Cistite: sintomi, rimedi e cause
- Sintomi della cistite
- Cause della cistite
- Esami e diagnosi: urinocoltura
- Cura e rimedi per la cistite
Un frequente bisogno di urinare può essere uno dei sintomi della cistite, una patologia urologica che provoca fastidio e bruciore durante la minzione (nello specifico si tratta di un'infiammazione del basso tratto urinario). Colpisce prevalentemente il sesso femminile e, in un lasso di tempo di 12 mesi, una percentuale compresa tra il 25 e il 30 per cento delle donne ha uno o più episodi di cistite. Globalmente, nel corso di tutta la vita, una donna su due contrae la malattia almeno una volta. Sono però diverse quelle che soffrono di cistite ricorrente (tre o più episodi nell'arco di un anno). Nella maggior parte dei casi non è pericolosa per la salute della donna, si possono però manifestare problemi seri se l'infezione non viene curata e si estende ai reni.
La cistite nell'uomo (cistite maschile) è molto meno frequente per via della diversa conformazione anatomica dell'uretra. Nelle donne è più corta, circa 5 cm contro i 16 degli uomini, di conseguenza è più facile che i batteri fecali possano contaminare la vescica passando dalla zona anale all'uretra.
La cistite in gravidanza è un eventualità tutt'altro che rara, questo perché durante il periodo della gestazione, una serie di modificazioni ormonali e fisiche possono predisporre alle infezioni urinarie. In seguito all'aumento del progesterone, diminuisce il tono dell'uretra e dell'uretere (un condotto che collega la pelvi renale con la vescica urinaria) con conseguente alterazione della normale peristalsi (la contrazione ordinata e coordinata della muscolatura liscia). Oltre a quanto già detto, durante la gravidanza nelle urine c'è una maggiore concentrazione di substrati nutritivi per i germi, un aspetto che contribuisce a favorire la cistite.
In una certa percentuale di donne in dolce attesa, compresa tra il 2 e l'8 per cento, è presente una batteriuria asintomatica. Si tratta di un'eventualità molto rischiosa perché, se non monitorate, ci possono essere delle complicazioni che nel 15-45 per cento dei casi possono portare ad una patologia infiammatoria nota come pielonefrite acuta. Le infezioni delle vie urinarie non devono essere mai sottovalutate ma, nel periodo della gravidanza, possono essere più rischiose. In questo caso il pericolo non riguarda infatti solo la donna ma anche il nascituro: maggiori probabilità di aborto, rottura anticipata delle membrane, incremento del rischio di parto pretermine, riduzione del peso del nascituro, ecc..
In circa l'80 per cento dei casi , questa particolare infiammazione della vescica è riconducibile al batterio Escherichia coli, in percentuale minore possono essere coinvolti però anche altri batteri quali: Klebsiella e Proteus. Questi micro organismi, in particolari condizioni, riescono a sopraffare le difese naturali dell'organismo dando origine all'infezione. Non di rado il problema tende a presentarsi sopratutto nel periodo autunnale e invernale quando, con il freddo, si abbassano le difese immunitarie. Non tutte le forme di cistite hanno però origine batterica, sebbene meno frequente, il problema può insorgere in seguito all'assunzione di farmaci o l'utilizzo di sostanze irritanti presenti ad esempio in prodotti per l'igiene intima o nei gel spermicidi. Alcune forme di cistite non batterica sono la cistite interstiziale e la cistite da radioterapia (nota anche come cistite attinica). Quest'ultima è un'infiammazione che si può manifestare in circa il 20 per cento dei pazienti sottoposti a radioterapia nell'area pelvica (terapia utilizzata per trattare diversi tumori: prostata, cervice, vescica e colon retto).
Riconoscere tempestivamente i sintomi di questa infezione è molto importante per curarla adeguatamente. Se non trattata, oltre a possibili complicazioni, può compromettere la qualità della vita andando ad interferire pesantemente sulle normali attività quotidiane. Vediamo quindi come affrontare il problema e prevenire eventuali recidive.
