Tumore alla prostata: cani più precisi degli esami di laboratorio
La diagnosi di tumore alla prostata si può fare mediante la misurazione sierica del PSA, il fiuto dei cani sembrerebbe però essere più preciso dell'esame del sangue e delle urine. Osservando i dati di uno studio scientifico, condotto dal dottor Gianluigi Taverna con la collaborazione del Centro Militare Veterinario di Grosseto (CeMiVet) e il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa, un cane addestrato adeguatamente è in grado di diagnosticare, con una sensibilità del 98 per cento, la neoplasia prostatica semplicemente annusando le urine del paziente. I risultati dello studio, avviato nel 2012, sono stati presentati in occasione del ventunesimo Congresso nazionale dell'Associazione urologi italiani (Auro).
In alcuni casi si sta cercando di ricreare in laboratorio l'incredibile fiuto dei cani al fine di diagnosticare alcune neoplasie, possiamo pensare ad esempio al naso elettronico in fase di sperimentazione presso l'Istituto Europeo di Oncologia che punta a rilevare, analizzando semplicemente il respiro, il tumore del polmone in uno stadio iniziale. In altre situazione l'amico a quattro zampe non può però essere sostituito, i cani potrebbero quindi entrare nell'ambiente sanitario anche per scopi diversi da quelli della Pet Ttherapy.
Gianluigi Taverna, urologo e responsabile del Centro di Patologia Prostatica presso l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, spiega che l'urina dei pazienti con tumore alla prostata ha un odore particolare che può essere percepito dai cani che hanno ricevuto un addestramento specifico. L'accuratezza della diagnosi è molto elevata, una precisione che in alcuni casi supera anche quella dei test di laboratorio e della diagnosi strumentale.
La diagnosi precoce del tumore alla prostata non è semplice perché nello stadio iniziale non presenta sintomi evidenti, in alcuni casi la neoplasia prostatica è associata a dei disturbi nella minzione quali: riduzione della forza del getto urinario (mitto ipovalido), minzione prolungata con una sensazione di svuotamento della vescica incompleto, ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno (nicturia), urgenza minzionale (desiderio improvviso , urgente e spesso irrefrenabile di urinare). I sintomi appena elencati sono spesso presenti nei pazienti con un tumore alla prostata , essi non per forza sono però un campanello d'allarme per la neoplasia in quanto sono gli stessi presenti nei casi di ipertrofia prostatica, una patologia a carico della ghiandola prostatica la cui incidenza aumenta con l'avanzare dell'età (si va da un 5 - 10 per cento dei quarantenni all'80 per cento degli ultra settantenni). Sintomi più specifici sono invece sangue nelle urine (ematuria), coliche renali, dolori ossei diffusi e ritenzione acuta di urine, questi solitamente compaiono però in uno stadio più avanzato della malattia.
Il tasso di sopravvivenza dei malati di tumore alla prostata è molto buono, oggi circa il 90 per cento dei pazienti guarisce dalla malattia. Una diagnosi precoce mediante l'ausilio dei cani potrebbe però migliorare ulteriormente le aspettative di vita oltre che ridurre l'invasività del tipo di intervento al quale ci si deve sottoporre per eliminare la neoplasia.
Per valutare l'efficienza del fiuto dei cani Zoe e Liu, due pastori tedeschi che hanno ricevuto un addestramento specifico, sono stati coinvolti 902 volontari: alcuni con un cancro alla prostata in diversi stadi e altri, per avere un parametro di controllo, sani. Gianluigi Taverna evidenzia che i risultati sono stati addirittura superiori alle attese, annusando semplicemente alcuni millilitri di urina si è rilevata una sensibilità nella diagnosi superiore al 98 per cento e una specificità superiore al 96 per cento. Per chi non lo sapesse, la sensibilità di un test è la sua capacità di identificare correttamente le persone malate, la specificità indica invece la probabilità di identificare correttamente le persone sane (in termini di probabilità, la specificità è la probabilità che una persona sana risulti negativa al test). I dati sono quindi sorprendenti se si considera che l'accuratezza dell'antigene prostatico specifico associato al primo campionamento bioptico della prostata non supera il 35 per cento di accuratezza. Attualmente è in corso una seconda parte dello studio che dovrebbe concludersi entro il 2018.
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