Battiti al minuto
I battiti cardiaci al minuto (bpm), ossia il numero di pulsazioni che il nostro cuore compie nell'arco di 60 secondi, rappresentano la frequenza cardiaca. Monitorare periodicamente i battiti è molto importante per essere sicuri di avere un cuore in salute. La frequenza cardiaca può essere misurata autonomamente in poco tempo e, anche se esistono diversi strumenti e applicazioni per cellulare che permettono di rilevare il dato, è consigliabile rivolgersi a un medico periodicamente, per avere dei risultati più accurati.
Prima di vedere come misurare la frequenza cardiaca, e conoscere quanti battiti al minuto siano un valore normale, apriamo una piccola parentesi per chiarire un punto che a volte genera confusione. Erroneamente, più spesso di quanto si possa pensare, anche se sono due cose molto diverse fra loro, la frequenza viene confusa con la pressione. Come accennato, la frequenza cardiaca è data dal numero di pulsazioni, o battiti, che il cuore esegue nell'arco di un minuto. A ogni contrazione del muscolo, il sangue viene spinto in circolo nell'apparato cardiocircolatorio e raggiunge tutte le parti del nostro copro. La pressione sanguigna rappresenta invece la pressione esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni (vene, arterie e capillari). Sebbene la misurazione della pressione e della frequenza siano ben distinte, i valori sono spesso restituiti dalla stessa strumentazione elettronica. Questo aspetto potrebbe essere uno dei motivi per i quali a volte si fa confusione anche se lo strumento riporta chiaramente i due parametri (separando pressione e battiti).
Come misurare la frequenza cardiaca: in cardiologia, il metodo più usato e accurato per la misurazione della frequenza è l'elettrocardiogramma. Il battito cardiaco può però essere misurato anche a casa senza dover ricorrere ad apparecchiature elettroniche. Esistono diverse tecniche ma, fra tutte, due sono le più diffuse. La più conosciuta, forse perché si vede abbastanza spesso in film e telefilm stile ER, consiste nel premere sul posto con una o due dita, in questo modo si possono rilevare le pulsazioni corrispondenti alle contrazioni del cuore. Il secondo metodo prevede invece il posizionamento del pollice e dell'indice della mano ai latti del collo, nell'area sottostante la mandibola, in corrispondenza dell'arteria carotide (uno dei più grandi tronchi arteriosi del nostro corpo).
Oltre alle due tecniche appena descritte, per monitore i battiti cardiaci a casa si possono acquistare dei cardiofrequenzimetri da polso, con o senza fascia toracica, degli sfigmomanometri che oltre alla pressione rilevino anche la frequenza cardiaca, o dei saturimetri a dito in grado di misurare la saturazione dell'ossigeno nelle arterie e la frequenza del battito. Oggi esistono anche delle applicazioni (android, apple e microsoft) per i battiti del cuore, alcune più affidabili di altre, che possono essere installate sul proprio cellulare. È bene però ricordare che, sebbene la misurazione della frequenza cardiaca in se sia relativamente semplice, è comunque sempre consigliabile rivolgersi a uno specialista per poter avere un quadro più accurato sulla salute del proprio cuore.
Quando si cercano informazioni sui battiti al minuto probabilmente si vuole sapere quale potrebbe essere un valore normale. Innanzitutto è bene evidenziare che la frequenza cardiaca non è sempre uguale e varia da individuo a individuo, questo accade perché in gioco ci sono diversi fattori che possono influire su tale dato: età, sesso, forma fisica e stato di salute. In campo medico ci sono degli intervalli di frequenza che possono essere considerati normali: dai 55/60 ai 72/76 battiti. In linea di massima, si può però considerare accettabile una frequenza, misurata a riposo, con un valore compreso tra i 50 e i 100 bpm.
Tabella dei battiti cardiaci normali
Fascia di età | Battito cardiaco / Frequenza cardiaca |
Neonati | da 80 a 180 bpm |
Bambini | da 70 a 110 bpm |
Adolescenti | da 70 a 120 bpm |
Adulti (donna) | 75 bpm (valore medio) |
Adulti (uomo) | 70 bpm (valore medio) |
Anziani | tra 70 e 90 bpm |
bpm = battiti per minuto
Al di sopra di questi valori si parla di tachicardia (battito cardiaco alto), un termine derivante dal greco tachys (veloce o rapido) e cardiá (cuore), mentre in caso di valori più bassi si parla di bradicardia (battito cardiaco basso), derivante sempre dal greco bradys (lento) e cardiá (cuore). Una condizione di bradicardia, quando il cuore batte più lentamente, non sempre è però conseguente ad una causa patologica. Gli atleti, per esempio, con l'allenamento tendono a diminuire le pulsazioni per migliorare le proprie prestazioni, condizione nota anche come cuore d'atleta. Approfondiremo questo argomento nell'ultima parte dell'articolo con i dati di uno studio relativo a bradicardia e sport: frequenza cardiaca e prestazioni sportive.
