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Nanotecnologie per i farmaci

Nanotecnologie per i farmaci

Grazie alle nanotecnologie sarà possibile trasportare i farmaci in una parte dell'organismo specifica evitando che questi interagiscano con organi non interessati dalla terapia medica.

Il prototipo del "nanocubo", un prodigio tecnologico delle dimensioni di qualche milionesimo di metro, è stato realizzato da David Gracias e dal suo team della Johns Hopkins University (Usa).

Per costruire il "nanocubo" si parte da una figura piana a forma di croce divisa in sei quadrati che costituiranno le facce del cubo. I lati delle face sono uniti fra loro da piccole ceramiche. La struttura, immersa in una soluzione, verrà riscaldata per un breve periodo. Per via del riscaldamento, le giunture si fonderanno leggermente dando origine a una tensione che disporrà le varie facce in un'angolazione di 90 gradi dando così forma alla figura geometrica del cubo. Successivamente, una volta raffreddato, le giunture consolideranno questa nuova forma.

Grazie a questa particolare tecnica che consente di chiudere in maniera automatica i "nanocubi", sarà possibile produrne grandi quantità con costi relativamente bassi e in breve tempo. Inoltre, considerando che tecniche simili vengono già adottate nel campo dei semiconduttori, passare dalla produzione di laboratorio a quella industriale non richiederà tempi molto lunghi.

Sulle facce del piccolo contenitore potranno essere praticati dei fori di dimensioni differenti, in questo modo si potrà avere un rilascio di medicine o di cellule in un punto ben preciso dell'organismo che a seconda delle terapie potranno variare per forma e volumi.

Il nanocubo è composto da metalli come nichel e rame, questa sua struttura permette di spostarlo dall'esterno attraverso un campo magnetico, inoltre può essere seguito attraverso la risonanza magnetica. In questo modo il piccolo contenitore può viaggiare all'interno del corpo umano fino a un punto ben preciso prima di rilasciare le medicine poste al suo interno.

Per evitare che l'organismo consideri il nanocubo un elemento tossico viene ricoperto da un sottile velo di oro, un metallo inerte e non tossico per il corpo. Se non venisse presa questa precauzione, l'organismo potrebbe produrre delle sostanze chimiche che distruggerebbero il contenitore e nei casi peggiori si potrebbero verificare reazioni pericolose per l'organismo umano.

Per il momento, si sta sperimentando con dei risultati molto soddisfacenti, l'uso del nanocubo in tubi che riproducono fedelmente le vene del corpo umano. Una futura evoluzione di questo prodigio della nanotecnologia sarà quello di implementare un sensore e un'antenna che consenta l'apertura e la chiusura dei piccoli fori sulle facce in modo tale da far fuoriuscire delle dosi ben definite.


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