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Per incremento produttività no agli open space - Se si vuole incrementare la produttività bisogna partire dagli spazi lavorativi, gli open space ad esempio hanno diverse controindicazioni

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Per incremento produttività no agli open space

Incremento produttività e open space

Se si vuole incrementare la produttività bisogna partire dagli spazi lavorativi, gli open space ad esempio hanno diverse controindicazioni. Se nel bilancio aziendale gli open space potrebbero sembrare in apparenza convenienti: hanno un costo inferire, permettono di guadagnare spazi e, teoricamente, dovrebbero migliorare la comunicazione fra i lavoratori, nel lungo periodo si potrebbero rilevare controproducenti in quanto diminuirebbero la produttività lavorativa. Gli aspetti negativi degli open space sono emersi dai risultati di un'indagine condotta dal Berkeley's Center for the Built Environment.

La nuova indagine condotta su 65mila lavoratori presi a campione dai cinque i continenti conferma quanto già scoperto in uno studio condotto presso la Queensland University of Technology di Brisbane, gli spazzi lavorativi "open space" diminuiscono la produttività in quanto mancano di privacy, aumentano lo stress e i lavoratori sono sottoposti a continue distrazioni. Nella maggior parte dei lavoratori gli spazi lavorativi senza muri hanno causato alti livelli di stress, conflitti e pressione alta.

Se da un certo punto di vista gli open space dovrebbero migliorare la comunicazione tra i lavoratori, questo "vantaggio" si rivela in pratica un'arma a doppio taglio in quanto le discussioni disturbano gli altri lavoratori non direttamente interessati. I lavoratori sono inoltre disturbati dalle telefonate che possono arrivare alle scrivanie circostanti e, in un ambiente dove sono presenti numerose persone, il brusio potrebbe essere presente in tutta la giornata lavorativa.

I dati di un altro studio condotto dall'osservatorio francese Actinéo sulla qualità del lavoro evidenziano che solo il 51 per cento dei dipendenti francesi che lavorano in un open space riescono a concentrarsi sul posto di lavoro contro l'83 per cento degli impiegati che hanno a disposizione un ufficio individuale.

Nel 2007, sul Journal of Environmental Psychology, venne pubblicato uno studio (The effects of window proximity, partition height, and gender on perceptions of open-plan offices) che aveva l'obiettivo di misurare la soddisfazione dei lavoratori di due aziende con sede nello stesso edificio. Anche in quel caso i risultati evidenziarono che la mancanza di privacy acustica e visuale comporta più distrazioni e interruzioni indesiderate durante il lavoro. Si scopri inoltre che le persone che lavorano vicino ad una finestra risente meno delle distrazioni tipiche degli open space.

Nella fase di pianificazione dei luoghi di lavoro, se si vuole incrementare la produttività, bisognerebbe quindi tener conto di questi studi condotti sugli open space. Se le finanze non lo permettono ci sono anche delle alternative che possono comunque migliorare la produttività, per esempio un separatore mobile alto almeno 1,4 metri tra le varie scrivanie. Nello studio del 2007 si scopri che i lavoratori che stavano nelle postazioni che disponevano di un separatore mobile di 1,4 metri di altezza (utile a garantire un buon livello di privacy) risultavano più soddisfatti degli altri ed erano soggetti a meno distrazioni e interruzioni.


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