Quando si considera l'intervallo di normalità, bisogna poi tenere a mente che un calo della frequenza cardiaca in un anziano è un fenomeno che deve allarmare l'interessato. Rispetto ai giovani, un lieve aumento della frequenza non è infatti preoccupante mentre lo è un improvviso calo. Sopratutto in caso di familiarità, tutte le persone, e in particolar modo gli anziani, dovrebbero effettuare la misurazione della frequenza cardiaca direttamente dal medico. Può essere inoltre consigliata una visita cardiologica completa, con elettrocardiogramma, perché permette di avere una valutazione della situazione molto più affidabile.
Non tutte le persone con una frequenza cardiaca alta hanno un maggior rischio di subire danni al cuore, esistono infatti degli individui che pur avendo dei valori al di fuori dell'intervallo di normalità non corrono rischi. Si tratta di persone che hanno sempre avuto delle pulsazioni al di fuori del range, in tali casi non ci sono problemi di sorta e in campo medico vengono considerati come soggetti non a rischio. Sarebbe infatti inutile suggerire a questi individui delle terapie per abbassare i bpm solo perché, rispetto alla media, presentano un'alta frequenza cardiaca. Esistono comunque dei consigli anche per questi pazienti, si tratta lo più di suggerimenti sullo stile di vita (alimentazione e attività fisica).
Aritmie cardiache
Si parla di aritmia quando c'è un'alterazione del normale ritmo cardiaco, quando l'irregolarità riguarda un accelerazione del battito si rileva una tachiaritmia, se invece c'è un rallentamento della frequenza si tratta di una bradiaritmia. Ci possono essere molteplici cause dietro a un'aritmia, alcune del tutto normali e fisiologiche altre possono essere invece patologiche.
Le aritmie patologiche sono divise in due gruppi principali:
Bradiaritmie: aritmie dove il battito cardiaco è lento
- Blocchi atrio-ventricolari
- Disfunzioni della formazione dell'impulso
Tachiaritmie: aritmie dove il battito cardiaco è veloce
- Tachicardia Atriale
- Tachicardia da rientro atrio-ventricolare (WPW)
- Tachicardia da rientro nodale
- Tachicardia ventricolari
- Fibrillazione Atriale
- Flutter atriale
Dietro ad un repentino aumento del battito cardiaco ci possono essere diverse cause ed è importante individuarle il prima possibile, solo in questo modo si potrà intervenire prontamente sull'aritmia. La tachicardia, oltre a palpitazioni, può presentare altri sintomi come un intenso dolore al petto (angina pectoris). È quindi importante prestare attenzione al batticuore sopratutto in certe situazioni.
Altre aritmie
Il batticuore, noto anche come palpitazione o cardiopalmo, di per se non è una evento pericoloso e può essere considerato normale se è conseguente a uno sforzo fisico o una situazione di grande intensità emotiva. Può però diventare una situazione fisica preoccupante se si raggiungono frequenze molto elevate e si verifica in assenza di un apparente motivo.
In caso di una forte emozione i battiti al minuto possono arrivare anche a 120, tale situazione è però del tutto normale e non c'è da preoccuparsi. Se però la frequenza supera i 170 battiti, si potrebbe essere davanti a una situazione potenzialmente pericolosa perché il cuore raggiunge una velocità di contrazione che lo porta a non svolgere in maniera ottimale la sua funzione primaria (pompare il sangue in tutto il corpo). Il batticuore deve inoltre allarmare se si presenta in una situazione di riposo, non è infatti normale passare da 70 a 130 batti al minuto senza un apparente motivo, si tratta quindi di un aritmia che va segnalata urgentemente al proprio medico.
Le variazioni della frequenza del cuore interessano ogni età. Come spiegato, esse possono dipendere sia da una situazione di forte stress fisico che emozionale. Quando c'è una condizione di stress l'organismo reagisce aumentando la frequenza cardiaca con conseguente aumento della pressione arteriosa, in determinati casi si possono verificare anche delle extrasistoli (dei battiti cardiaci anticipati). Anche una situazione di sforzo fisico, per esempio quando si salgono le scale, provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Questo accade perché, per adeguare l'aumento del fabbisogno di sangue e ossigeno per i vari organi e muscoli, il cuore deve aumentare il flusso di sangue pompando con una frequenza maggiore. Da questo punto di vista, lo stress psichico è molto simile allo sforzo fisico.
Un bambino alle prese con un'interrogazione, o un giovane in un periodo di forte stress lavorativo, possono presentare un'alterazione della frequenza cardiaca. In questi casi non c'è però da preoccuparsi perché tali episodi, sebbene fastidiosi, non sono preoccupanti. Una visita cardiologica e un elettrocardiogramma potrebbero però essere utili per tranquillizzarsi.
Se lo ritiene necessario, oltre all'elettrocardiogramma di base, il medico può richiedere altri esami quali: elettrocardiogramma di lunga durata, ecocardiografia ed elettrocardiogramma sotto sforzo. Questo viene fatto perché la registrazione del battito cardiaco per pochi secondi, che si fa con l'elettrocardiogramma di base, potrebbe non evidenziare un'anomalia patologica.
