Il sale,se troppo, fa male
Se si superano certi limiti il sale fa male, a causa di un eccessivo consumo di sale (cloruro di sodio) ogni anno muoiono oltre 1 milione e mezzo di persone. Le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono di non superare i 2 grammi di sodio al giorno, purtroppo però sono ancora molti quelli che superano questi quantitativi. Il dato emerge da un'indagine condotta sulle abitudini alimentari in 187 Paesi. I risultati dell'indagine sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (Global Sodium Consumption and Death from Cardiovascular Causes - DOI: 10 1056 / NEJMoa1304127 - Agosto 2014).
Dariush Mozaffarian, primo autore dello studio, spiega che è ormai risaputo che un elevato apporto di sodio aumenta la pressione sanguigna, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. La nuova indagine ha però permesso di quantificare meglio gli effetti di un eccessivo uso di sale sulle malattie cardiovascolari a livello globale per età, sesso e nazionalità.
Per valutare l'impatto del sale sulla salute si è partiti dai dati raccolti nel corso di 205 indagini che hanno coinvolto volontari di ben 187 Paesi, una mole di dati considerevole se si pensa che rappresentano circa i tre quarti della popolazione adulta mondiale. Questi dati, in abbinandoli ad altri dati nutrizionali globali, hanno permesso di calcolare i consumi di sale in tutto il mondo per paese, età e sesso. I dati sono stati successivamente combinati con gli attuali tassi di malattie cardiovascolari per stimare il numero di morti attribuibili al consumo di sodio al di sopra dei 2 grammi al giorno.
L'analisi dei dati raccolti ha evidenziato che il livello medio del consumo di sodio a livello mondiale nel 2010 e stato di quasi 4 grammi (3,95 g) al giorno, quasi il doppio della dose raccomandata dall'Organizzazione mondiale della Sanità. In tutti i Paesi si è quindi rilevato un consumo giornaliero di sale superiore ai 5 grammi (corrispondenti a 2 grammi di sodio), si va dai 2,18 g di cloruro di sodio al giorno della popolazione dell'Africa sub-Sahariana ai 5,51 g al dì dell'Asia Centrale.
I ricercatori spiegano che i livelli di sodio rilevati potrebbero però essere sottostimati. L'indagine ha sfruttato i dati ricavati dall'analisi delle urine, un'analisi che non fornisce un dato preciso sull'effettivo consumo di sodio. Secondo Mozaffarian bisognerebbe potenziare le politiche sanitarie per ridurre l'assunzione di sodio nella dieta, interventi da mirare non solo sulla popolazione ma anche, e sopratutto, sulle industrie alimentari. Gli esperti spiegano che i livelli quotidiani raccomandati vengono superati a causa del sodio "nascosto" in numerosi prodotti dell'industria alimentare (alimenti confezionati, salumi, formaggi, dado da cucina, ecc.).
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