Disfunzione erettile, 10 consigli per la partner
La disfunzione erettile (DE) non è un problema sessuale che interessa solo l'uomo, se non affrontata nel giusto modo può mettere in crisi la coppia. Spesso, erroneamente, si decide di non parlare di questo problema con il proprio medico per vergogna. Secondo la SIA (Società Italiana di Andrologia) la complicità femminile potrebbe essere l'arma vincente, riuscire a parlare del problema con mogli, fidanzate e compagne è un primo passo verso la terapia giusta.
La SIA, nell'ambito della Campagna "Torna ad amare senza pensieri", ha fornito i dati di un'indagine condotta dall'ISPO (Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione) su un campione di oltre 600 donne tra i 35 e 60 anni e oltre. Davanti ad un problema di disfunzione erettile il 66 per cento delle donne hanno dichiarato di essere pronte ad affiancare e sostenere il partner e a condividere soluzioni e decisioni, il 15 per cento interverrebbero solo se lo vedessero realmente preoccupato mentre solo il 9 per cento sarebbero disposte a prendere in mano la situazione e guidare il compagno in tutti i passi necessari. Secondo una buona percentuale delle intervistate, ben il 70 per cento, il modo migliore per affrontare la disfunzione erettile è quello di affidarsi allo specialista.
Il professore Vincenzo Gentile, presidente della SIA, spiega che davanti ad un problema di natura sessuale l'uomo tende a chiudersi in se stesso e spesso cerca soluzioni alternative alla visita medica. Secondo alcune stime, i pazienti colpiti da disfunzione erettile fanno passare anche 2 anni prima di rivolgersi ad un medico, un periodo decisamente troppo lungo che fa perdere del tempo prezioso per arrivare alla soluzione. Forse non tutti sanno che nel 77 per cento dei casi la disfunzione erettile è il primo campanello d'allarme di altre patologie, prime tra tutte le malattie cardiovascolari o il diabete.
Non affrontare tempestivamente i problemi sessuali è quindi sbagliato, non solo può essere dannoso per la salute maschile ma mina l'armonia di coppia. Proprio perché è un problema che colpisce da vicino anche la partner, l'Osservatorio sulla Salute della Donna (Onda) ha messo a punto un decalogo, rivolto a mogli, fidanzate e compagne, con i consigli degli specialisti per affrontare, e risolvere, insieme il problema.
- Se con il partner si verificano episodi di disfunzione erettile, ricorda di avvicinarti a lui con comprensione ed attenzione, in modo oggettivo e tranquillo.
- Evita di essere soffocante o aggressiva, ma cerca di "portare fuori" il problema dalla vostra coppia. La disfunzione erettile, infatti, è una patologia che interessa milioni di uomini e la soluzione va ricercata insieme.
- Insegna al tuo compagno ad accettare il problema, ciò servirà a tenere sotto controllo la sua ansia e a orientarlo alla soluzione, oggi possibile nella maggioranza dei casi.
- Non prendere per buona la "teoria dello stress": molti uomini addebitano allo stress le proprie reiterate defaillance sessuali. La maggioranza dei casi di disfunzione erettile è, invece, associata a problemi fisici o è un effetto collaterale di alcuni farmaci.
- Ricorda che la disfunzione erettile è, in 8 casi su 10, il primo campanello d'allarme per una possibile insorgenza di altre patologie, prime tra tutte le malattie cardiovascolari o il diabete.
- Fumo, alcol, diabete e obesità sono i quattro principali fattori di rischio per questa patologia. Controlla lo stile di vita del tuo compagno e cerca di limitarne gli eccessi.
- Non cercare soluzioni "fai da te", la disfunzione erettile deve essere diagnosticata da un medico che, dopo una visita, potrà indicare i controlli necessari e, quindi, proporre la soluzione.
- Non lasciare passare troppo tempo dall'insorgenza del problema, ma insieme rivolgetevi con fiducia allo specialista andrologo.
- Aiuta il tuo partner a vivere serenamente il trattamento farmacologico, quando consigliato dallo specialista.
- Ricorda che i PDE5 inibitori, ovvero la classe di farmaci orali con indicazione per il trattamento della disfunzione erettile, sono farmaci sicuri, ma che necessitano sempre di un'attenta valutazione medica.
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