QI più basso in chi fa uso di cannabis
L'uso frequente di cannabis prima dei 18 anni provoca dei danni al cervello che implicano, mediamente, la perdita di 8 punti di QI (quoziente d'intelligenza) rispetto ai coetanei che non ne hanno fatto uso durante l'adolescenza. A fronte di limitati benefici in particolari situazioni cresce il numero degli studi che rimarcano quanto sia dannoso l'uso della marijuana. La cannabis è stata messa in relazione con un maggior rischio di osteoporosi, con effetti dannosi sulle gengive, con alterazioni del DNA e maggior rischi di tumori, ora uno studio condotto dai ricercatori della Duke University allunga la lista degli effetti negativi. I risultati sono stati pubblicati sui PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences - Persistent cannabis users show neuropsychological decline from childhood to midlife - doi: 10.1073/pnas.1206820109 - Agosto 2012).
Gli esperti hanno condotto uno studio su oltre mille individui, che hanno acetato volontariamente di sottoporsi ad una serie di analisi e test, nati fra il 1972 e il 1973 in Nuova Zelanda. L'intero campione è stato seguito dall'infanzia fino al compimento del 38esimo anno di età. Il gruppo di volontari era abbastanza eterogeneo: circa il 5 per cento faceva un uso frequente di marijuana prima dei 18 anni di età, altri hanno iniziato a fumare spinelli solo dopo i 20 anni mentre altri ancora non hanno mai fatto uso di cannabis. I dati raccolti hanno una valenza medica e statistica molto importante vista anche la durata dello studio. I ricercatori, guidati da Madeline Meier della Duke University (Durham - North Carolina), hanno verificato le capacità neurologiche dei volontari prima, durante e dopo aver cominciato ad utilizzare cannabis.
Secondo Madeline Meier, uno degli aspetti cruciali rilevati in questo studio riguarda l'età in cui si è iniziato ad usare sostanze stupefacenti e lo sviluppo del cervello. Stando ai dati raccolti il consumo di marijuana dopo i 18 anni di età non provoca alcun declino significativo, diversa è la situazione quando se ne fa uso nel periodo dell'adolescenza. I soggetti che hanno fatto uso di cannabis fin dall'adolescenza hanno ottenuto mediamente punteggi peggiori nella maggior parte dei test di intelligenza oltre ad avere maggiori problemi di attenzione e memoria.
Molti potrebbero pensare che 8 punti di QI in meno potrebbero essere trascurabili, gli esperti spiegano però che calare dalla media di 100 a 92 significa ritrovarsi dal 50esimo percentile di popolazione al 29mo percentile, una discesa di una certa entità. Per chi non lo sapesse i percentili dividono la distribuzione in cento parti uguali; dato un campione, il percentile ennesimo è il valore che separa il numero percentuale dei dati dal resto (es. il 50° percentile è la mediana). Trovasi quindi al 29mo percentile, relativamente al quoziente d'intelligenza, vorrebbe dire avere un QI più basso del 71 per cento della popolazione.
Secondo gli esperti i dati raccolti portano a riconsiderare anche l'uso di alcuni farmaci, e in generale tutte le sostanze psicoattive, negli adolescenti. L'età dello sviluppo è molto importante e un "danno" in questo periodo può compromettere definitivamente le capacità di comprensione e studio con ripercussioni nella vita adulta.
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