Prostata: tumore in aumento in Italia
L'incidenza del tumore alla prostata è aumentata del 53 per cento negli ultimi dieci anni (dal 2002 al 2012), una neoplasia che nel solo 2012 si stima sarà diagnosticata a circa 36 mila italiani. Nel 2002 i nuovi casi di cancro alla prostata erano 23.518, si è quindi registrato un notevole incremento che porta questa forma di tumore ad essere la neoplasia più diffusa nei maschi. Questi e altri dati sono stati divulgati in occasione del Convegno Nazionale dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Convegno Nazionale AIOM - Milano, Novembre 2012).
I sintomi del tumore alla prostata, nella fase iniziale, non sono ben definiti ed è per questo che viene considerata una neoplasia "silenzioso". Quando la massima tumorale cresce si possono riscontrare alcuni sintomi urinari: difficoltà a urinare (in particolare a iniziare) o bisogno di urinare spesso, dolore quando si urina, sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo. E' comunque possibile identificare la neoplasia anche nella fase iniziale, attraverso una visita urologica, mediante un'esplorazione rettale o il controllo del PSA attraverso le analisi del sangue.
Il prof. Carmine Pinto, Segretario nazionale dell'AIOM, spiega che nel nostro Paese ci sono ben 217mila italiani che vivono con questa malattia. Attualmente sono disponibili tecnologie innovative per il trattamento primario con chirurgia e/o radioterapia, oltre a nuovi farmaci per la malattia avanzata. Anche se negli ultimi dieci anni sono aumentati i pazienti colpiti da questo tumore, grazie ai progressi in campo medico, nello stesso periodo c'è stata una diminuzione del 10 per cento dei decessi.
La prima arma nella lotta al cancro alla prostata è la prevenzione, attualmente però c'è una certa disparità fra le varie aree d'Italia. La maggior parte delle diagnosi viene effettuata nelle regioni del nord: nel sud infatti si registra una differenza in negativo del 44 per cento rispetto al settentrione. Di recente in campo diagnostico ci si avvale di un nuovo marker, il proPSA , che consente di discriminare meglio il tumore prostatico in pazienti con PSA elevato, in questo modo si riesce i limitare il numero di biopsie non necessarie. Il nuovo test è attualmente disponibile presso il Servizio di Patologia Clinica dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e per ora non è rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale. Si spera che in futuro possa essere disponibile in tutti i centri visto che ha un costo contenuto rispetto alle biopsie ed è più specifico, di conseguenza ha notevoli vantaggi sia per la qualità della vita del paziente che per la spesa pubblica.
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