Pillola anti celiachia e test sull'uomo
I primi risultati relativi alla sperimentazione della pillola anti-celiachia sull'uomo sembrano essere molto promettenti, continuando di questo passo i trials potrebbero concludersi tra un anno. La notizia è stata data da Alessio Fasano durante un congresso piemontese dell'Associazione italiana celiachia (Aic) tenutosi a Torino.
Circa un anno fa (aprile 2005) incominciarono a circolare delle voci sulla sperimentazione di una pillola anti-celiachia che avrebbe permesso la reintegrazione di alimenti come pane e paste nella dieta delle persone che soffrono di celiachia. Lo studio che in un futuro potrebbe ridare il piacere di mangiare determinati tipi di alimenti anche alle persone che presentano questa particolare forma di intolleranza è frutto di un team americano coordinato da un italiano, Alessio Fasano, direttore del Mucosal biology research centre all'università del Maryland.
La pillola, nel caso superasse tutte le fasi di sperimentazione, potrebbe essere messa in commercio non prima della metà del 2007. L'obiettavo dei ricercatori è quello di produrre una pillola che assunta prima dei pasti permetta di bloccare l'effetto tossico del glutine, in questo modo i pazienti affetti da celiachia potrebbero alimentarsi in maniera "normale".
Ma come funziona questa pillola ? Il nuovo farmaco è in grado di bloccare l'effetto tossico del glutine agendo sulla zonulina, una proteina regolatrice della permeabilità epiteliale attraverso un'azione di modulazione delle giunzioni serrate tra cellule contigue. In parole povere questa proteina è una specie di chiave che apre le porte tra una cellula e l'altra della parete intestinale, l'intestino è coperto da un singolo strato di cellule che formano una barriera formidabile contro gli attacchi esterni ma i celiaci perdono questa caratteristica proprio perché producono troppa zonulina, per questo motivo il glutine, una volta introdotto nell'organismo, scatena una risposta autoimmunitaria.
I primi test di questa nuova pillola vennero compiuti sui topi diabetici, questo perché non esiste un modello animale di celiachia e il diabete è una malattia che presenta molti punti in comune. Successivamente sono iniziati i primi test sull'uomo, prima su soggetti sani per escludere eventuali effetti tossici della pillola e successivamente sui pazienti malati.
A febbraio di quest'anno (2006) sono stati fatti finalmente i primi test per verificarne i benefici sull'uomo, la sperimentazione ha coinvolto ventuno celiaci americani e i risultati ottenuti sono stati estremamente promettenti. Nel mese di luglio si eseguirà un test più esteso che coinvolgerà alcune decine di migliaia di pazienti con gruppi di controllo anche in Italia.
La pillola è stata somministrata ai volontari affetti da celiachia senza che essi ne fossero a conoscenza insieme a una dieta con glutine, questo per evitare possibili alterazioni dei risultati. I pazienti coinvolti nel test non hanno presentato i classici sintomi con cui la malattia si manifesta come ad esempio la diarrea.
Anche se i risultati ottenuti fino ad ora sono molto promettenti, è sempre bene non farsi prendere dai facili entusiasmi, prima di tutto bisognerà completare la fase sperimentale e verificare che non ci siano effetti collaterali, poi c'è da dire che non tutti i pazienti reagiscono allo stesso modo al glutine e quindi questa pillola potrebbe non essere efficace in tutti i casi.
Fasano ha poi concluso dicendo che questa pillola non servirà per guarire dalla malattia ma per migliorare la qualità della vita dei pazienti, un aspetto comunque molto importante. Se alcune persone si sono ormai abituate ad un'alimentazione priva di glutine, anche se molto bisognerà fare affinché i ristoranti e le mense diano più scelta anche di cibi deglutinati, per molti giovani ma non solo, poter avere la libertà di mangiare una pizza con gli amici senza avere il problema della celiachia è un grande passo in avanti.
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