Neuropsichiatria e preadolescenti italiani
Più del 7% della popolazione preadolescenziale soffre di disturbi d'ansia: di questi disturbi il 5% è rappresentato dal disturbo ossessivo-compulsivo, patologia particolarmente invalidante, e il 12% del disturbo post-traumatico da stress, dato anche questo inquietante in una popolazione che non dovrebbe avere condizioni che giustificano una tale frequenza. Il 9.1% soffre di agorafobia e il 9.5% fobie sociali.
Esistono delle differenze relativamente al sesso: ad esempio, per quanto riguarda la fobia sociale, la prevalenza è maggiore tra i soggetti di sesso femminile, mentre il disturbo ossessivo compulsivo è più diffuso tra i maschi.
Di depressione soffre meno dell'1% della popolazione: è un dato di gran lunga inferiore a quello delle prevalenze osservate in altre nazioni, e la prevalenza è significativamente maggiore nelle persone di sesso femminile.
Meno del 2% della popolazione preadolescenziale soffre di ADHD (disturbo d'attenzione con o senza ipercinesia): e la prevalenza è a carico dei soggetti di sesso maschile, come atteso dai dati di letteratura.
La prevalenza trovata è un dato molto "clamoroso", perché significativamente inferiore ai dati attesi. I dati riportati dall'American Academy Child and Adolescent Psychiatry, indicano un tasso di prevalenza pari al 10% per i bambini e al 5% per le bambine che frequentano la scuola elementare. Questa prevalenza declina con l'età, anche se il 65% dei ragazzi continua a manifestare sintomi negli anni successivi.
Attorno a questa patologia, perché di malattia si tratta, si è fatta molta confusione e molto polemica giornalistica, specie per il problema legato alla somministrazione dei farmaci: in Italia, a differenza che nel resto del mondo è vietata la somministrazione dell'unico farmaco che si è dimostrato efficace nel trattare il problema.
Questo risultato dimostra che nella fascia di età valutata il problema è molto meno frequente di quanto si ipotizzasse, se si è in grado di fare una diagnosi corretta, differenziando quelli che sono "semplici" problemi di attenzione o di irrequietezza (la sindrome del bambino "pierino") dalla vera e propria malattia che si presenta con un corteo di sintomi ben identificabile. Il problema esiste, è di gran lunga inferiore alle attese, ma è necessario saperlo diagnosticare e affrontare correttamente, con competenza e preparazione, superando la stagione delle polemiche.
I disturbi della condotta colpiscono l'1% della popolazione, senza differenza tra i sessi: questo è un dato di grande rilievo sociale, perché - a differenza delle altre patologie - le conseguenze sono soprattutto di ordine comportamentale e sociale, anche per l'effetto di trascinamento imitativo che spesso inducono.
E a differenza di altre patologie, al momento, quando il problema si manifesta, le possibilità di terapia sono molto basse: e fare prevenzione è l'unica arma a disposizione, ma è necessario intercettare molto precocememente i segnali, fin dall'età infantile.
I fattori di rischio
Si conferma come il principale elemento di rischio per la patologia psichica siano i fattori socio-economici: bassi livelli socio-economici sono significativamente correlati ai maggiori rischi di ammalarsi.
Questo conferma - indirettamente - come la dimensione genetica, probabilmente sottesa alla patologia psichica, si combini sempre con fattori di origine sociale.
Una notazione: mentre la famiglia è un fattore di protezione verso i problemi psicologici, non è in grado di svolgere tale funzione nei confronti della malattia psichica, che ha una complessità e probabilmente una causa diversa rispetto al disagio relazionale.
Se gli adolescenti si ammalano di ansia non è colpa della famiglia, mentre una certa responsabilità della qualità della relazione famigliare esiste nei confronti dei vari problemi psicologici del preadolescente.
La malattia però è altra cosa rispetto al disagio: e anche questo è un rilievo da tener presente rispetto alla programmazione e alle professionalità da mettere in gioco per la prevenzione e la cura.
Una curiosità tutta da interpretare: il picco massimo di rischio lo si registra -relativamente al reddito - nelle fasce di reddito tra i 15.000 e i 30.000 euro annui: l'altra faccia della crisi del ceto medio?
Le città con la più alta percentuale di ragazzi con patologia è Roma, seguita da Conegliano e Rimini, mentre è Pisa la città con la minore prevalenza in assoluto.
Anche questi sono dati che andranno approfonditi, perché stupisce un po' associare città, che nell'immaginario di tutti, sono simboli di una qualità di vita invidiabili alle grandi metropoli con il loro carico di problemi.
Forse è una altra conferma: la vita in grandi metropoli, con la sua complessità, può aggravare il rischio, ma non è la causa della malattia psichica.
Cos'è il Progetto PrISMA (Progetto Italiano Salute Mentale Adolescenti)
Il Progetto PrISMA è la prima ricerca epidemiologica multicentrica italiana che ha indagato la prevalenza dei disturbi psichici tra i preadolescenti di età compresa tra i 10 e i 14 anni che vivono in zone urbane. La ricerca è stata condotta e realizzata contemporaneamente in sette città italiane: Lecco, Milano, Roma, Rimini, Pisa, Cagliari e Conegliano.
L'obiettivo del Progetto PrISMA è stato quello di identificare e descrivere i principali disturbi mentali in età preadolescenziale con valutazione dell'effetto delle variabili socio-demografiche sulla manifestazione dei quadri psicopatologici. I ricercatori hanno inoltre raccolto dei dati utili per la valutazione dell'associazione tra fattori di rischio e disturbi mentali diagnosticati.
Tutti i dati raccolti nell'ambito del Progetto PrISMA sono stati poi messi a disposizione della comunità scientifica. Queste informazioni relative al disagio psichico nella preadolescenza saranno molto utili nella programmazione di future evoluzioni di servizi specifici, di prevenzione, diagnosi e cura.
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