Pompelmo, menopausa e cancro al seno
Nelle donne in menopausa mangiare un quarto di pompelmo al giorno potrebbe incrementare del 30 per cento il rischio di sviluppare il cancro al seno. Questa è la conclusione di uno studio, pubblicati sul British Journal of Cancer (Luglio 2007), condotto da alcuni ricercatori dell'università della California del sud e dell'università delle Hawaii.
Ad un campione di circa 50 mila donne è stato chiesto di rispondere a un questionario grazie al quale i ricercatori hanno fatto un'anamnesi utile per valutare il quadro clinico delle pazienti, fra le varie domande c'erano anche quelle relative alle abitudini alimentari. Stando a quanto riferito dai ricercatori, il pompelmo sembrerebbe indiziato per via della sua capacità di aumentare i livelli di estrogeni, l'ormone femminile associato alle maggiori probabilità di contrarre il tumore della mammella.
Studi precedenti avevano già dimostrato che alcuni flavonoidi naturali presenti nel succo di pompelmo (narigenina, quercitina) erano in grado di inibire il CYP3A4 interferendo nel metabolismo degli estrogeni causando di conseguenza un aumento degli ormoni femminili.
Considerando che risulta ormai appurato che gli estrogeni sono un fattore di rischio, ci sono studi che hanno dimostrato un lieve aumento di rischio di cancro mammario dopo 10 anni o più dall'inizio della assunzione di estrogeni in post-menopausa, è plausibile temere che i pompelmi aumentino le possibilità di contrarre questo tipo di neoplasia.
I ricercatori evidenzia però che serviranno ulteriori studi e i dati ottenuti da questa ricerca legano il consumo del frutto, e non del succo di pompelmo, all'insorgenza del cancro al seno.
Pompelmo e interazione con i farmaci
Verso la fine degli anni ottanta è stato scoperto per caso che il succo di pompelmo interferiva con i farmaci. Durante un esperimento che aveva l'obiettivo di valutare l'effetto dell'alcol sulla Felodipina, era stato utilizzato del succo di pompelmo per mascherare il sapore dell'etanolo. Nonostante i dosaggi di Felodipina fossero quelli normalmente impiegati, sia l'azione sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca sia il rischio di ipotensione ortostatica risultarono molto più accentuati. In un esperimento successivo si dimostrò che l'assunzione di una dose di Felodipina con un bicchiere (200-250 ml) di succo di pompelmo poteva raddoppiare la concentrazione plasmatica al picco del farmaco con un effetto raddoppiato della risposta cardiovascolare (Lancet 1991;337:268).
Quanto dura l'effetto del succo di pompelmo ?
La diminuzione delle concentrazioni di CYP3A4 inizia a manifestarsi dopo circa 4 ore dall'ingestione di succo di pompelmo e si prolunga fino alle 24 ore. A causa di questa notevole durata, l'assunzione separata del farmaco e del succo non è in grado di prevenire l'interazione.
Per quanto riguarda l'iterazione del pompelmo con i farmaci nella maggior parte degli studi sono stati valutati gli effetti del succo, in un numero ristretto si è però anche esaminata l'assunzione del frutto. Si è riscontrato che anche gli spicchi frullati e un estratto della buccia causano un aumento della biodisponibilità della Felodipina. E' quindi probabile che interazioni analoghe a quelle indotte dal succo si presentino anche in seguito ad ingestione del frutto intero.
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