Ferro in gravidanza e allattamento
Durante il periodo della gravidanza bisognerebbe prestare particolare attenzione agli alimenti ricchi di ferro, nella dieta non dovrebbero mai mancare: carni magre, pesce, pollame, frutta secca e cereali arricchiti. Per aumentare la biodisponibilità del ferro la gestante dovrebbe mangiare carne nello stesso pasto dove sono presenti alimenti ricchi di vitamina C (nota anche come acido ascorbico), in questo modo l'assorbimento può aumentare anche di 2-3 volte. Spesso quando si pensa alla vitamina C ci si riferisce a frutti quali gli agrumi, l'acido ascorbico è però presente anche il altri alimenti quali ad esempio la rucola e i peperoni, cibi facilmente abbinabili a un piatto a base di carne.
Le linee guida europee suggeriscono una dose giornaliera di ferro intorno ai 14 mg, il fabbisogno può però variare a seconda del sesso, dell'età e di particolari condizioni fisiologiche. Durante la maternità aumenta la quantità di sangue in circolo nel corpo, di conseguenza aumenta anche la richiesta di ferro. In caso di allattamento e gravidanza si consiglia un apporto di 30 mg di ferro. Solitamente lo specialista prescrive tale supplementazione già alla prima visita ginecologica dopo il concepimento.
Considerando che una carenza di ferro in gravidanza può influire sullo sviluppo del sistema nervoso del bambino e incrementa il rischio di parto prematuro e nascita sottopeso, mentre una integrazione oculata è praticamente priva di rischi, nella maggior parte dei casi si consiglia una supplementazione che favorisca il deposito, tale riserva sarà utile sia per il periodo gravidico che per il post parto. Una suppelemtazione di ferro risulta inoltre particolarmente utile nei casi di gravidanze ravvicinate.
Sebbene durante il periodo dell'allattamento, in certe indagini, si è rilevato che non c'è un significativo aumento del fabbisogno rispetto alle donne in normale stato fisiologico, nel caso si stia pesando a una nuova gravidanza potrebbe essere opportuna la supplementazione.
Se si è vegetariane, l'integrazione di ferro deve essere controllata in base al tipo di dieta seguita (comprendente o meno uova e latte). In molti casi le diete vegetariane (non si parla di vegane) variate e controllate, con riferimento al ferro, possono essere equivalente ad un'alimentazione onnivora per un incremento dell'assorbimento favorito, presumibilmente, dall'acido citrico nel contesto di una dieta ricca di verdura e frutta. La ginecologa dovrà però preventivamente valutare, attraverso anche gli esami del sangue, lo stato marziale della madre. Sebbene il ferro potrebbe essere sufficiente, ci potrebbero essere altri deficit secondari che nelle vegetariane assolute (vegane) possono essere presenti (in primo luogo zinco, Vitamina D e Vitamina B12).
Cosa succede se si assume troppo ferro? Se si assumono dei quantitativi elevati di ferro ci può essere un problema di costipazione, mal di stomaco, dolori addominali, nausea, vomito e svenimenti, ci può inoltre essere una riduzione dell'assorbimento dello zinco. Dosi molto elevate, si parla di centinaia di grammi, possono anche causare compensi agli organi, coma, convulsioni e risultare fatali.
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