Attività fisica, terapia per le malattie cardiovascolari
L'esercizio fisico non è solo uno strumento di prevenzione, se praticato con i giusti accorgimenti ha effetti terapeutici per le malattie cardiovascolari, metaboliche e tumorali. Al contrario, l'inattività fisica può essere più deleteria di quanto si possa pensare. In base ad alcune ricerche, l'inattività fisica è responsabile del 70 per cento degli ictus cerebrali, dell'80 per cento degli attacchi cardiaci, del 70 per cento dei casi di cancro al colon e di quasi il 90 per cento dei casi di diabete adulto. Questi sono alcuni dei dati esposti da Francesco Conconi, direttore del Centro studi biomedici applicati allo sport dell'università di Ferrara, in occasione della presentazione del progetto "L'esercizio fisico come farmaco", un'iniziativa patrocinata dall'Azienda USL di Ferrara e dalla Regione Emilia Romagna.
Fosco Foglietta, direttore generale dell'Azienda USL di Ferrara, ha sottolineato che la letteratura scientifica ha più volte evidenziato i benefici dell'attività fisica. Attraverso questo nuovo progetto l'attività fisica viene prescritta come una vera e propria prestazione sanitaria, diventando un pezzo dell'offerta del sistema sanitario. Per la prima volta l'esercizio fisico non verrà considerato come uno strumento di prevenzione ma come una vera e propria cura, al pari del farmaco.
Conconi ha spiegato che il progetto, L'esercizio fisico come farmaco, prevede l'arruolamento di 7.500 diabetici, 2.500 ipertesi e 1.000 anziani considerati "fragili". In totale 11.000 persone a rischio individuate tra la popolazione sedentaria, quella con patologie sensibili all'esercizio fisico come diabete di tipo 2, obesità, dislipemie, ipertensione, sindrome metabolica e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
A questi soggetti, individuati dai medici di medicina generale, verrà consegnata una guida teorico-pratica sull'attività motoria da svolgere, con particolare riferimento al camminare, e un contapassi per registrarla. Ogni due mesi il medico registrerà in una specifica cartella, oltre all'attività fisica svolta registrata con il contapassi, il peso corporeo del paziente, l'indice di massa corporea, la circonferenza addominale, la pressione arteriosa sistolica e diastolica, la frequenza cardiaca a riposo, i valori ematici di colesterolo totale, LDL e HDL, trigliceridi e, nei soggetti diabetici, della glicemia di base e della emoglobina glicosilata.
I benefici attesi per gli arruolati nel progetto, che seguiranno il programma per un anno, sono: riduzione di tutti gli indicatori sopra elencati e l'aumento del colesterolo HDL, oltre a una generale e progressiva riduzione del rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Per conoscere i primi risultati sull'andamento del progetto bisognerà aspettare a giugno del prossimo anno (2009), i dati relativi all'analisi completa saranno invece disponibili verso giugno del 2010.
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