Tumore al pancreas, 30 minuti per rimuoverlo
Bastano solo 30 minuti, tre sedute da 10 minuti l'una, per rimuovere il tumore al pancreas. Grazie ad una tecnica poco invasiva, presso il Policlinico San Matteo di Pavia, in un'anziana paziente si è riusciti a distruggere un tumore al pancreas in mezz'ora. La notizia del buon esito di questa nuova tecnica sperimentale è stata data in questi giorni (Giugno 2009).
Il professor Sandro Rossi, medico che ha eseguito l'intervento e direttore della Struttura di medicina VI ed ecografia interventistica, spiega che per la prima volta si è operato un tumore al pancreas per via percutanea (una tecnica chirurgica a basso impatto sul paziente conosciuta anche come tecnica mininvasiva). L'esperto spiega che si è applicato un trattamento di termoablazione per via percutanea, una tecnica che fino a questo momento era stata applicata solo a tumori del polmone e dei reni. Aiutati da un'ecografia si inserisce nel tumore un elettrodo attraverso il quale si emanano onde ad alta frequenza che bruciano letteralmente il tessuto tumorale.
La procedura standard prevede l'asportazione chirurgica della testa del pancreas. Con le tecniche tradizionali, nel periodo immediatamente precedente e in quello successivo all'intervento, la mortalità è di circa il 10 per cento e i tempi di degenza sono piuttosto lunghi. Nel caso della paziente in questione sono invece bastate tre sedute in anestesia locale. Il tumore asportato aveva raggiunto la dimensione di 2 centimetri e già nel corso della prima applicazione è stata distrutta il 90 per cento della massa malata.
Il tumore al pancreas è uno dei più aggressivi che si conoscano. Se non curato in tempo non lascia nessuno scampo all'individuo colpito (la sopravvivenza dopo 5 anni è vicina a zero). Il professor Sandro Rossi spiega che non tutte le forme di tumore al pancreas possono essere curate con questa tecnica, la paziente è stata fortunata perché era affetta da un tipo di tumore che non dà facilmente metastasi, contrariamente a quanto accade di solito. In certi casi il rischio che frammenti del tumore si stacchino e si reinstallino in altre parti del corpo è troppo alto.
Lo staff del professor Rossi adopera già da tempo delle tecniche innovative, negli ultimi 7 anni ha trattato con tecniche mini-invasive oltre mille pazienti affetti da tumore epatico di cui circa due terzi con tumore primitivo (carcinoma epatocellulare) ed un terzo con metastasi epatiche da carcinoma del colon.
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