Emicrania, non un sintomo ma una vera malattia
L'emicrania, una particolare forma di mal di testa, disturbo chiamato anche cefalea, colpisce solitamente metà della testa e si manifesta con un forte dolore pulsante che limita il normale svolgimento di qualsiasi attività. Fino ad oggi l'emicrania era classificata solo come un sintomo ma, secondo nuovi studi condotti da alcuni ricercatori italiani, si tratterebbe invece di una vera e propria malattia.
Per la prima volta al mondo, in base ad alcune ricerche coordinate Lorenzo Pinessi, vice presidente della Società Italiana Studio Cefalee (SISC), e condotte presso il Centro Cefalee dell'Università di Torino, si è dimostrato che l'emicrania non può essere classificata come sintomo ma è a tutti gli effetti una malattia. Si è rilevato che questa particolare forma di cefalea provoca piccole riduzioni di sostanza grigia in alcune zone nel cervello coinvolte nella regolazione del dolore, inoltre, è stata dimostrata una relazione fra emicrania e l'obesità.
I risultati di questo studio, in via di pubblicazione sulla rivista scientifica Headache, sono stati presentati in anteprima in occasione della presentazione del Migraine Day 8, che si terrà il prossimo 18 novembre.
Per raggiungere questi risultati i ricercatori si sono avvalsi di un'innovativa tecnica di risonanza magnetica cerebrale che sfrutta una particolare analisi morfometrica (voxel-based-morphometry - vbm). Walter Valfré, collaboratore di Pinessi, spiega che si tratta di un'analisi matematico-statistica che per confronto è in grado di evidenziare anche piccolissime alterazioni della sostanza grigia o bianca cerebrale non percepibili ad occhio nudo con una risonanza magnetica tradizionale.
Il professor Pinessi ha spiegato che fino ad oggi si pensava erroneamente che l'emicrania non fosse una vera e propria malattia ma un disturbo disfunzionale legato, per esempio, a centri del dolore e/o alla dilatazione dei vasi celebrali. Quello che ha portato i ricercatori ad approfondire gli studi sull'emicrania, è stato quel 20 percento delle persone in cui la malattia diventava cronica.
L'emicrania si manifesta nel 10-15 per cento della popolazione; sono colpite più donne che uomini. Interessa un 2-4 per cento dei bambini, e generalmente inizia dopo la pubertà, per avere la massima incidenza tra i 35 e i 45 anni. L'emicrania, che come già accennato in precedenza è una particolare forma di mal di testa, è riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle più importanti cause di disabilità, purtroppo in Italia il problema non è adeguatamente affrontato dal SSN, una situazione che oltre a non risolvere il problema, incrementare il 'fai da te' con un conseguente incremento dell'uso dei farmaci da banco.
Tornando allo studio di Pinessi, l'esperto spiega che attraverso la risonanza magnetica si erano riscontrate nelle persone che soffrivano di emicrania delle piccole lesioni ischemiche cerebrali che però venivano erroneamente considerate come una conseguenza del mal di testa. Grazie agli sviluppi in campo tecnologico delle apparecchiature mediche, in particolare l'analisi morfometrica applicata ai dati della risonanza, i ricercatori italiani sono riusciti a dimostrare l'esistenza di piccole riduzioni di sostanza grigia non solo negli emicranici cronici, ma anche in coloro che hanno attacchi episodici. Anche se per ora non sono presenti delle cure appropriate, le nuove informazioni a disposizione della medicina consentiranno di individuare dei trattamenti farmacologici più efficaci di quelli utilizzati attualmente.
Lo staff di ricercatori che ha fatto luce sull'emicrania ha inoltre dimostrato un altro aspetto importante legato alla malattia, si è infatti riscontrato che esiste una stretta relazione tra emicrania e obesità. Secondo i dati raccolti, questa forma di cefalea, farebbe ingrassare circa il 30 per cento di chi ne è colpito. Il problema sarebbe legato a una forma di insuluno-resistenza che impedisce un corretto utilizzo del glucosio a livello cellulare, inoltre, anche molti farmaci assunti per combattere i forti mal di testa contribuirebbero a metter su qualche chilo.
Cefalea (mal di testa): emicrania
Le cefalee vengono divise in due gruppi: primarie (l'emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo) e secondarie, quando sono conseguenti ad altri fattori come traumi o sinusiti. L'emicrania è la forma più frequente di cefalea primaria, colpisce prevalentemente le donne con un rapporto di 5 a 1 rispetto agli uomini e interessa circa 7 - 8 milioni di italiani. Si tratta di una disfunzione neurovascolare cronica cerebrale, solitamente di tipo ereditario, è caratterizzata da attacchi di cefalea violenta e pulsante che in genere interessano soltanto un lato della testa.
Nel caso in cui la malattia non viene trattata adeguatamente, i disturbi possono durare da 3-4 ore fino a 3 giorni, in alcuni casi gli attacchi sono preceduti da fotofobia, lacune visive, ed associati a nausea-vomito.
Il professor Pinessi spiega che la prima cosa da fare è quella di accertare che si tratti realmente di cefalea primaria e che il dolore non sia conseguente a una patologia organica causata da una cefalea secondaria. Nella fase iniziale dell'analisi è molto utile l'anamnesi (la storia clinica del paziente) che aiuta a formulare una diagnosi abbastanza precisa. Successivamente bisognerà svolgere un corretto esame neurologico per valutare tutte le funzioni neurologiche e l'esame obiettivo medico generale che serviranno per confermare la diagnosi.
Articoli di medicina e salute correlati
- Un nuovo farmaco contro l'emicrania
- Emicrania con aura
- Emicrania e psicofarmaci !
- Mal di testa
- Emicrania e Cefalea : Lotta contro il mal di testa
- Mal di testa , un male comune
- Emicrania: si impara a gestirla da piccoli
- Mal di testa , nuove cure all'orizzonte
- Emicrania e agopuntura
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca