Il rischio di celiachia dipende da un gene
La celiachia non è causata solo da fattori ambientali ma anche da determinati fattori genetici, ora si è scoperto perché solo alcuni di essi contribuiscono ad aumentano la probabilità di ammalarsi. Un gruppo di ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), coordinati da Carmen Gianfrani dell'Ibp-Cnr (Istituto di biochimica delle proteine) e Giovanna del Pozzo dell'Igb-Cnr (Istituto di genetica e biofisica), ha scoperto come mai solo determinati geni della regione cromosomica HLA sono collegati alla predisposizione di ammalarsi di celiachia, i risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Autoimmunity (HLA-DQ2.5 genes associated with celiac disease risk are preferentially expressed with respect to non-predisposing HLA genes: Implication for anti-gluten T cell response - doi: 10.1016/j.jaut.2016.03.016).
Come accennato, la celiachia non dipende esclusivamente dal glutine (un fattore ambientale) ma anche dalla presenza di particolari geni, del sistema HLA, codificanti gli eterodimeri DQ2 e DQ8 (HLA-DQ2 e HLA- DQ8). Sebbene non se ne comprendessero bene i motivi, si era osservato che la presenza di questi geni non sempre dava la certezza che il soggetto sviluppasse la celiachia e solo in un determinato numero di casi vi era una certa predisposizione a sviluppare la malattia. Il nuovi dati fanno luce su questo aspetto fino ad ora poco chiaro.
Giovanna Del Pozzospiega spiega che in circa il 95 per cento dei casi di celiachia sono presenti questi geni definiti di rischio o predisponenti. I geni DQA1*05 e DQB1*02, del locus HLA, codificano la molecola HLA-DQ2.5, quest'ultima, a sua volta, lega alcune sequenze peptidiche del glutine che l'organismo del celiaco riconosce come estraneo e, di conseguenza, si attivano le cellule del sistema immunitario (la celiachia è infatti una malattia autoimmune e non deve essere confusa con l'intolleranza al glutine).
Secondo quanto scoperto dai ricercatori del CNR non è importante solo il numero dei geni HLA ma anche la concentrazione di molecole di RNA prodotte da essi. Gli esperti spiegano che i due geni di rischio associati alla celiachia producono elevati livelli di RNA, di gran lunga superiori rispetto a quelli prodotti da geni HLA non associati alla malattia. I dati raccolti dimostrano che pazienti sia omozigoti sia eterozigoti, cioè in cui la variante, o allele di rischio, è presente su entrambi i cromosomi 6, o su uno soltanto, producono una quantità considerevole di molecole HLA in grado di presentare i peptidi del glutine tossici. Questo spiega perché la quantità di glutine introdotta con la dieta è centrale nel determinare la reazione infiammatoria a livello intestinale.
Carmen Gianfrani aggiunge inoltre che, in futuro, per stabilire l'entità della predisposizione alla celiachia non ci si baserà più esclusivamente sulla determinazione dei geni HLA di rischio ma sarà importante analizzare anche i livelli di espressione. I nuovi dati forniscono inoltre ulteriori informazioni che consentono di comprendere meglio i meccanismo molecolare alla base di altre patologie autoimmuni.
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