Affanno: quando preoccuparsi
- Dispnea: cause e sintomi
- Frequenza respiratoria normale
- Affanno durante la corsa
- Affanno da ansia
- Affanno in gravidanza
- Affanno notturno
Affanno e dispnea sono due termini utilizzati per indicare problemi respiratori, essendo sinonimi, possono essere adoperati entrambi quando si ha una difficoltà, temporanea o cronica, a respirare. Un respiro affannoso può essere graduale o improvviso, spesso viene percepito come una fastidiosa sensazione di non poter rifiatare (riprendere fiato), non si riesce quindi a respirare bene e si ha l'affanno.
Le cause di un respiro affannoso possono essere diverse e non sempre bisogna preoccuparsi. Quando la dispnea si manifesta in seguito ad uno sforzo, specie se non si è particolarmente allenati, nella maggior parte dei casi la mancanza di fiato è fisiologica. Può capitare, ad esempio, di essere in affanno nel salire le scale (difficoltà respiratoria accompagnata da un aumento dei battiti cardiaci al minuto), la causa è semplicemente una mancanza di allenamento. Se si soffre di fiato corto in assenza di sforzo, in presenza di sforzi moderati o quando si è a riposo, la dispnea è però patologica. Molto spesso, in circa l'85 per cento dei casi, il problema è riconducibile all'asma, una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da difficoltà respiratoria. Altre patologie che possono determinare una stato di affanno sono:
- AIDS
- Allergia alimentare
- Allergie respiratorie
- Anemia
- Aneurisma aortico
- Angina pectoris
- Botulismo
- Bronchite
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
- Cirrosi Epatica
- Coronaropatia
- Embolia polmonare
- Enfisema
- Ernia iatale
- Fibrosi Cistica
- Gozzo
- Infarto al miocardio
- Insufficienza cardiaca
- Insufficienza cardiaca congestizia
- Ipertrofia ventricolare
- Ischemia cardiaca
- Laringite
- Malattia polmonare interstiziale
- Pleurite
- Policitemia vera
- Polmonite
- Reflusso gastroesofageo
- Rinite
- Sepsi
- Sifilide
- Sinusite
- Stenosi laringo-tracheale
- Toxoplasmosi
- Tracheite
- Tumore del colon-retto
- Tumore del polmone
- Tumore della laringe
- Tumore della tiroide
Dietro a un affanno non ci sono però sempre delle cause organiche (malfunzionamenti strutturali o infiammazioni delle vie respiratorie), anche stati di stress, di ansia o di angoscia possono determinare difficoltà nella respirazione portando a una sensazione di mancanza di respiro. È comunque importante non trascurare un'eventuale dispnea perché, soprattetto in determinati casi, può essere un campanello d'allarme di una condizione piuttosto seria. Sopratutto se il sintomo appare improvvisamente, e senza un'apparente spiegazione, è consigliabile recarsi immediatamente al Pronto Soccorso. Fra i fattori di rischio delle dispnee troviamo: la vecchiaia, il tabagismo, l'iperlipidemia, l'ipertensione e il diabete.
La sensazione di mancanza di respiro è il tipico sintomo dell'affanno, molte persone riferiscono al medico di non riuscire a respirare a fondo e si sentono mancare l'aria. I soggetti con dispnea presentano un aumento della frequenza della respirazione, una condizione che può generare un generale stato di ansia e preoccupazione al punto che si possono avere delle difficoltà nel parlare. Nei casi più gravi si possono manifestare anche altri sintomi quali: pallore, cianosi (una colorazione bluastra della pelle), sonnolenza, fischi o sibili durante la respirazione.
Come spiegato, in caso di affanno senza un apparente causa è importante l'intervento del personale sanitario il prima possibile. Questo vale sopratutto se la dispnea è improvvisa e non scompare nel giro di qualche minuto. Il soggetto deve essere messo in una posizione tale che possa facilitargli la respirazione, di solito seduto con il busto leggermente piegato in avanti. I problemi respiratori non vanno mai sottovalutati, prendendo troppo tempo prima di chiamare i soccorsi, una dispnea potrebbe infatti peggiorare arrivando in tempi rapidi ad arresto respiratorio.
Quando un respiro affannoso deve preoccupare? Se la dispnea aumenta nel tempo, e si raggiungono i 40 o più respiri al minuto (un affanno tale da obbligare la persona a sedersi per respirare), bisogna prendere in considerazione l'intervento di un medico. Questa accortezza vale per tutti, ma particolare attenzione va prestata in caso di soggetti anziani, bambini (in questo caso il numero dei respiri al minuto considerato normale varia al variare dell'età), o in presenza di persone con problemi di natura cardiaca. Bisogna inoltre tener presente che la febbre e alcune patologie aumentano la frequenza respiratoria.