Sintomi della cistite
Anche se la sintomatologia della cistite può variare da persona a persona, è può manifestarsi con intensità diversa di caso in caso, uno dei stintomi più frequenti di cui ci si accorge immediatamente è il bruciore quando si fa la pipì (in alcuni casi anche durante lo stimolo). Un altro segnale tipico, nonostante non si producano grandi quantità di urina, è l'aumento della frequenza con la quale si va in bagno per urinare. Nelle forme più gravi e dolorose, diagnosticate come cistite emorragica, è possibile rilevare anche la presenza di sangue nelle urine (ematuria).
La patologia può però presentarsi anche senza i due stintomi più noti, bisogno di urinare frequentemente e bruciore, e manifestarsi semplicemente con un lieve innalzamento della temperatura corporea (febbriciattola) persistente.
In alcuni casi lo stimolo urgente e opprimente di urinare è associato anche a piccole perdite di pipì. Queste perdite sono generalmente diurne, raramente si verificano dei fenomeni di enuresi notturna.
Se si è soggetti a cistite ricorrente, ma in generale vale in tutti i casi, può essere importante imparare ad osservare i cambiamenti di colore e odore delle proprie urine in modo da riconoscere tempestivamente la presenza della patologia. Se è in corso un'infezione delle vie urinarie, con molta probabilità l'urina avrà un colore più torbido e generalmente ha un odore più forte.
Riportiamo, sinteticamente, i principali cambiamenti che si possono notare in presenza della cistite:
Sintomi della cistite | Incidenza |
Minzione frequente talvolta con poca urina | Abbastanza frequente |
Sensazione di non aver svuotato la vescica anche dopo essere andati in bagno | Abbastanza frequente |
Bruciore intimo e difficoltà a urinare | Abbastanza frequente |
Bruciore o dolore quando si urina | Abbastanza frequente |
Urina torbida e maleodorante | Abbastanza frequente |
Sangue nelle urine (ematuria) | Poco frequente |
Febbriciattola persistente | Poco frequente |
Brividi | Poco frequente |
Dolore pelvico | Abbastanza frequente |
Dolore al basso ventre | Abbastanza frequente |
I sintomi appena elencati possono essere tutti presenti o in parte, riconoscerli precocemente è molto importante perché, come spiegato in precedenza, se non si cura la cistite la sintomatologia può peggiorare e l'infezione può propagarsi anche ai reni. In questi casi, è molto probabile che la febbre salga oltre i 38° e il dolore al basso ventre e all'altezza dei reni raggiunga intensità elevate.
Cause della cistite
Nell'introduzione abbiamo spiegato che la maggior parte dei casi di cistite, circa l'80 per cento, è riconducibile ad un batterio di origine intestinale noto come Escherichia coli. L'infezione da parte di questo microrganismo è facilitata dalle caratteristiche anatomiche della donna, per la quale non si può fare niente, in gioco ci sono però anche altri fattori che potrebbero favorire l'insorgere della malattia.
Se l'ambiente vaginale e intestinale è in salute, il sistema immunitario è forte e la flora batterica è equilibrata, il nostro organismo riesce a contrastare buona parte delle infezioni. Indirettamente, lo stile di vita può quindi contribuire a causare la cistite. Inoltre, un'inadeguata igiene intima, una scarsa idratazione, l'utilizzo abituale di indumenti troppo stretti e/o capi intimi non in cotone, possono creare delle condizioni ideali per la proliferazione dei batteri.
Senza scendere troppo nei particolari, elenchiamo le principali cause della cistite e i fattori che possono favorirne l'insorgenza:
Utilizzo di bagni pubblici poco igienizzati.
Scarsa igiene personale: condizione che facilita la proliferazione batterica.
Uso di detergenti intimi troppo aggressivi.
Procedura scorretta quando si pulisce il sedere (Come pulirsi il sedere dopo aver defecato? Dopo la defecazione, per ridurre il rischio di possibili infezioni, bisogna utilizzare la carta igienica o le salviette con direzione dalla vagina verso l'ano, mai viceversa, cosi si evita che eventuali batteri contenuti nelle feci arrivino nell'uretra).
