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Sintomi Parkinson: riconoscerli per combatterlo

Sintomi Parkinson: riconoscerli per combatterlo

Riconoscere i primi sintomi del Parkinson è il modo migliore per combatterlo, la diagnosi precoce è quindi di fondamentale importanza nella lotta a questa malattia neurodegenerativa. I Neurologi di oltre cento ospedali italiani, in occasione della "Giornata Della Malattia Di Parkinson" (Novembre 2012), hanno fornito diverse informazioni sulla malattia. L'evento, che ha coinvolto diversi centri in tutta Italia, è stato organizzato dalla Limpe (Lega Italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze) e dalla Dismov-Sin (Associazione italiana disordini del movimento e malattia di Parkinson).

Nel nostro Paese il morbo di Parkinson colpisce circa 250mila persone e, anche se di solito si manifesta a partire dai 60 anni, sempre più spesso interessa una fascia d'età più giovane: un 25 per cento dei pazienti ha un'età compresa tra i 40 e i 50 anni e un 10 per cento ha un'età compresa fra i 20 e i 40 anni. Anche se non si conoscono ancora le cause di quest'incremento nella fascia più giovane, gli esperti spiegano che la diagnosi prece è attualmente l'arma migliore che si ha a disposizione. Prima si individua la patologia meglio si controllano i sintomi con un conseguente miglioramento della qualità della vita.

Analizzando i risultati di un'indagine condotta dall'Eurisko si scopre che ben il 78 per cento dei pazienti con il morbo di Parkinson non conosce i sintomi della patologia, e circa l'87 per cento non aveva pensato nemmeno lontanamente di soffrirne prima della diagnosi. Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, colpisce prevalentemente le abilità motorie di un individuo ma non solo, in realtà la patologia è molto più complessa e interessa più aspetti del funzionamento del SNC (Sistema Nervoso Centrale). In seguito a diversi studi si è scoperto che la malattia ha una componente genetica (sono interessati circa 25 geni). Il 20 per cento dei pazienti eredita dai familiari i geni difettosi, un'altra fetta di pazienti diventa invece sensibile alla malattia per un'alterazione dei suoi geni. Gli esperti spiegano comunque che per scatenare la malattia ci vuole l'intervento del fattore ambientale, un fattore variabile che non sempre si identifica con facilità.

Il morbo di Parkinson è una patologia che ha un buon successo terapeutico, con i giusti trattamenti i sintomi si riescono a tenere sotto controllo anche per un periodo molto lungo. Per rallentare il decorso della malattia è però fondamentale riconoscere precocemente i sintomi, per questo è importante la diagnosi precoce.

Riconoscere i sintomi del Parkinson

Movimenti rallentati, tremore (anche occasionale), rigidità muscolare e perdita di espressione facciale, sono dei campanelli d'allarme che possono indicare l'esordio del morbo di Parkinson. Ai sintomi motori si possono associare altri campanelli d'allarme: forte agitazione durante il sonno, perdita dell'olfatto, stipsi e depressione.

Con il progredire della patologia i problemi d'equilibrio e deambulazione diventano più evidenti, in questa fase le cadute sono frequenti in particolar modo nella popolazione anziana. Il fenomeno delle cadute è abbastanza rilevante per i pazienti con malattia di Parkinson perché le cadute possono determinare conseguenze traumatiche, favorire la "paura di cadere", determinare una ridotta mobilità con conseguente perdita dell'autonomia personale ed aumentato ricorso ad assistenza ed ospedalizzazione.

Anche se i sintomi sembrano abbastanza evidenti non è sempre facile arrivare a diagnosticare la malattia perché spesso si sottovalutano determinate circostanze. In genere è più semplice in quegli ambienti familiari dove ci sono già stati episodi di Parkinson.


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