Esami del sangue per diagnosticare l'Alzheimer
Quando i primi sintomi dell'Alzheimer sono già evidenti attualmente non si può più fare molto, grazie a degli esami del sangue si potrà però diagnosticare precocemente la malattia neurodegenerativa ostacolando il suo decorso. Non è la prima volta che si parla di un test del sangue per individuare precocemente l'Alzheimer, sono infatti numerosi i ricercatori che stanno lavorando a test di questo tipo. Presso l'Università della California (Ucla) a Los Angeles, un team di esperti ha individuato una nuova strada che si basa sull'analisi di particolari biomarcatori ematici. Alcune informazioni su questo nuovo studio sono state pubblicate sulla rivista Neurology (Brain amyloidosis ascertainment from cognitive, imaging, and peripheral blood protein measures - doi: 10 1212 / WNL 0000000000001231) e sul sito dell'università (UCLA Newsroom - UCLA study shows feasibility of blood-based test for diagnosing Alzheimer's Disease - Marzo 2015).
Liana G. Apostolova, prima autrice dello studio e direttrice del laboratorio di Neuroimaging presso il Mary S. Easton Center for Alzheimer's Disease Research della UCLA, spiega che i biomarcatori ematici presentano l'importante vantaggio di essere sicuri, convenienti e facili da gestire anche in grandi gruppi o in aree prive di strumentazioni, di conseguenza un test del sangue potrebbe avere un enorme impatto sulla cura e sugli studi clinici.
Attualmente la diagnosi di Alzheimer viene fatta analizzando la presenza di placche beta-amiloidi per verificare la loro compatibilità con la malattia. Esistono due procedure per raggiungere questo obiettivo ed entrambe presentano degli inconvenienti. Da una parte c'è il prelievo di liquido cerebrospinale, un esame molto invasivo, e dall'altra c'è la PET (nota anche come Tomografia a emissione di positroni), una tecnica efficace ma, oltre ad essere molto costosa, espone il paziente ad alti livelli di radiazioni.
In base ai dati raccolti fino ad ora si ipotizza che un insieme di specifiche proteine nel sangue possano essere utilizzate per stabilire la presenza dell'Alzheimer in maniera non invasiva. Il prossimo passo sarà quello di migliorare l'esame del sangue introducendo nuovi parametri correlati alla malattia, i risultati già ottenuti fanno ben sperare e dimostrano che l'esame è fattibile e potrebbe essere utilizzato su larga scala nel breve periodo.
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