelle stesse zone. Questo accade perché un particolare tipo di cellule, i preadipociti, si trasformano più facilmente in adipociti (cellule di grasso) quando sono sottoposti a lunghi periodi di carichi meccanici come nel caso del peso esercitato sul sedere quando si è seduti o sdraiati.
Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno esaminato il fenomeno in vitro, in questa fase hanno notato che le cellule sottoposta a pressioni meccaniche producevano un numero maggiore di lobuli di grasso rispetto al gruppo di controllo non sottoposto ad alcuna pressione.
L'effetto della pressione sui preadipociti è stata esaminata anche in alcuni pazienti paralizzati da lesioni del midollo spinale. Attraverso la risonanza magnetica gli studiosi hanno esaminato i muscoli dei pazienti obbligati a rimanere fermi in una posizione scoprendo che il carico meccanico dovuto all'immobilità spingeva il tessuto adiposo ad espandersi, di conseguenza le cellule di grasso invadevano i muscoli principali del corpo.
Amit Gefen, coordinatore dello studio, evidenzia che l'obesità è più che un semplice squilibrio tra calorie assunte e calorie consumate, in base ai dati raccolti le cellule sono sensibili anche alle sollecitazioni meccaniche dell'ambiente. Bisognerà senza dubbio condurre ulteriori studi ma questi pochi dati evidenziano che lunghi periodi di carico meccanico, come quando si è seduti o sdraiati, abbiano un impatto sulla produzione dei grassi.
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