Concludiamo questa parte dedicata alle aritmie cardiache con una piccola curiosità. In passato si pensava che le emozioni risiedessero nel cuore, poi la scienza dimostrò che risiedono nel cervello. Ancora oggi si usano pero dei modi di dire quali: sentirsi il cuore scoppiare dalla gioia o avere il cuore colmo di rabbia. Sentimenti quali paura, tristezza, gioia e collera vengono percepiti, in modo più o meno intenso, con delle palpitazioni incontrollabili.
La medicina moderna è riuscita a spiegare alcuni processi dietro a questo fenomeno. Quando siamo in presenza di una forte emozione, l'organismo aumenta la produzione di adrenalina, l'ormone dello stress, un fenomeno che genera una serie di reazioni a catena che incrementano il numero di contrazioni del cuore. Il cuore inizia quindi a battere più forte e più velocemente, il così detto batticuore, per aumentare la velocità del flusso sanguigno. Un tessera del puzzle che spiega questo fenomeno è stata scoperta anche da una ricercatrice italiana, Manuela Zaccolo. La scoperta è stata ritenuta talmente importante da permetterle una pubblicazione su una delle riviste più autorevoli al mondo, Science.
Quando c'è un aumento dell'adrenalina conseguente a una forte emozione, le cellule cardiache iniziano a produrre una molecola nota come Amp ciclico (cAMP), questa, a sua volta, genera una serie di reazioni che attivano le proteine contrattili responsabili dell'aumento della frequenza e della forza del battito cardiaco. Quando questa sollecitazione è eccessiva, le eventuali aritmie, e la tachicardia conseguente, vengono avvertite soggettivamente come palpitazioni.
Bradicardia e sport: frequenza cardiaca e prestazioni sportive
Un allenamento prolungato, e costante nel tempo, contribuisce a ridurre la frequenza cardiaca (bradicardia). Qualcuno potrà aver sentito parlare anche di cuore da atleta, un cuore che presenta una riduzione dei battiti al minuto, situazione che spesso si riscontra negli sportivi. Fino a non molto tempo fa si pensava che dietro a questo fenomeno ci fosse un aumento dell'attività del sistema nervoso parasimpatico. I risultati di uno studio (Exercise training reduces resting heart rate via downregulation of the funny channel HCN4 - Doi: 10.1038/ncomms4775), condotto dall'Università di Manchester in collaborazione con il Dipartimento di Bioscienze della Statale di Milano e pubblicato su Nature, dimostrano però che il cuore d'atleta è conseguente alla modificazione della cosiddetta corrente "funny", nota anche come corrente del "pacemaker".
La riduzione del numero di bpm, conseguenti all'allenamento, è generalmente benefica perché si tratta di un fenomeno associato a una maggiore efficienza contrattile del cuore. In pratica, il muscolo cardiaco raggiunge delle prestazioni migliori durante l'attività fisica. C'è però un rovescio della medaglia, gli sportivi che praticano attività fisica intensa per periodi lunghi possono sviluppare negli anni dei disturbi cardiaci come le aritmie.
Come spiegato in precedenza, il cuore di una persona normale ha una frequenza media stimata intorno ai 60-70 battiti/minuto, la frequenza del cuore di uno sportivo professionista, in particolar modo quando si praticano esercizi aerobici (es. corsa e ciclismo), può invece scendere fino a 30 bpm, valori che possono diminuire ulteriormente durante il sonno. Se da giovani la bradicardia può non essere un problema e offre dei vantaggi in ambito sportivo, superata una certa età può essere rischiosa. Non di rado, proprio per questo motivo, in molti atleti anziani vi è la necessità di impiantare un pacemaker per prevenire possibili problemi per la salute.
Grazie agli studi condotti da Dario DiFrancesco nel suo Laboratorio all'Università Statale di Milano, oggi si sa che la corrente "funny" controlla la generazione del ritmo cardiaco e la regolazione della sua frequenza. Nello studio pubblicato su Nature è stato dimostrato che la bradicardia è causata da una ridotta espressione dei canali ionici "funny" sulla membrana delle cellule pacemaker del cuore.
Lo studio condotto su un modello animale, dove sono stati analizzati dei topi allenati e sedentari, ha evidenziato che l'allenamento induce un vero e proprio "rimodellamento" del cuore, associato ad alterata espressione di molti canali ionici cardiaci, tra cui i componenti molecolari dei canali "funny", nelle cellule del nodo senoatriale. Questa alterazione indotta dall'allenamento sull'espressione della proteina canale e tale da giustificare la bradicardia del "cuore da atleta". Ora bisognerà condurre ulteriori ricerche e, se i dati saranno confermati, ci potrebbero essere importanti implicazioni soprattutto per la salute cardiovascolare degli sportivi agonisti e, in particolare, per gli atleti anziani.
Allenare il cuore, soprattutto per chi non fa sport a livello agonistico, è molto importante. Un'attività fisica svolta con costanza, basterebbe anche camminare tutti i giorni, è molto importante per mantenere il muscolo cardiaco in buona salute. Con un allenamento costante, giorno dopo giorno, il cuore impara a fare economia e diventa più efficiente nel pompare più sangue a ogni contrazione.
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