Stanchezza cronica, stress eccessivo e/o terapie antibiotiche: tutte situazioni che possono alterare la flora batterica.
Uso di contraccettivi ormonali: questi metodi anticoncezionali, in alcune donne, possono alterare la flora batterica vaginale favorendo la cistite.
Alterazione dei livelli ormonali durante il periodo della gravidanza: nei 9 mesi di gestazione c'è un aumento dei livelli di progesterone ed estrogeni, si tratta di un processo normale che ha però delle conseguenze anche sull'apparato urinario. A causa delle modificazioni della motilità della vescica, dell'uretra e del pH, le donne in gravidanza sono più esposte a piccole infezioni quali ad esempio la cistite.
Reflusso vescico-ureterale: si tratta di una malformazione dell'apparato urinario caratterizzata dal reflusso di urina dalla vescica all'uretere ed alla pelvi renale. Una condizione che generalmente provoca cistiti frequenti.
Esami e diagnosi: urinocoltura
Anche se nella maggior parte dei casi i sintomi sono sufficienti per fare una diagnosi della patologia, in alcune circostanze, per esempio nelle forme che durano a lungo o in quelle ricorrenti, è sicuramente consigliabile fare un esame delle urine con urinocoltura. Sono due esami di laboratorio che permettono di rilevare l'eventuale presenza di leucociti e batteri nelle urine. In caso di cistite recidivante potrebbe essere utile, in aggiunta, l'esame colturale eseguito su tampone vaginale.
Come raccogliere un campione di urina
Per evitare di falsare l'esito dell'esame, è importante raccogliere correttamente il campione di urina. Eliminato il primo getto bisognerà raccogliere l'urina intermedia, bisogna quindi iniziare la minzione al di fuori del contenitore, si raccoglie il campione e, nel caso, si continua al di fuori di esso. Le urine devono essere raccolte direttamente in un contenitore sterile, acquistabile in una qualsiasi farmacia, senza effettuare travasi con altri contenitori non sterili. Prima di far ciò si consiglia però di lavare le mani e di detergere accuratamente i genitali esterni pulendo dall'avanti all'indietro. L'operazione va eseguita allargando le grandi labbra in modo tale da eliminare eventuali batteri, presenti normalmente all'esterno, che potrebbero alterare il risultato dell'analisi. Il campione andrebbe portato il prima possibile in laboratorio, entro un'ora dalla raccolta, per evitare che eventuali batteri si moltiplichino eccessivamente andando a falsare il risultato.
Esame delle urine
La presenza di un elevato numero di leucociti (globuli bianchi superiori a 10.000/ml), la presenza di emazie (globuli rossi), la presenza elevata di batteri, la presenza di nitriti e l'aumento del pH sono tutti segni che indicano la cistite.
Urinocoltura
L'urinocoltura è un esame utile per individuare il numero di batteri presenti e il tipo di germe responsabile dell'infezione. Per migliorare l'accuratezza dei risultati è importante seguire le indicazioni date in precedenza: Come raccogliere un campione di urina.
Tampone vaginale
Il tampone vaginale non va fatto a casa ma si esegue direttamente presso il laboratorio di analisi. Il personale sanitario, con l'ausilio di due tamponi di cotone sterili, preleva le secrezioni vaginali da analizzare.
Se la sintomatologia è abbastanza chiara per effettuare una diagnosi di cistite, e gli esami di laboratorio confermano il sospetto, si inizia con la cura. Ci sono però dei casi dove l'anamnesi può essere dubbia e i referti di laboratorio risultano negativi. In questi casi bisogna procedere con una diagnosi differenziale prendendo in considerazione anche altre patologie per i sintomi riferiti. Un'altra malattia che presenta dei problemi a carico delle basse vie urinarie è la vaginite. Bisogna inoltre escludere una possibile infezione da trichomonas vaginalis, da funghi del genere candida e, anche se solitamente è meno frequente, da neisseria gonorrhoeae o da clamidia trachomatis.
