Calcificazione aorta e dieta
La calcificazione dell'aorta è una complicanza associata generalmente all'età, il consumo regolare di alimenti ricchi di potassio potrebbe però prevenire tale problema allontanando il rischio di malattie cardiovascolari quali infarti e ictus. Gli effetti sulla salute del sistema vascolare, derivanti dall'integrazione di questo minerale nella dieta, sono stati esaminati da un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Alabama di Birmingham (Usa). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista JCI Insight (Dietary potassium regulates vascular calcification and arterial stiffness - Doi: 10.1172/jci.insight.94920).
Yong Sun, prima autrice dello studio, evidenzia che in base ai dati raccolti, un consumo regolare di alimenti contenenti potassio (fagioli bianchi, spinaci, zucchine, banane, mandorle, ecc.) contribuirebbe a prevenire il rischio di calcificazione aortica e, più in generale, calcificazione vascolare. Si tratta di una patologia che porta all'indurimento delle pareti dei vasi sanguigni arrivando, nei casi più gravi, ad una struttura del tessuto simile a quella delle ossa.
Gli esperti spiegano che una carenza di potassio è correlata a diverse patologie quali diabete, aterosclerosi, malattie renali croniche, ecc.. Tutte malattie che hanno in comune alcune complicazioni vascolari come la calcificazione dei vasi sanguigni. Per valutare l'impatto del minerale sulla salute, i ricercatori hanno selezionato alcune cavie da laboratorio predisposte allo sviluppo dell'aterosclerosi. Successivamente sono state divise in tre gruppi, in base ai livelli di potassio forniti con la dieta: bassi (0,3 per cento), medi (0,7 per cento) e alti (2,1 per cento).
Dopo un periodo abbastanza lungo, durante il quale le cavie hanno continuato a seguire la dieta con differenti livelli di potassio, si è rilevato che i topolini che avevano un regime alimentare con un basso apporto del minerale, presentavano una maggiore calcificazione vascolare. Al contrario, quelli che hanno seguito una dieta ricca di potassio presentavano delle arterie, compresa l'aorta (la più grande e importante arteria del corpo umano), molto più flessibili.
Yabing Chen, coordinatrice dello studio, spiega che alla luce di questi dati può essere consigliabile consumare alimenti ricchi di potassio se si vogliono mantenere i vasi sanguigni flessibili e, di conseguenza, ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Anche chi presenta già una calcificazione dell'aorta potrebbe avere dei benefici, buoni livelli del minerale potrebbero infatti essere utile per non peggiorare ulteriormente la situazione.
Altri nutrienti si sono dimostrati importanti per la salute del cuore, uno studio di qualche anno fa (Vitamin K2 supplementation in haemodialysis patients: a randomized dose-finding study - Doi: 10.1093/ndt/gft464), coordinato da An S. De Vriese (della Divisione di Nefrologia e Malattie Infettive del St. Jan Hospital in Austria) e pubblicato su Nephrology Dialysis Transplantation, ha confermato che la vitamina K può avere un ruolo nella prevenzione della calcificazione vascolare.
Nel corso degli anni si è scoperto che i pazienti in emodialisi soffrono di una calcificazione vascolare accelerata, tali soggetti mostrano elevati livelli di forma inattiva della proteina Gla della matrice (Matrix Gla-Protein o MGP). Nello studio coordinato da An S. De Vriese si è scoperto che la vitamina K2, nella forma di menaquinone 7 (MK-7), potrebbe ridurre il processo di calcificazione in quanto contribuisce a rinvigorire la proteina Gla della matrice (MGP).
La proteina Gla della matrice (Matrix Gla-Protein o MGP) è uno dei più potenti inibitori di calcificazione vascolare, essa lega il calcio presente nelle pareti vascolari mediante un processo di carbossilazione trasportandolo al tessuto osseo. La vitamina K e la vitamina D operano in sinergia per aumentare la MGP, proteggendo le arterie sane dalla formazione di cristalli di calcio.
L'attivazione di MGP è quindi dipendente dalla vitamina K, nello specifico dalla vitamina K2. Questa variante può essere prodotta dai batteri presenti nell'intestino se si mangiano alimenti quali uova, formaggi, latte e yogurt intero. La menaquinone 7 (MK-7) si può però assumere anche già trasformata se si consumano dei cibi fermentati come i "formaggi fermentati".
A volte il problema potrebbe però risiedere non in una carenza alimentare ma nei farmaci che si assumono. Uno studio, pubblicato su Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology (Increased vascular calcification in patients receiving warfarin - Doi: 10.1161/ATVBAHA.114.304392), ha dimostrato che le donne che assumono il warfarin (un inibitore della vitamina K) presentano un incremento del 50 per cento della calcificazione delle arterie rispetto alle donne che non assumevano tale farmaco. Nel caso di uso prolungato del warfarin bisogna quindi considerare, tra i possibili effetti collaterali, un maggior rischio di calcificazione delle arterie.
Calcificazione vascolare
Dopo una radiografia al torace, nel referto potremo trovare dei riferimenti ad una calcificazione dell'aorta (es. grossolane calcificazioni vascolari aortiche) o, più in generale, calcificazioni vascolari. Cerchiamo quindi di capire di cosa si tratta.
L'irrigidimento dei vasi sanguigni è una complicazione che può essere collegata all'avanzare dell'età ma non solo. Tale condizione può infatti essere collegata anche a patologie quali: diabete di tipo 2, malattie renali croniche, ecc.. Grazie ai risultati di alcuni studi, tra cui quelli che abbiamo citato in precedenza, si stanno facendo dei passi in avanti nell'identificazione dei meccanismi che possono concorrere alla rigidità arteriosa, informazioni che potrebbero portare alla realizzazione di nuove terapie per migliorare questa condizione.
La calcificazione vascolare viene anche chiamata ossificazione dei vasi, si tratta di una condizione secondaria ad una alterazione della mineralizzazione, con una deposizione di sali di calcio-fosfato nelle pareti delle arterie, che porta progressivamente alla trasformazione dei vasi in un tessuto simile a quello osseo. Il processo può essere a carico della tonaca intima della parete del vaso, in questo caso prende il nome di aterosclerosi, o della tonaca media, condizione nota come sclerosi calcifica mediale di Mönckeberg.
Questa alterazione è attualmente il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Sebbene non sia stata trovata ancora una cura efficace, oggi si sa che l'invecchiamento cellulare ha un ruolo centrale in questo processo. Si è scoperto che la molecola HMGB1, quando sottratta dalla cellula, ne velocizza il processo di invecchiamento. In diversi modelli sperimentali, alcuni realizzati con la collaborazione della ricercatrice italiana Ileana Badi, si è rilevata una correlazione negativa tra i livelli di espressione di HMGB1 e la calcificazione vascolare.
In linea di massima, le calcificazioni aortiche di per sé non sono preoccupanti se non sono molto estese, sono però un indice della salute del sistema circolatorio e bisognerebbe quindi tenerlo sotto controllo. Se dopo una radiografia si rileva una calcificazione vascolare, il consiglio è quello di eseguire una visita da un chirurgo vascolare. Sarà lui a decidere se è opportuno condurre ulteriori approfondimenti o se è sufficiente ripetere una visita di controllo dopo un certo periodo.
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