UniversONline.it

NUMERO 13 nella Smorfia Napoletana - Quale è il significato del numero 13 nella Smorfia Napoletana: Sant'Antonio (Sant'Antonio da Padova)

Continua
Universonline su Facebook

Cosa è associato al numero 13 nella Smorfia napoletana?

Sant'Antonio (Sant'Antonio da Padova) corrisponde al numero 13, associazione che può essere usata per animare il gioco della tombola o giocare al Lotto nel caso si voglia interpretare un sogno con la cabala.

Significato del numero 1: Sant'Antonio

Il numero 13, che succede il numero 12 (I soldati) e precede il numero 14 (L'ubriacone), è rappresentato da Sant'Antonio. Questo simbolo, nei sogni, può essere ricondotto ad un momento fortunato o evento miracoloso.

Analisi etimologica delle parole napoletane

Sant’Antonio, per l'esattezza sant’Antonio da Padova, è il santo predicatore portoghese, al secolo Fernando Bulhão (Lisbona, 15 agosto 1195 - †Padova, 13 giugno 1231). È stato un frate francescano ed è santo e dottore della Chiesa cattolica che gli tributa da secoli una fortissima devozione. Prima agostiniano a Coimbra (1210), poi (1220) francescano, viaggiò molto vivendo prima in Portogallo quindi in Italia; la sua ricorrenza liturgica cade appunto il 13 giugno donde il numero 13 assegnatogli nella smorfia.

Esiste però un altro sant’Antonio venerato nella tradizione della Chiesa cattolica ed è Sant'Antonio Abate chiamato anche Sant'Antonio il Grande, Sant'Antonio d'Egitto, Sant'Antonio del Fuoco, Sant'Antonio del Deserto o Sant'Antonio l'Anacoreta (251-† 356), eremita egiziano, che è considerato l'iniziatore del Monachesimo cristiano e il primo degli Abati in quanto a lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale abbà, si consacrano al servizio di Dio, ma dai napoletani che gli sono devotissimi, tale santo (la cui ricorrenza liturgica è fissata ai 17 di gennaio è chiamato sant’Antuono, appunto per distinguerlo dal santo Antonio predicatore portoghese.

Con il numero 13 si indicò un tempo anche il pesaturo (mortaio) ed il candeliere e/o la candela; il collegamento tra pesaturo (deverbale del tardo lat. pistare => pis(t)are) = mortaio ed il numero 13 è da cercarsi nel fatto che (con evidente quiproquò) si confusero il sant’Antonio da Padova con il sant’Antonio anacoreta, giacché il pesaturo (mortaio) era usato dai monaci del TAU, titolari d’una chiesa, un monastero ed un ospedale dedicati a sant’Antonio Abate, monaci che pestando nel mortaio il grasso di maiale vi ricavavano un linimento pomatoso per curare gli infermi affetti dal morbo Herpes zoster (détto fuoco sacro o di sant’Antonio); ugualmente insistendo nel medesimo quiproquò di confusione del sant’Antonio da Padova con il sant’Antonio anacoreta, si collegò il candeliere e/o la candela a costui quale santo protettore del fuoco, anche quello d’una candela o candeliere.

A proposito del numero 13 connotante il candeliere/candela, rammento un icastico modo di dire partenopeo che suona: Stà sempe ntridice/ntririce. Letteralmente: stare sempre in tredici .Id est: esser sempre presente, al centro, in vista, mostrarsi continuamente, partecipare ad ogni manifestazione, insomma far sempre mostra di sé alla stregua di un candeliere perennemente in mostra in mezzo ad un tavolo. Con l'espressione in esame a Napoli si è soliti apostrofare gli impenitenti presenzialisti. Etimologicamente ntridice/ntririce avv. di luogo = nel mezzo, al centro, in vista; è forgiato con un in => ’n illativo + tridice/tririce = tredici numerale dal lat. tredecim, comp. di trís "tre" e decem "dieci"; nella morfologia tririce da tridice è riscontrabile la rotacizzazione osco-mediterranea della d => r.

Note sul contributo all'etimologia della "lingua napoletana"

Correlazione del numero 13 con altre smorfie e cabale

Smorfia tradizionale (toscana):
Candeliere acceso
Smorfia romana:
Mortaio
Smorfia genovese:
Fiasco o Candele
La cabala del cappuccino:
Il quale fuor lo credo


Condividi questa pagina

Invia pagina

Seguici sui Social Network

Universonline su Facebook