Tumore alla prostata e test del PSA
Le linee guida americane sullo screening del cancro alla prostata sono state aggiornate, non sempre il PSA è attendibile. L'American Cancer Society in questi giorni (Marzo 2010) ha dato delle nuove indicazioni sull'utilizzo del PSA (Antigene Prosatico Specifico) evidenziando l'importanza di dare una corretta informazione ai pazienti sui benefici e i rischi.
Sono diversi gli studi secondo i quali è inutile e costoso sottoporre al test del PSA tutta la popolazione maschile oltre i 50 anni. Per esempio lo studio europeo di screening per il cancro della prostata (Erspc, European randomized study of screening for prostate cancer), avviato agli inizia degli anni '90 e terminato nel 2006, ha concluso che l'analisi del PSA può si ridurre la mortalità per cancro alla prostata del 20 per cento ma può anche dar vita a un numero elevato di diagnosi non corrette che portano a dei trattamenti inutili in uomini che non ne hanno bisogno. Anche lo stesso scopritore del test, il dottor Richard Ablin, ritiene l'analisi del PSA "un costoso disastro nella salute pubblica". Secondo l'esperto se la comunità medica iniziasse ad usare il test in maniera più appropriata si potrebbero risparmiare migliaia di dollari e si eviterebbe di sottoporre numerosi uomini a trattamenti non necessari e disabilitanti.
Che cosa è il PSA?
Il PSA, o Antigene Prostatico Specifico, è una proteina prodotta dalla prostata, una ghiandola che fa parte dell'apparato genitale maschile. La funzione della prostata è di produrre il liquido seminale che veicola gli spermatozoi durante l'eiaculazione. Il PSA è uno dei principali componenti di questo fluido e solo in minime quantità è presente fisiologicamente anche nel circolo sanguigno. Per effettuare il test del PSA basta un semplice prelievo di sangue, un'operazione sufficiente per misurarne la concentrazione che di norma è molto bassa. L'unità di misura è il nanogrammo per millilitro (ng/ml) di siero.
Il test del PSA non è però sempre affidabile in quanto i valori variano non solo e non necessariamente in presenza di un tumore maligno ma anche a causa di altri fattori sia fisiologici (eiaculazione) che patologici benigni (ipertrofia prostatica, prostatite). Il PSA resta un marcatore "organo" specifico, ossia legato a diverse condizioni della ghiandola prostatica, non è quindi un marcatore specifico di "cancro". Questo non vuol dire che il test sia completamente inutile ma è importante fornire ai pazienti le giuste informazioni.
Grazie al test del PSA, anche se ci sono tuttora dei pareri contrastanti, è possibile individuare dei tumori maligni in uno stadio molto iniziale, una diagnosi che consente di ridurre il rischio di morte da cancro prostatico.
La non completa affidabilità di quest'esame per la diagnosi certa di tumore, il rischio di errori interpretativi che possono causare ansia, l'incertezza riguardo il beneficio della cura in pazienti con determinate caratteristiche e gli aspetti economico-sanitari, non consentono però l'impiego di questo test come indagine sistematica sulla popolazione (test di screening per la diagnosi di tumore prostatico).
Quando si trova un valore anomalo di PSA il più delle volte si dovrebbe procedere con la biopsia prostatica, un'operazione spesso dolorosa e che può portare a complicanze come infezioni e sanguinamenti. E' anche vero che in certi casi il test del PSA è un utile, per esempio per monitorare il decorso della malattia negli uomini che hanno già ricevuto un trattamento per un tumore della prostata. In quest'ultimo caso la periodicità dei controlli e la lettura dei risultati saranno a cura dello specialista che, conoscendo la storia clinica e il trattamento ricevuto dal paziente, potrà correttamente interpretarne il significato.
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