Cancro, le mele contribuiscono a prevenirlo
Le persone che mangiano abitualmente mele potrebbero avere una possibilità in più di non contrarre il cancro. Questa è la conclusione di uno studio multicentrico condotto dai ricercatori dell'Istituto Mario Negri, del CRO di Aviano, dell'Istituto Tumori di Genova, del Pascale di Napoli, del Regina Elena di Roma e dell'Agenzia per la Ricerca sul cancro di Lione, che per circa un decennio (1991 - 2002) hanno raccolto informazioni sugli effetti delle mele su alcune neoplasie.
I risultati della ricerca intitolata "Does an apple a day keep the oncologyst away?" (Può una mela tenere lontano l'oncologo?) sono stati pubblicati sugli Annals of Oncology. L'articolo è stato menzionato in occasione di una conferenza stampa, sulle proprietà salutari della mela, tenutosi a fine novembre (2007) a Milano.
Durante lo studio multicentrico, in una prima fase sono state analizzate le abitudini alimentari di 8209 pazienti affetti da tumori di diversi tipi, successivamente, i dati raccolti, sono stati messi a confronto con quelli di un gruppo di 6729 soggetti ricoverati in ospedale per patologie acute non neoplastiche.
Confrontando i pazienti che non consumavano mele con quelli che ne consumavano una o più al giorno si è osservato che, nel secondo gruppo, si riduceva del 21 per cento il rischio di contrarre il cancro del cavo orale, del 25 per cento quello del cancro esofageo, del 20 per cento quello del cancro del colon retto, del 18 per cento quello del cancro della mammella, del 15 per cento quello ovarico e del 9 per cento quello alla prostata.
Secondo i ricercatori, tale capacità preventiva dipende dalla quantità di polifenoli. Durante lo studio si è osservato che alcune varietà di mele, quelle più antiche e di montagna, contengono una quantità nettamente maggiore di polifenoli. La renetta, una particolare qualità di mela, è quella che contiene il maggior numero di polifenoli totali (211,9 mg/100g) e, nel dettaglio, di flavanoli (200), acidi idrossicinnamici (circa 40), diidrocalconi (circa 16). Dallo studio è inoltre emerso che i benefici maggiori si hanno mangiando anche la buccia.
I ricercatori hanno inoltre osservato che lo sviluppo delle cellule tumorali in coltura viene ridotto di circa il 40-60 per cento se nel frutto viene lasciata anche la buccia, senza di essa, quindi con la sola polpa, la riduzione si attesta intorno al 30-40 per cento.
Le mele di montagna come la renetta, oltre a contenere maggiori quantitativi di antiossidanti, hanno anche il triplo di vitamina C. I ricercatori hanno inoltre osservato che dopo 200 giorni di conservazione, i polifenoli aumentano, e la quantità di vitamina C non subisce variazioni.
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