Decorso morbo di Alzheimer: bloccare i danni al cervello
La progressiva perdita di tessuto neurale, tipica di alcune malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson e la corea di Huntington, potrebbe essere bloccata grazie ad una particolare sostanza chimica. Attualmente il decorso di alcune malattie come l'Alzheimer è progressivo e cronico, per questa particolare patologia il paziente può presentare i seguenti sintomi: ripete sempre le stesse cose, si perde (disorientamento topografico), non riconosce alcune persone, non trova le parole e può dire frasi senza senso, ha difficoltà nel fare le cose che prima faceva senza problemi, cambia il carattere (rispetto a prima potrebbe diventare più aggressivo), vede persone che non ci sono, è molto ansioso e piange spesso. Considerando che il decorso della malattia può durare dagli 8 ai 10 anni, poter intervenire il prima possibile bloccando la degenerazione dei sintomi consentirebbe di migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti e dei familiari. Una delle possibili cure per l'Alzheimer potrebbe arrivare dall'unità di Tossicologia del Medical Research Council (Università di Leicester), i risultati preliminari della ricerca sono stati pubblicati su Science Translational Medicine (Oral Treatment Targeting the Unfolded Protein Response Prevents Neurodegeneration and Clinical Disease in Prion-Infected Mice - DOI: 10 1126 / scitranslmed 3006767 - Ottobre 2013).
Lo studio, coordinata dalla ricercatrice Giovanna R. Mallucci, attualmente ha interessato un gruppo di topi ma, nel prossimo futuro, la sperimentazione sarà estesa anche sull'uomo. Gli esperti hanno individuato una sostanza chimica in grado di prevenire la morte del tessuto cerebrale tipica di malattie neurodegenerative quali Alzheimer , corea di Huntington e Parkinson. Rispetto ad altre ricerche i nuovi risultati sono frutto di un approccio completamente diverso in quanto i ricercatori si sono concentrati sui meccanismi di difesa naturali delle cellule cerebrali.
Quando un virus colpisce una cellula cerebrale si innesca un processo di autodifesa che interrompe, temporaneamente, quasi tutta la produzione di proteine al fine di fermare la diffusione del virus. In diverse patologie neurodegenerative si ha però una produzione di proteine difettose, un processo che mette in moto un meccanismo di difesa analogo a quello sopradescritto con conseguenze molto più gravi in quanto la produzione di proteine si blocca per un periodo talmente lungo che porta alla morte delle cellule.
Julie A. Moreno, prima autrice dello studio, spiega che la sperimentazione condotta su alcuni topi affetti da una malattia neurodegenerativa, che provocava gravi problemi di memoria e di movimento, ha dimostrato che la somministrazione di una particolare sostanza riusciva a bloccare la morte del tessuto cerebrale. Gli autori della ricerca sono molto soddisfatti dei risultati ottenuti ed evidenziano che questa è la prima volta che una sostanza riesce ad impedire la neuro degenerazione.
Ora, presso i laboratori del Medical Research Council, si sta testando il composto chimico su altre patologie neuro degenerative. Una sperimentazione, i cui risultati non sono stati ancora pubblicati, portata avanti sempre sui topi. Gli esperti spiegano che attualmente questa sostanza non può essere testata ancora sulle persone; presto si inizierà però l'iter per poter mettere a punto un farmaco in grado di bloccare la progressione di determinate patologie neurodegenerative.
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