Aids, in arrivo nuovi farmaci e terapie
Negli ultimi anni i progressi compiuti nella lotta all'AIDS sono stati notevoli, anche se non si è trovata ancora una cura definitiva, importati traguardi si sono raggiunti in merito alla qualità e alle aspettative di vita dei pazienti. In questi giorni, dal congresso mondiale tenutosi a Toronto, sono stati divulgati i risultati di recenti studi che hanno permesso la realizzazione di nuove terapie farmacologiche e medicinali che aiuteranno i medici nella lotta all'AIDS.
I ricercatori hanno ottenuto ottimi risultati dalla sperimentazione di due nuove classi di farmaci che nei prossimi due anni potrebbero ricevere l'approvazione sia dalla Food and Drug Administration (FDA) americana che dall'Agenzia europea per il controllo sui farmaci (EMEA). Le buone notizie non arrivano però unicamente dalla realizzazione di nuovi farmaci, si sono individuate delle terapie alternative che consentiranno di sfruttare in modo più semplice ed efficace dei farmaci già disponibili da tempo.
Gli ultimi progressi nella lotta all'AIDS
In America la Food and Drug Administration (FDA) ha già approvato la pillola "Atripla", una compressa a somministrazione giornaliera contenente tre sostanze già disponibili sul mercato da tempo: tenofovir (Viread), emtricitabina (Emtriva), efavirenz (Sustiva). I ricercatori sono riusciti a sfruttare i farmaci più efficacemente grazie ad una combinazione innovativa che gli rende anche più sicuri per i pazienti. Il vantaggio principale di questa pillola è la riduzione dei farmaci da assumere durante il giorno, se prima il paziente doveva assumere più di una compressa per contenere l'infezione da HIV, grazie all'Atripla basterà l'assunzione di una sola compressa al dì. Per il momento non si sa ancora quanto questo farmaco potrà essere distribuito anche in Europa.
Un altro farmaco approvato di recente dalla FDA è il TMC 114 (Darunavir), questa molecola si è dimostrato efficace sui pazienti che hanno ceppi di HIV resistenti ai tradizionali IP, inoltre, i primi dati evidenziano un recupero notevole dei CD4+ su pazienti fortemente pre-trattati. Al momento i dati sulla tollerabilità non sembrano destare particolare preoccupazione.
Alcune informazioni sulla molecola TMC 114 (Darunavir)
La TMC114 è somministrata per via orale al dosaggio di 600/100 mg (TMC114/rtv) due volte al giorno boosterizzato con ritonavir: essendo le compresse di TMC114 da 300 mg e le capsule di ritonavir da 100 mg, il numero totale delle pillole giornaliere è 3 + 3.
Gli studi a 24 settimane su pazienti fortemente pre-trattati hanno mostrato un aumento di CD4 globalmente riassumibile tra i vari studi di 100 cells/mm3 (124 nel Power I). Pazienti fortemente pretrattati sono arrivati a livelli di carica virale al di sotto delle 50 cp/mL in percentuali oscillanti tra il 39% ed il 53%, a seconda degli studi, in confronto ai gruppi di controllo con un altro IP/r in cui le percentuali erano oscillanti tra il 7 ed il 18%. Seppur diverse le varie popolazioni di persone pre-trattate dei vari studi, si è notato uno straordinario successo immunologico, accompagnato da un buon successo virologico.
Discreta la tollerabilità. Anche se il farmaco, all'interno di un tradizionale schema HAART, risulta candidabile come regime di "anchor" da solo, in alcuni pazienti sono comunque migliori i successi raggiunti in associazione con T-20, dato che non sorprende (l'analisi per stabilire quali sono i pazienti che più beneficiano dell'associazione con T20 o un altro farmaco attivo, è attualmente in corso).
La molecola non presenta particolari precauzioni da adottare in merito alle interazioni con altri farmaci antiretrovirali.
Le notizie positive non arrivano però solo dai centri di ricerca americani, l'Europa ha creato la prima rete per la ricerca clinica sull'Aids, NEAT (The European AIDS Treatment Network). Il progetto, approvato dalla Commissione Europea, partirà ufficialmente da gennaio 2007. Il centro sarà coordinato dal direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), Stefano Vella, ex presidente della International AIDS Society (IAS).
Anche dal nostro paese arrivano importanti risultati per la lotta all'Aids, grazie allo studio "Basta" si è dimostrato che è possibile sospendere con buoni risultati la terapia anti Aids per alcuni periodi, l'importante è che si rispettino determinate condizioni. Le terapie per i pazienti che possono affrontare la sospensione vanno calibrati su misura, caso per caso, considerando un ampio insieme di fattori. Anche in questo caso uno dei vantaggi maggiori è legato al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Le ricerche relative al progetto "Basta" sono state coordinate da Franco Maggiolo, responsabile dell'Unità Operativa di Terapia Antivirale Ospedali Riuniti di Bergamo. Maggiolo spiega che perla prima volta in assoluto si è dimostrato che l'interruzione della terapia porta ad una diminuzione degli eventi clinici. Durante la ricerca si è evidenziata una riduzione statisticamente significativa di morti, tumori, casi di infarto del miocardio, epilessia e polmoniti.
La sperimentazione, durata cinque anni, ha coinvolto 76 pazienti. Del totale un piccolo gruppo è senza farmaci da quattro anni e gli altri, in media, da più di tre anni. Oltre ai benefici diretti sulla salute dei pazienti, questa particolare terapia presenta anche dei vantaggi indiretti relativi ad un risparmio del 50 per cento sui costi della terapia. Soltanto sui 76 pazienti trattati, si è calcolato in quattro anni un risparmio di 2 milioni di euro.
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