3 caffè al giorno per prevenire il tumore alla prostata
Quanti caffè al giorno si possono bere? 3 tazzine di caffè al giorno sono un numero ragionevole, un quantitativo che contribuisce anche a prevenire il tumore alla prostata. In base ai dati di uno studio, il consumo abituale di una tazzina per pasto può ridurre il rischio di carcinoma prostatico, una neoplasia che nel nostro Paese colpisce statisticamente circa un uomo su 8. Un'indagine di un gruppo di esperti del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con alcuni colleghi del l'Istituto Superiore di Sanità e l'IRCCS Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma, evidenzia che le persone che superano le tre tazzine al giorno, rispetto a chi ne assume due o meno, possono abbassare il rischio di ammalarsi di cancro della prostata anche del 53 per cento. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul'International Journal of Cancer (Reduction by coffee consumption of prostate cancer risk: Evidence from the Moli-sani cohort and cellular models - Doi: 10.1002/ijc.30720).
Il caffè è una delle bevande più studiate per i suoi effetti sulla salute, nel nostro Paese è molto amato e in alcune situazioni può essere lecito porsi degli interrogativi. Molte donne in dolce attesa si chiedono ad esempio se si possa bere caffè in gravidanza, altri pensano che possa fare male al fegato, quando in realtà il caffè protegge il fegato, la bevanda è stata inoltre scagionata da possibili effetti cancerogeni (per maggiori informazioni potete leggere: Caffè e tumori, nessuna correlazione neanche se è molto caldo). L'assunzione regolare di caffè sembra invece ridurre il rischio di numerose neoplasie:
- Bere caffè riduce il rischio di tumore al fegato
- Bere caffè riduce i rischi di tumore al seno
- Il caffè riduce il rischio di tumore al colon retto
- Caffè, malattie cardiovascolari e tumori
Gli effetti preventivi del caffè sul tumore alla prostata sono stati esaminati nel corso di uno studio che ha seguito 6.989 uomini, con un'età uguale o superiore a 50anni, per un periodo medio di 4,24 ± 1,35 anni. Durante questo periodo di follow up sono stati diagnosticati 100 nuovi casi di carcinoma prostatico.
George Pounis, primo autore dello studio e ricercatore presso Neuromed, spiega che diversi studi, sia americani che inglesi, avevano evidenziato un possibile effetto protettivo di questa bevanda, le informazioni erano però abbastanza vaghe e l'argomento era quindi oggetto di diversi dibattiti, anche perché alcuni risultati apparivano contraddittori. La ricerca nostrana è quindi molto importante perché evidenzia in maniera rilevante e chiara i benefici dell'italian style coffee e, più in generale, della caffeina.
L'analisi, durata mediamente quattro anni e condotta su quasi settemila uomini molisani coinvolti nello studio epidemiologico Moli-sani, ha messo a confronto i casi di tumore alla prostata che si sono verificati nel corso del tempo, con le abitudini relative al consumo di caffè. Dai dati è emerso che le persone che bevevano più di 3 tazzine di caffè al giorno presentavano una marcata riduzione, stimata intorno al 53 per cento, del rischio di carcinoma prostatico.
Successivamente i ricercatori hanno cercato una conferma di questa correlazione in laboratorio. Sono stati quindi testati alcuni estratti di caffè, sia con caffeina che decaffeinati, su cellule neoplastiche della prostata coltivate in vitro. Tra le varie sostanze, quelle contenenti caffeina si sono dimostrate più efficaci nel ridurre la proliferazione delle cellule cancerose e la loro capacità di metastatizzare, al contrario, quelle senza caffeina (decaffeinate) non sembravano influire su questi processi.
Licia Iacoviello, una delle aurici dello studio e capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale dell'IRCCS Neuromed, evidenzia che c'è un aspetto dello studio da non trascurare. Tutti gli uomini presi in considerazione sono del Molise e, di conseguenza, bevono un caffè preparato rigorosamente all'italiana (Italian style coffee). Si tratta di un caffè ottenuto con alta pressione, acqua a temperature molto elevate e senza l'utilizzo di alcun filtro. Questo metodo, ottenuto in ambito domestico mediante la Moka, è notevolmente diverso da quello seguito in altre parti del mondo. La preparazione è quindi un elemento da non sottovalutare, poiché potrebbe influire sul quantitativo di sostanze bioattive. Ulteriori indagini potrebbero essere importanti per valutare proprio questo aspetto della preparazione. Gli esperti spiegano infatti che i potenziali benefici di un alimento non dipendono solo dal cibo in se ma anche dal metodo di preparazione e/o cottura.
Tumore prostata: fattori di rischio e prevenzione
In base ai risultati dello studio italiano si può ridurre il rischio di tumore alla prostata bevendo più di 2 tazzine di caffè al giorno, la caffeina non è però l'unica arma che si ha a disposizione per prevenire la malattia. Attualmente non si conoscono esattamente le cause dietro al carcinoma prostatico, è noto però che all'origine di questo tumore c'è una mutazione del DNA di alcune cellule che porta a una proliferazione anomala delle stesse che, accumulandosi, portano alla formazione della neoplasia.
Il tumore alla prostata presenta alcuni fattori di rischio quali età, etnia, dieta particolarmente ricca di grassi saturi, obesità e familiarità (presenza in famiglia di altri casi). Difficilmente il cancro alla prostata si presenta sotto i 45 anni, mediamente la diagnosi avviene infatti intorno ai 65 anni. La familiarità è un altro elemento da tenere in considerazione per eventuali visite di controllo, le persone con familiari di primo grado affetti da questo tumore hanno infatti il doppio delle probabilità, rispetto a chi non presenta malati in famiglia, di essere a loro volta colpite da carcinoma prostatico. Più rischi ci sono anche per le persone obese e quelle che seguono una dieta particolarmente ricca di grassi saturi. Come per altre patologie, quali ad esempio il diabete, anche l'etnia può giocare un ruolo nell'incidenza della malattia, gli uomini con una pelle più scura sembrano infatti correre un rischio maggiore.
Per prevenire il tumore alla prostata si possono prendere alcuni accorgimenti alimentari, oltre ad includere il caffè nella dieta, bisognerebbe fare attenzione al del peso, se si è in sovrappeso o obesi è importante cercare di rientrare in un range di normopeso (BMI tra 18,5 e 25). Bisogna inoltre limitare il consumo di grassi con particolare attenzione verso i formaggi e le carni grasse di origine animale. Molto importante anche la diagnosi precoce, superati i 50anni, o prima se si è soggetti a rischio (persone con casi di tumore alla prostata in famiglia), è importante sottoporsi a una visita di controllo annuale. La diagnosi è abbastanza semplice, basta un esame del sangue per misurare il dosaggio del PSA, una sostanza che quando si presenta a livelli superiori al dovuto nel flusso sanguigno può indicare un carcinoma prostatico.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca