Siringhe e penna per insulina: quale ago scegliere
Quali sono le siringhe migliori per le iniezioni di insulina? La scelta delle siringhe da insulina e dell'ago possono avere un ruolo cruciale nella terapia insulinica, se si sottovalutano questi elementi la cura del diabete potrebbe essere compromessa. Prima di vedere alcune procedure e tecniche per iniettare l'insulina, con e senza plica, diamo qualche informazione sugli strumenti attualmente disponibili.
Generalmente, a seconda dei casi, si consiglia di usare delle siringhe graduate da 30 UI, 40 UI, 50 UI o 80 UI, in alternativa si possono scegliere delle penne apposite con caratteristiche analoghe ma molto più pratiche. Oltre alla scala graduata con le unità, a volte, questi strumenti presentano anche una scala in ml. Alcuni diabetici potrebbero quindi chiedersi a quanti millilitri corrisponde un'unità. A livello puramente informativo possiamo dire che, per quanto riguarda il mercato italiano, la preparazione del farmaco contiene 100 unità di insulina per millilitro (UI/ml). Le siringhe da 1 ml possono quindi erogare fino a 100 unità di insulina, quelle da 0,5 ml fino a 50 unità, quelle da 0,4 ml fino a 40 unità e così via. Al lato pratico non bisognerebbe però ragionare mai con gli ml ma solo con le unità. Se quindi vi è la necessità di iniettare 10 unità, bisogna aspirare esattamente 10 unità, non ha senso, e potrebbe essere potenzialmente pericoloso, cercare di trovare la proporzione equivalente in millilitri.
In commercio si possono trovare delle siringhe monouso in materiale plastico o di vetro, queste ultime necessitano però della sterilizzazione e risultano essere poco pratiche (per questo motivo sono ormai in disuso). Un'altra variabile è data dall'ago che può essere asportabile o fisso, il secondo è da preferire perché riduce la probabilità che si stacchi durante l'iniezione. L'ago può inoltre avere diverse lunghezze, per le siringhe si può andare generalmente dagli 8 ai 12,7 millimetri, le misure più corte sono invece disponibili di solito per le penne per insulina (4, 5, 6 e 8 mm).
Si sa che gli aghi più corti permettono di ottenere una puntura meno dolorosa, quando si segue una terapia insulinica bisogna però tenere conto di tanti fattori quali: età, sesso, struttura fisica, ecc.. La scelta dello strumento più idoneo non può essere presa in autonomia dal paziente ma sarà il medico, in base alle esigenze specifiche di ciascun individuo, a consigliare quale siringa e quale ago adoperare.
La Società Italiana di Diabetologia (SID) rimarca la questione dell'appropriatezza della siringa e, in particolar modo, dell'ago. Generalmente si pensa al farmaco e raramente si prendono in considerazione gli strumenti utilizzati per l'infusione. Non si parla solo di dimensioni dell'ago ma anche della sua qualità. A parità di lunghezza non sono tutti uguali e quelli "low cost", scelti per questioni di budget sanitario, potrebbero compromettere la riuscita della cura. Gli esperti di diabetologia, nel corso di un congresso nazionale tenutosi a Rimini, hanno spiegato che gli aghi migliori sono quelli corti e sottili, con la punta affilata e ben lubrificati, che presentano un buon diametro interno (caratteristica che permette di ridurre la resistenza del passaggio farmaco durante l'infusione). Il diametro dell'ago è misurato in G (gauge), maggiore è il numero di G minore è il diametro e, di conseguenza, la dolorabilità. Come spiegato, bisognerebbe prediligere quegli aghi che, a parità di diametro esterno, presentano il lume interno più ampio.
Negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente l'uso degli iniettori a penna. Il successo di questi strumenti si deve principalmente alla praticità di utilizzo e alla discrezionalità offerta che non è paragonabile a quella delle classiche siringhe. A prescindere da questa innovazione in campo diabetologico, tutti dovrebbero però essere in grado di utilizzare anche la siringa in casi di emergenza (la penna potrebbe rompersi o incepparsi). Qualsiasi sia lo strumento che si sceglie, bisogna sempre ricordarsi che ad ogni iniezione bisogna cambiare la siringa (in caso di ago fisso) o l'ago. Se si riutilizza più volte aumenta infatti il rischio di traumi ai tessuti, la puntura è più dolorosa e aumenta la probabilità che si formino dei noduli lipodistrofici nei siti di iniezione.
Gli aghi utilizzati nelle penne per insulina, o quelli usati per iniettare gli analoghi del GLP-1 (glucagon-like peptide 1), come detto, non devono essere considerati come un accessorio secondario della terapia. Purtroppo, in diversi casi, non gli viene dato il giusto peso quando le aziende sanitarie fanno le gare d'appalto. In questo modo si rischia di fornire ai cittadini degli aghi a basso costo, prodotti all'estero e di scarsa qualità, che possono influire negativamente sulla cura anche quando si dispone del farmaco più innovativo. Gli esperti spiegano che nella maggior parte delle gare d'appalto non vengono citate le caratteristiche tecniche e, di conseguenza, non si sa esattamente cosa si sta acquistando.
Chiunque sia coinvolto nel processo dell'acquisto (privato cittadino, specialista che fa una prescrizione o responsabile della gara d'appalto), dovrebbe dare il giusto peso ai requisiti tecnici, alla luce degli studi clinici che analizzano le caratteristiche di ogni tipo di ago.
Un buon ago deve essere prima di tutto sterile e sicuro nell'uso, per questo è vivamente sconsigliato riutilizzarlo più volte, bisogna poi considerare la lunghezza (fondamentale per un assorbimento ottimale dell'insulina). Il farmaco deve essere iniettato nel sottocute, una lunghezza inappropriata potrebbe infondere l'insulina nel derma (iniezione intradermica) o nel muscolo (iniezione intramuscolare). In base a diversi studi, si ritiene che la lunghezza migliore sia di 4 mm. Questa dimensione garantisce un assorbimento ottimale dell'insulina, inoltre provoca meno ansia, disagio e dolore, caratteristiche che migliorano l'aderenza alla terapia.
Riassumendo, quando si sceglie, un ago deve avere le seguenti caratteristiche:
- lunghezza adeguata;
- buona affilatura dell'ago;
- lubrificazione della cannula;
- diametro esterno più sottile possibile;
- diametro interno largo.
Queste caratteristiche permettono di avere un prodotto che non fa male non solo quando si punge ma anche nella fase di estrazione. Il diametro interno non è da sottovalutare perché, se troppo piccolo, ostacola il flusso e, di conseguenza, bisognerà esercitare una forza maggiore sullo stantuffo o sul pulsante della penna. Oggi esistono nuove tecniche di produzione dette "a pareti sottili", bisognerebbe prediligere questi prodotti perché presentano un diametro esterno piccolo e un lume interno maggiore.
Non molto tempo fa la BD (Becton, Dickinson and Company), una nota società specializzata in tecnologie mediche, ha progettato un nuovo ago da 6mm per la somministrazione di insulina (BD Micro-Fine 6mm). Un prodotto che va a completare il ventaglio degli aghi per penna. I medici, gli operatori e le persone con diabete hanno quindi a disposizione quattro lunghezze fra cui scegliere: 4, 5, 6 e 8mm. Si tratta di aghi di buona qualità e affidabilità della gamma Micro-Fine, quindi con tutte le caratteristiche di cui ambiamo parlato in precedenza. Oltre alla BD ci sono comunque altre società che producono prodotti d'eccellenza: PIC, Roche, ecc..
Sebbene le lunghezze disponibili vanno generalmente da 4 a 12,7 mm (i più lunghi sono di solito pensati per le siringhe e non per le penne), da un'indagine pubblicata su Mayo Clinic Proceedings è emerso che la maggior parte delle persone si sta spostando verso le misure più corte, in particolar modo verso i 4mm. Una buona fetta, circa il 30 per cento, continua però ad utilizzare un ago da 6 mm. Proprio alla luce di questi dati la BD ha deciso di commercializzare l'ago BD Micro-Fine 6mm.
Gli aghi più corti non presentano solo dei vantaggi in termini di dolorabilità. Rispetto all'uso di aghi da 8 e 12,7 mm, i pazienti corrono un rischio minore di compiere inavvertitamente un'iniezione intramuscolare, eventualità che potrebbe causare ipoglicemia e variabilità glicemica.