Mancanza di respiro: quando è consigliato l'intervento medico?
affanno improvviso che non si arresta
affanno in persone con problemi cardiaci
casi di dispnee sempre più prolungate o frequenti
il soggetto, in particolar modo se si tratta di un bambino o un anziano, è costretto a sedersi per riuscire a respirare
la dispnea si presenta in un neonato prematuro
respirazione accelerata, 40 o più respiri nell'arco di 1 minuto
I rimedi per la dispnea sono diversi e possono variare notevolmente se il tipo di affanno è persistente o transitorio. In caso di stress o ansia, ad esempio, può essere sufficiente bere un bicchiere di acqua, rilassarsi e stare a riposo per alcuni minuti. Se la mancanza di respiro ha un origine fisiologica o metabolica, per esempio un peso eccessivo, può invece essere utile prestare attenzione agli stili di vita seguendo un'alimentazione sana e praticando un'attività fisica regolare. In tutti gli altri casi, per esempio l'affanno collegato a asma o allergie, bisogna seguire la terapia prescritta dal proprio medico.
Frequenza respiratoria normale
Prima di vedere varie situazioni collegate a un respiro affannoso, diamo qualche informazione per capire quando una frequenza respiratoria si può considerare normale.
Tabella dei battiti cardiaci normali
Fascia di età | Frequenza respiratoria normale |
Da 0 a 6 mesi | tra 30 e 60 respiri/min |
Da 6 a 12mesi | tra 24 e 40 respiri/min |
Da 1 a 5 anni | tra 22 e 34 respiri/min |
Da 6 a 12 anni | tra 18 e 30 respiri/min |
Adolescenti | tra 12 e 24 respiri/min |
Adulti | tra 10 e 16 respiri/min |
Anziani | tra 10 e 16 respiri/min |
Come misurare la frequenza respiratoria? Il numero di atti respiratori (ciclo che comprende sia la fase di ispirazione che espirazione) nell'arco di un minuto rappresenta la frequenza respiratoria. Per misurare tale parametro il metodo più utilizzato prevede il posizionamento della mano sull'addome o sul torace, in questo modo si possono contare il numero di atti respiratori a seconda dei movimenti eseguiti.
Affanno durante la corsa
Correre fa bene a tutti e aiuta a prevenire le malattie cardiache. A dispetto di quanto si possa pensare, anche le persone con problemi di cuore possono avere grandi benefici dalla corsa a patto che tengano sotto controllo l'affanno eccessivo. La corsa non è controindicata neanche per quelle persone che in passato hanno avuto un infarto. Se però durante l'attività fisica c'è una dispnea eccessiva, significa che il cuore è in sofferenza. In questo caso potrebbe essere utile tenere sotto controllo anche la frequenza cardiaca monitorando il numero di battiti al minuto.
Uno sforzo fisico in una persona in buona salute, anche quando prolungato, può essere in ogni caso "benefico". Se però tale attività viene svolta da un individuo che presenta un certo rischio patologico, o è già affetto da patologia, è importante non strafare. La regola generale, che vale per tutti, è quella di allenare il cuore senza sottoporlo a sforzi esagerati. È quindi molto importante imparare ad ascoltare il proprio cuore così da non rischiare di superare il limite fisico che può sopportare.
Qualsiasi attività fisica è utile per la salute del cuore. Fare le scale invece di prendere l'ascensore o scegliere di andare a lavoro a piedi lasciando la macchina a casa, possono ad esempio essere dei piccoli accorgimenti che nel lungo periodo danno i loro frutti. Un'attività aerobica quale ad esempio una corsetta leggera, di almeno trenta minuti tre volte a settimana, può però contribuire a ridurre considerevolmente il rischio di infarto e recidive. In base ad uno studio scientifico, le persone colpite da inferto che corrono per almeno 30 minuti ogni due giorni presentano un rischio di ricadute ridotto del 50 per cento rispetto a chi ha una vita per lo più sedentaria.
Come accorgersi se si sta superando il limite per il proprio cuore? Il primo segnale a cui bisogna prestare attenzione è il battito cardiaco, un batticuore con un elevata frequenza (si sente quasi "il cuore in gola") può essere segno che si sta sovraccaricando troppo il muscolo cardiaco. Anche un eccessivo affanno, che impedisce di parlare senza sforzo, è un segnale importante che dovrebbe spingere a rallentare l'intensità dell'attività fisica. Parametri quali i chilometri percorsi o velocità raggiunta nella corsa non possono quindi essere utili per capire se si sta superando il limite del proprio cuore, l'elemento da prendere in considerazione è l'affanno. Una persona più allenata riuscirà ad esempio a correre più veloce, o percorrere più Km senza affanno, perché ha un cuore che riesce a pompare il sangue con maggiore efficienza.
