Aspirina e tumori
Fra gli effetti dell'Aspirina, il cui principio attivo è l'acido acetilsalicilico, sembrerebbe esserci anche quello di inibire la diffusione delle neoplasie. Un gruppo di ricercatori australiani, del Melbourne Peter MacCallum Cancer Centre, ha scoperto che l'aspirina agisce sui vasi linfatici ostacolando la trasmissione dei tumori ad altri organi (metastasi). Lo studio è stato pubblicato su Cancer Cell (VEGF-D Promotes Tumor Metastasis by Regulating Prostaglandins Produced by the Collecting Lymphatic Endothelium - Febbraio 2012).
L'Aspirina è il più noto tra i farmaci antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS. Di solito questo farmaco è utilizzo come analgesico per alleviare i dolori lievi, come antinfiammatorio e come antipiretico per diminuire la febbre anche se, come spiegheremo più avanti, in quest'ultimo caso è preferibile la Tachipirina. Analizzando i dati dello studio Australiano l'Aspirina potrebbe quindi avere un ulteriore utilizzo, quello di ostacolare le metastasi.
Già in passato si era parlato dell'Aspirina come arma contro i tumori, uno studio pubblicato su Lancet nel dicembre del 2010 aveva concluso che con meno di una compressa al giorno (75 mg di acido acetilsalicilico) per 5 anni, si riesce a ridurre del 20 per cento il rischio di tumore. Un altro studio, pubblicato anch'esso su Lancet (Aspirin and colorectal cancer prevention in Lynch syndrome - Ottobre 2011), evidenziava ancora una volta il possibile utilizzo dell'aspirina per combattere il cancro ma al tempo stesso poneva l'attenzione sui rischi che, in una popolazione sana, superano i benefici. Gli esperti conclusero che un'aspirina al giorno per almeno due anni aiuta a ridurre del 60 per cento il rischio di ammalarsi di un tumore di origine ereditaria ma l'acido acetilsalicilico (il principio attivo dell'Aspirina) aumenta il rischio di emorragie interne e ulcere dello stomaco per la sua proprietà di fluidificare il sangue. Un'assunzione protratta nel tempo si rivela quindi molto pericolosa.
I risultati del nuovo studio sono comunque molto importanti per un altro aspetto. Steven Stacker, primo autore della ricerca, spiega che si è dimostrato che molecole come quelle che stanno alla base dell'Aspirina riescono a ridurre la dilatazione dei vasi e quindi la capacità dei tumori di diffondersi nell'organismo. Grazie a questa scoperta si potrebbero realizzare nuovi farmaci con lo stesso effetto sui vasi linfatici ma senza le controindicazioni dell'Aspirina. Una terapia basata su questi medicinali contribuirebbe a contenere molti tumori solidi come ad il tumore al seno e il cancro alla prostata.
Per la febbre meglio l'Aspirina o la Tachipirina?
Per gestire la febbre nei bambini, ma lo stesso vale anche per gli adulti, esistono fondamentalmente tre farmaci: il paracetamolo (Tachipirina), l'ibuprofene e l'acido acetilsalicilico (Aspirina). L'Aspirina e la Tachipirina hanno quindi due diversi principi attivi (l'acido acetilsalicilico per l'Aspirina, il paracetamolo per la Tachipirina). Un'ulteriore distinzione va fatta per quanto riguarda la classificazione ai fini della fornitura al pubblico. l'Aspirina è un farmaco OTC di libera vendita e per il quale è autorizzata la pubblicità e il self-service; la Tachipirina è un farmaco SOP, anchesso di libera vendita, ma per il quale non è autorizzata né la pubblicità né il self-service.
Visti i numerosi studi scientifici, se si cerca un farmaco per la febbre, il paracetamolo e l'ibuprofene sono da preferire all'acido acetilsalicilico. L'Aspirina, rispetto agli altri due, presenta forti controindicazione se in corso ci sono alcune malattie virali come la varicella, inoltre, ha una maggiore probabilità di provocare effetti collaterali, per cui oggi, almeno nella gestione della febbre, non è più usato.
Per abbassare la febbre nei bambini bisogna poi non farsi prendere la mano con l'uso eccessivo e immotivato di questo tipo di farmaci. Secondo un suggerimento dell'American Academy of Pediatrics è inopportuno somministrare ibuprofene e paracetamolo ai bambini se hanno solo qualche linea di febbre. Gli esperti spiegano che la febbre non è una malattia ma un modo che ha l'organismo di difendersi dalle infezioni. Secondo uno studio della stessa associazione, metà dei genitori sbaglia nel dare la dose ai propri figli esponendoli al rischio di effetti collaterali anche gravi. Una temperatura corporea un po' più alta è il modo usato dal corpo per difendersi dalle infezioni, inoltre, abbassare la febbre anche quando non è particolarmente alta può addirittura prolungare la malattia invece di accorciarla. Il principale errore compiuto dai genitori è quello di non considerare il dosaggio pediatrico somministrando così ai bambini le stesse dosi degli adulti. E' quindi opportuno consultare il proprio pediatra in modo tale che sia lui ad indicare la giusta dose e se è il caso di utilizzare il paracetamolo per abbassare la febbre.
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