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Celiachia e osteopenia, un aiuto dalla dieta - La celiachia, una malattia genetica del gruppo delle intolleranze alimentari, può avere fra gli effetti collaterali un'alterazione del calcio

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Celiachia e osteopenia, un aiuto dalla dieta

Celiachia e osteopenia

La celiachia, una malattia genetica del gruppo delle intolleranze alimentari, può avere fra gli effetti collaterali un'alterazione del calcio che può portare all'osteopenia, una condizione ossea per cui vi è una densità minerale al di sotto dei valori di normalità. In un'alta percentuale di casi, tra il 35 e l'85 per cento, l'osteopenia può sfociare in osteoporosi, il passaggio da una patologia all'altra si ha nel momento in cui compaiono le prime fratture. Per riconoscere le alterazioni del metabolismo del calcio e della mineralizzazione ossea si eseguono esami sia ematologici che radiologici come la Densitometria Ossea (DEXA). In determinati casi, però, questi esami potrebbero essere evitati, per esempio nel bambino celiaco. Questa è la conclusione di una ricerca della Clinica Pediatrica dell'Università di Trieste presso l'IRCCS - Ospedale infantile Burlo Garofolo. I dettagli sono stati pubblicati sul Journal of Pediatrics (Luglio 2008).

Un'équipe coordinata da Alessandro Ventura, Direttore della Clinica Pediatrica, ha dimostrato che sebbene un'alta percentuale di bambini celiaci presenta un'alterazione del metabolismo del calcio e della mineralizzazione ossea al momento della diagnosi, tali parametri ritornano nella norma nel giro di 6-12 mesi se si segue in maniera rigorosa una dieta priva di glutine, una proteina contenuta in alcuni cereali (frumento, orzo, avena, segale) che i celiaci devono in ogni caso eliminare dalla propria dieta.

I ricercatori evidenziano che i risultati ottenuti nel corso dello studio potranno essere utili soprattutto per i pediatri in quanto, evitando di prescrivere esami non necessari, si potranno focalizzare maggiormente sull'osservanza della dieta da parte del bambino.

Per condurre lo studio sono stati coinvolti 114 bambini, 60 sani che servivano come gruppo di controllo e 54 celiaci. Del secondo gruppo facevano parte anche alcuni bambini celiaci ma asintomatici la cui malattia gli era stata diagnosticata nel coso di uno screening separato. Tutti i bambini sono stati sottoposti ad analisi periodiche per monitorare le condizioni del loro tessuto osseo. Tra i vari parametri metabolici si è osservato il dosaggio del calcio, del fosforo, dell'ormone paratiroideo (PTH) e altri marcatori di attività ossea.

La dott.ssa Grazia di Leo, del Servizio di Gastroenterologia della Clinica Pediatrica presso l'Ospedale infantile Burlo Garofolo, spiega che fino a poco tempo fa non era del tutto chiaro se i disturbi del metabolismo osseo del bambino celiaco fossero presenti nei soggetti celiaci già in età pediatrica, né se la durata dell'esposizione al glutine avesse importanza o quale fosse il ruolo effettivo della dieta senza glutine nel risolvere il problema. Partendo da questi interrogativi i ricercatori hanno deciso di controllare nel tempo tutti i bambini celiaci entrati nello studio, ai quali erano state riscontrate alterazioni del metabolismo e della mineralizzazione ossea, prendendo in esame gli indicatori di salute dell'osso. Già dopo sei mesi di osservazione si è potuto constatare che la sola dieta priva di glutine bastava a riportare alla normalità le ossa dei bambini celiaci.

Le cause della cattiva mineralizzazione dell'osso dei soggetti celiaci dipendono fondamentalmente da due fattori:

  • Una difficoltà dell'organismo nell'assorbire determinati alimenti, una condizione che coinvolge e compromette anche l'assorbimento della vitamina D e del Calcio.

  • La presenza di uno stato infiammatorio cronico, locale o sistemico, che aggrava il quadro clinico generale.

Studi precedenti avevano dimostrato che nell'individuo adulto la sola dieta non è sempre sufficiente a far regredire il danno osseo, questo studio dimostra però che se un bambino segue in maniera rigorosa un'alimentazione che prevede delle ricette per celiaci, i problemi legati alle ossa possono essere risolti in tempi relativamente brevi.

Attualmente si spendono circa 120€/bambino per condurre degli esami che potrebbero essere evitati. Più che prescrivere delle analisi superflue sarebbe meglio concentrarsi sulla dieta dei piccoli, un aspetto dove il ruolo dei pediatri potrebbe essere determinante. Gli esperti concludono evidenziando che oltre a risparmiare i 120€, si attuerebbe una sorta di intervento preventivo e di ecologia ambientale evitando di sottoporre organismi in crescita a dosi, per quanto contenute, di radiazioni, come quelle emesse nel corso della Densitometria Ossea.


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