Melanoma pelle: probabilità di recidiva
Dopo che si guarisce, la recidiva del tumore è uno degli aspetti che preoccupa maggiormente i pazienti oncologici, per quanto riguarda il melanoma della pelle una molecola presente in determinate cellule immunitarie svela se nei 5 anni successivi la neoplasia si potrebbe ripresentare. La scoperta è frutto di uno studio pilota, coordinato da Monica Rodolfo, condotto presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Research (Transcriptional Profiling of Melanoma Sentinel Nodes Identify Patients with Poor Outcome and Reveal an Association of CD30+ T Lymphocytes with Progression - doi: 10.1158 / 0008-5472 CAN-13-1672 - Gennaio 2014).
Monica Rodolfo, biologa dell'Unità di Immunoterapia dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, spiega che l'analisi del linfonodo sentinella (il primo linfonodo a essere raggiunto da eventuali metastasi a partenza dai tumori maligni) può aiutare a identificare i pazienti a maggior rischio di recidiva del melanoma. In base a quanto scoperto, il tipo di risposta immunitaria gioca quindi un ruolo determinante nel predire se il paziente sarà guarito completamente dopo l'intervento chirurgico o avrà una probabile successiva recidiva.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato dei campioni di tessuto prelevati dai linfonodi sentinella di 42 pazienti affetti da melanoma con differenti livelli di aggressività. Sono stati inoltre raccolti dei campioni di sangue di 25 pazienti con un melanoma di terzo e quarto grado (le forme più maligne) per poi compararli con dei campioni di donatori sani. Dopo aver analizzato tutti i dati raccolti, l'attenzione degli studiosi si è concentrata sulla molecola CD30. Una molecola espressa in particolar modo nei linfonodi sentinella dei pazienti con recidiva del tumore e in quelli con stadio della malattia avanzato.
Marco Pierotti, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, spiega che la molecola CD30 potrebbe diventare un nuovo bersaglio terapeutico per i pazienti con melanoma. Si potrebbe quindi mettere a punto un protocollo clinico utile per identificare quali pazienti, dopo l'intervento chirurgico, abbiano un elevato rischio di recidiva e necessitino quindi di ulteriori terapie e, al tempo stesso, evitare trattamenti inutili e tossici a quei pazienti guariti completamente dall'intervento chirurgico. Se si considera che attualmente esistono già in commercio dei farmaci che agiscono su questo marcatore CD30, questa nuova strategia terapeutica potrebbe essere sperimentata nei pazienti in temi relativamente brevi.
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