Nutrizione e gravidanza
In numerose ricerche si è costatato che la dieta delle gestanti è spesso sbagliata, soprattutto per i seguenti particolari: troppi carboidrati, come zuccheri, pane, riso, pasta; insufficienti proteine, come carni, pesce, formaggio, uova; deficienze di vitamine, specie per le vitamine A e C e per alcuni componenti del gruppo B; eccesso di liquidi.
La gravidanza incide profondamente sulle risorse nutritive della madre nei riguardi delle vitamine, del calcio, del fosforo, del ferro e di altre sostanze minerali. Se si somministrasse ad ogni donna incinta una dieta appropriata sarebbe possibile ottenere i seguenti risultati:
Salvare la vita di molti bimbi prematuri e di gran parte di quelli che muoiono a breve distanza dal parto, oltre a ridurre notevolmente il numero dei nati morti.
Ridurre pericoli e complicazioni, sia durante la gravidanza, sia durante il parto.
Prevenire moltissimi casi di aborto spontaneo.
Evitare che molte migliaia di bambini nascano con vitalità ridotta o con malformazioni di cui risentiranno per tutta a vita.
Grazie a numerosi studi compiuti negli ospedali specializzati e in laboratori universitari, si sono apprese sempre più informazioni sul legame che sussiste tra nutrizione e gravidanza.
Uno dei primi studi che analizzò la relazione nutrizione - gravidanza fu condotto presso l'Ospedale Pennsylvania di Filadelfia. Fra le pazienti c'erano numerose donne gravide che soffrivano di stanchezza, di vomito mattutino, di elevata pressione sanguigna, di gonfiori ai piedi e alle caviglie, di eccessivo aumento di peso, di nervosismo e di cattivo funzionamento dei reni: tutti sintomi della condizione che prende il nome di tossiemia. Sospettando che essa fosse dovuta a una dieta inadatta, i medici cominciarono a prescrivere diete speciali. I risultati furono talmente straordinari che fu iniziato uno studio scientifico.
I medici confrontarono le cartelle cliniche di 593 gestanti, che seguivano istruzioni dietetiche particolari, con quelle di 772 gestanti che si erano nutrite liberamente. In quest'ultimo gruppo si riscontrò il 38 per cento in più di bimbi nati morti, il 15 per cento in più di bimbi morti nelle prime settimane, il 70 per cento in più di bimbi prematuri, e molti casi di tossiemia in più. Oggi questi dati sarebbero allarmanti, bisogna tenere conto che si tratta di uno dei primi studi di questo tipo e risale ad oltre 70 anni fa. E' grazie a studi come questo che oggi la qualità della salute nel periodo della gravidanza è notevolmente migliorata.
Analogo all studio precedente ve ne è un altro, risalente sempre a svariati anni fa, condotto presso la Scuola d'Igiene di Harvard. I medici constatarono che l'80 per cento dei bambini nati in condizioni precarie veniva da madri che si erano nutrite con diete particolarmente inadatte. Su 216 casi, con una sola eccezione, la madre aveva avuto una dieta inadatta in tutti i casi di bambini nati morti, o prematuri, o morti nei primi dalla nascita. Altri studi condotti su animali da laboratorio dimostrarono in modo decisivo che alle diete inadeguate erano associati casi di malformazione dei piedi, di gola lupina (una malformazione analogo al labbro leporino), di deformità ossea e di gran parte dei casi di cecità alla nascita.
Nel periodo della gravidanza la donna non deve "mangiare per due" come erroneamente suggerisce la credenza popolare; bensì deve scegliere quantitativamente e qualitativamente le sostanze alimentari adatte a sé e al bambino.
La sua dieta di base sarà perciò su per giù la stessa di ogni donna sana: minestra di verdure con pasta o riso, carne magra o pesce, formaggio, frutta, poco pane e possibilmente integrale. Questa dieta deve essere però integrata con due o tre bicchieri di latte al giorno per sopperire all'aumentato bisogno di calcio. Inoltre, è necessaria una porzione di pesce almeno una o due volte a settimana in modo da coprire il fabbisogno di iodio necessario allo sviluppo mentale del bambino; e siccome nella gravidanza un gran numero di donne soffre di anemia più o meno accentuata, dovuta a deficienza di ferro, è bene che la gestante si nutra anche con abbondanza di vegetali, di fegato o altri alimenti che ne contengano in quantità. La porzione di carne o di pesce può essere sostituita ogni tanto con un uovo e 50 grammi di formaggio. Un altro consiglio è quello di limitare al minimo il consumo di sale. Per quanto riguarda l'alcol un bicchiere di vino a pasto non è affatto nocivo, l'abuso è stato invece associato a gravi difetti di nascita sia negli Stati Uniti che in Europa.
E' buona norma evitare il consumo smodato di riso, patate, legumi secchi, gelati, dolci, frutta secca, caramelle, che potrebbero produrre un ingrassamento eccessivo, causa della facile stancabilità propria delle persone obese. Durante una gravidanza normale, il peso di una donna non dovrebbe mai aumentare di più del 20 per cento.
Per la maggior parte delle gestanti è necessario un composto plurivitaminico (contenente vitamina A, tiamina, riboflavina, acido nicotinico, acido assorbico e forse un piccolo quantitativo di vitamina D), la cui composizione sarà stabilita dal medico.
E' bene non fare pasti eccessivamente voluminosi, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza, per evitare difficoltà respiratorie. Meglio pasti piccoli e più frequenti.
Le gestanti che seguono questa dieta soffrono pochissimo di vomito mattutino, anche nei primi mesi, e sono quasi completamente esenti da stanchezza, nausee e altri disturbi.
Uno dei più notevoli risultati degli esperimenti compiuti all'Ospedale Pensylvania di Filadelfia è stata la riduzione proporzionale dei neonati molto grassi o molto piccoli. I bimbi di peso eccessivo provocano frequentemente parti difficili. Sicché, una dieta adeguata significa anche un minore travaglio per le donne incinta, un ritorno più rapido al suo pieno vigore, e un bimbo che nasce molto meglio preparato ad affrontare la vita.
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