Affanno da ansia
Ansia e attacchi di panico, a volte, possono lasciare letteralmente senza fiato. Alcune persone, trovandosi in situazioni molto cariche dal punto di vista emotivo, ad esempio quando devono parlare davanti a un pubblico, entrano nel panico e possono provare dei giramenti di testa, vertigine e mancanza d'aria. Tornando all'esempio precedente, anche se riescono a iniziare un discorso, piano piano, a causa della difficoltà respiratoria, la voce diminuisce fino a quasi a sparire.
Secondo alcune statistiche, sono in aumento i casi di dispnea ansiosa, un fenomeno che è collegato all'aumento delle persone affette da crisi di panico e stati d'ansia. In caso di affanno, bisogna comunque prima di tutto accertarne l'origine, come spiegato in precedenza dietro a una dispnea ci possono essere diverse patologie anche gravi. Una volta escluse tali cause, e confermato che la dispnea è di origine psicologica, si può agire per superarla lavorando sullo stato ansiogeno scatenante. In certi casi l'aiuto psicoterapico è sicuramente il più indicato e, prima ancora della conclusione della terapia, possono essere prescritti dei farmaci quali i benzodiazepine o inibitori della serotonina per prevenire gli stati di angoscia che si impadroniscono della mente e fanno entrare in uno stato di affanno.
Individuare uno stato di affanno da ansia è abbastanza semplice. Solitamente è lo stesso paziente che, in una situazione di lucidità, riconduce le ragioni della dispnea a motivazioni di tipo psicologico. Oltre all'ansia, la dispnea ansiosa può essere accompagnata da altri sintomi quali:
Batticuore (palpitazione o cardiopalmo): è probabilmente il sintomo che preoccupa maggiormente le persone perché associano l'evento a un problema di tipo cardiaco, in realtà è abbastanza frequente in caso di forte stato d'ansia.
Dolore: le persone con dispnea ansiosa, abbastanza frequentemente, riferiscono di provare dolore, o una sensazione di forte oppressione, a livello toracico.
Iperidrosi: un aumento della sudorazione, alle mani ma non solo, è un altro sintomo spesso presente in concomitanza alla dispnea ansiosa.
Affanno in gravidanza
Diverse donne in dolce attesa lamentano problemi respiratori, mancanza di fiato o affanno in gravidanza. In questo caso, all'origine della dispnea c'è un restringimento dei condotti respiratori. Come spiegato in precedenza, l'affanno può essere del tutto fisiologico in caso di attività fisica mediamente intensa, durante il periodo della gestazione si può però avere il fiato corto anche dopo aver svolto azioni che non richiedono uno sforzo fisico eccessivo.
Durante la gravidanza, la maggiore stanchezza fisica è del tutto fisiologica e la stanchezza in generale viene percepita con più facilità. Con il passare dei mesi il bambino aumenta di dimensioni e, di conseguenza, bisogna trasportare un peso maggiore. Le dimensioni della pancia non sono però l'unica causa dell'affanno, anche gli organi interni della donna si spostano e si "trasformano" interferendo a volte con il normale movimento del diaframma, un organo che svolge un ruolo importante nella respirazione. A sua volta anche il diaframma può esercitare una certa pressione sui polmoni limitandone l'espansione e, di conseguenza, la respirazione. Tutte questi elementi messi insieme possono spiegare il motivo di un affanno in gravidanza.
L'unico rimedio per la dispnea gravidica è il riposo. Evitare gli sforzi eccessivi potrebbe non essere sempre sufficiente perché, in alcuni casi, l'affanno può manifestarsi anche quando si svolgono azioni di poco conto. Quando si ha il fiato corto, può essere quindi utile fermarsi qualche istante per riprendere aria prima di rincominciare.
Per prevenire la dispnea in gravidanza, o ridurre l'eventuale mancanza di fiato, può essere utile svolgere un'attività moderata fin dalle prime settimane di gestazione. Meglio ancora se si inizia prima di rimanere incinta. Basta camminare 30 minuti al giorno per migliorare la salute generale e rendere il proprio cuore più efficiente.
Dispnea notturna
La dispnea notturna, nota anche come asma cardiaco, si manifesta con un'improvvisa difficoltà respiratoria nel corso della notte quando il soggetto rimane per un certo periodo in posizione coricata. Questo tipo di affanno è conseguente a un deficit nella capacità contrattile del muscolo cardiaco. Si tratta quindi di un'insufficienza cardiaca che interessa il ventricolo sinistro.
In alcune persone, quando sono sdraiate, c'è un aumento dell'afflusso di sangue al cuore, una situazione che costituisce una concausa che scompensa acutamente il precario compenso cardiaco. Si verifica inoltre un aumento del ristagno all'interno dei capillari polmonari determinando un aumento della pressione che rende più difficoltoso lo scambio dei gas respiratori (situazione che stimola i colpi di tosse). Tale situazione si può verificare, solo occasionalmente, anche durante il giorno.
Sintomi della dispnea notturna
- Affanno notturno
- Attacchi di tosse secca
- Sibili durante la respirazione
- Stati d'ansia
- Tachicardia
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