Le attuali raccomandazioni suggeriscono di non usare aghi più lunghi di 8 mm neanche nell'adulto, questo perché lo spessore della cute è sostanzialmente costante a prescindere dall'area dove si fa l'iniezione, dall'etnia, dall'età, dal sesso e dall'indice di massa corporea. Non ci sono particolari differenze per quanto riguarda il regolare assorbimento dell'insulina se questa viene iniettata nel grasso sottocutaneo superficiale o più profondo. I risultati di diversi studi hanno evidenziato che lo spessore medio dell'epidermide e del derma è in tutti i pazienti di 2,02 mm, anche gli aghi più corti presenti in commercio garantiscono quindi una efficace e corretta iniezione nel tessuto sottocutaneo.
Come fare l'iniezione di insulina
In questa breve guida spieghiamo come va iniettata l'insulina mediante la procedura infermieristica dell'iniezione sottocutanea. Come accennato, è fondamentale che il farmaco arrivi nel tessuto adiposo sottocutaneo, e non nel muscolo, perché svolga correttamente la propria azione. Se inavvertitamente si esegue un'iniezione intramuscolare c'è il rischio che si verifichino gravi episodi di ipoglicemia.
Tecnica di iniezione
La scelta della lunghezza dell'ago, e della tecnica di iniezione, permette di evitare eventuali iniezioni intramuscolari accidentali. Si consiglia comunque di discuterne con il proprio medico ed evitare di prendere delle iniziative in autonomia. Generalmente, all'inizio della terapia con penna, si valuta se gli aghi più corti sono adatti per tenere sotto controllo il diabete.
Non tutti i pazienti sono uguali, per questo motivo una tecnica di iniezione può andare bene per alcuni ma non per altri. In ogni caso è bene rispettare alcuni parametri che, sopratutto nelle prime fasi, possono aiutare a trovare la procedura personale ottimale.
Esistono due tecniche di iniezione:
- iniezione con la plica
- iniezione senza plica
Per chi non lo sapesse, la plica è quella parte di pelle e adipe che si ottiene pizzicando con le dita le zone più cedevoli del nostro corpo. Per attuare la tecnica del pizzico, o plica, bisogna ottenere una piega cutanea pizzicando una parte di pelle tra pollice, indice e dito medio. Si sconsiglia di usare tutte le ditta perché aumenta il rischio di sollevare anche il muscolo e, di conseguenza, la probabilità di eseguire accidentalmente un'iniezione intramuscolare.
Durante l'operazione bisogna stare attenti a non pizzicare troppo in profondità, o in maniera eccessiva, così da sollevare solo la pelle e non il muscolo sottostante. La pressione esercitata deve essere tale da non provocare dolore o un eventuale "sbiancamento" della pelle (causato da un interruzione della circolazione sanguigna). L'area per l'iniezione deve essere morbida e sufficientemente grande da poterci infilare l'ago senza difficoltà. La plica deve essere mantenuta durante tutto il periodo di infusione del farmaco. Al termine dell'operazione si può rimuovere lentamente l'ago e, contemporaneamente, rilasciare la presa.
Nell'immagine sottostante possiamo osservare come deve essere una plica per la somministrazione sottocutanea di insulina.
Iniezione sottocutanea con la plica
Questa tecnica è consigliata se si deve iniettare l'insulina nei bambini piccoli, al di sotto dei 6 anni, e in caso di persone molto magre. È inoltre consigliabile in tutti quei casi dove si utilizza un ago con una lunghezza compresa tra i 6 mm e gli 8 mm. L'angolo dell'ago può essere sia a 45 che 90 gradi.
Iniezione sottocutanea senza plica
Quando si utilizzano aghi con una lunghezza compresa tra i 4 e i 6 mm si può effettuare l'iniezione senza plica. É importante ricordare che in caso di bambini gli aghi non devono mai essere più lunghi di 4 mm. In assenza di piega cutanea, l'ago deve essere tenuto in posizione verticale con un angolo di 90 gradi rispetto alla superficie della pelle. Questa tecnica potrebbe comunque essere inappropriata in alcuni bambini, negli individui adulti molto magri e nei casi in cui si effettua l'iniezione nella parte superiore del braccio.
Se si utilizzando degli aghi con una lunghezza compresa tra i 6 e gli 8 mm, si potrebbe comunque utilizzare la tecnica di iniezione senza plica tenendo però un'inclinazione di 45 gradi.
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