Cura e rimedi per la cistite
In alcuni casi la cistite si risolve spontaneamente con un adeguato apporto di acqua, almeno 2 litri al giorno (con la minzione i germi vengono man mano eliminati). La guarigione può essere inoltre favorita attraverso delle lavande vaginali e con l'utilizzo di ovuli antibiotici. Quando la cistite dura per diversi giorni, e nei casi di recidive, non si può risolvere il problema con il fai da te ,ne tanto meno con i rimedi naturali.
Lo specialista potrà prescrivere una terapia antibiotica mirata in base ai risultati dell'antibiogramma. In questo modo si riesce ad intervenire in maniera selettiva perché grazie all'esame si può valutare se un batterio è sensibile ad un determinato antibiotico. Generalmente la cura dura una settimana o poco più, già dopo i primi giorni c'è però una remissione dei sintomi e si può avere un certo sollievo.
I farmaci migliori per trattare la cistite sono quelli che agiscono anche a livello intestinale e vaginale senza sviluppare resistenza batterica. Alcuni medicinali in commercio con queste caratteristiche sono: il Sulfametoxazolo Trimetoprim (Bactrim), la Nitrofurantoina (Neofuradantin) e i Fluorochinolonici (quali ad esempio la Ciprofloxacina).
In genere si tende a preferire i Fuorochinolonici, si tratta di una classe di farmaci che riescono a debellare in maniera molto efficace il serbatoio fecale di batteri Gram-negativi (collegati alla maggior parte dei casi di cistite) e prevengono eventuali recidive. La concentrazione a livello delle urine è abbastanza elevata e, per tale motivo, sono spesso appellati con il termine "disinfettanti urinari". Questi farmaci, oltre ad essere generalmente ben tollerati, agiscono efficacemente anche sulle pareti vaginali offrendo un ampio raggio d'azione contro diversi germi. La Nitrofurantoina e il Sulfametoxazolo Trimetoprim, anche se hanno un efficacia sovrapponibile ai Fuorochinolonici, sono spesso scelti in seconda bautta perché presentano più inconvenienti quali: minore tolleranza, maggiore rischio di resistenza batterica e minore concentrazione a livello urinario.
Rimedi per la cistite
Anche se i rimedi naturali non possono curare la cistite, non è detto che non possano essere comunque utili per contrastare il problema ed alleviare alcuni disturbi.
Adeguato apporto idrico giornaliero: quotidianamente bisognerebbe bere almeno 1,5 - 2 litri di acqua per favorire la diuresi. Non di rado, le persone con cistite tendono a bere di meno perché si ha paura del dolore che si prova durante la minzione, bere spesso è però molto importante per contrastare la proliferazione batterica e aiutare il corpo ad eliminare i microrganismi responsabili della cistite.
Consumo di fermenti lattici: l'assunzione giornaliera di fermenti lattici non solo aiuta a riequilibrare la flora batterica intestinale ma contribuisce anche a potenziare il sistema immunitario aumentando la probabilità di sconfiggere l'eventuale infezione. Tra tutti, se si vuole ridurre il rischio di cistite, bisognerebbe prediligere i Bifidobacterium Longum e il Lactobacillus Acidophilus DDS-1. Entrambi forniscono un valido supporto contro le infezioni da Escherichia Coli.
Dieta povera di zuccheri, alcol, cibi speziati o piccanti: si consiglia di evitare tutte quelle bevande e alimenti che potrebbero irritare le vie urinarie. Sono invece consigliati alimenti quali: frutta e verdura, cereali integrali e, in generale, tutti i cibi facili da digerire.
Consumo di mirtilli rossi: uno studio del 2002 ha dimostrato che i mirtilli rossi sono utili in caso di cistite. Tali frutti, noti anche come cranberry, oltre a contribuire nella prevenzione della cistite recidivante, possono essere efficaci anche in fase di cura quando l'infezione è causata da Escherichia Coli. Il frutto, utile anche se preso sotto forma di integratori, ostacola l'adesione del batterio sulle pareti della vescica.
Approfondimenti e Pubblicazioni Scientifiche relative alla Cistite
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