Rallentare la crescita del tumore con una molecola (NSC12)
Le aspettative di vita legate al tumore dipendono fondamentalmente da due fattori, la fase in cui viene diagnosticato e la velocità di progressione della neoplasia, per il primo aspetto è importante una diagnosi precoce mentre per il secondo potrebbe svolgere un ruolo cruciale una molecola identificata dalla sigla NSC12. Un gruppo di ricercatori, del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell'Università degli Studi di Brescia, ha identificato una molecola che potrebbe incrementare notevolmente le aspettative di vita dei pazienti colpiti da diverse forme di tumori in quanto ne rallenta la progressione. I risultati preliminari dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Cell (Long-Pentraxin 3 Derivative as a Small-Molecule FGF Trap for Cancer Therapy - Doi: 10 1016 / j ccell 2015 07 002 - Agosto 2015).
Questa nuova scoperta in campo oncologico è frutto di uno studio, finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca contro il cancro (Airc), coordinato da Marco Presta. Durante la sperimentazione si è osservato che la somministrazione orale della molecola rallentava la progressione di determinati tumori in alcuni animali di laboratorio.
Marco Presta spiega che la progressione di diversi tumori, come ad esempio quello polmonare o il cancro alla prostata, può dipendere ed essere regolata da una famiglia di fattori di crescita noti come FGF (Fibroblast Growth Factor), una famiglia di fattori di crescita coinvolti singolarmente nell'angiogenesi (lo viluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti). In particolari tumori la presenza di FGF contribuisce a stimolare la proliferazione delle cellule cancerogene e favorisce lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che accelerano la crescita della neoplasia e la diffusione delle metastasi (cellule maligne che si staccano dal tumore originario e si diffondono in altri organi dove possono riprodursi e generare nuovi tumori).
Uno studio iniziato diversi anni fa aveva permesso di individuare una proteina, denominata PTX3, coinvolta nei meccanismi naturali di difesa dell'organismo; una proteina in grado tra l'altro di inibire l'attività biologica di diversi FGF. Partendo da quei risultati si è successivamente dimostrato che la crescita e disseminazione metastatica di tumori umani FGF-dipendenti viene notevolmente ridotta quando vengono "impiantati" in animali di laboratorio geneticamente modificati in modo da produrre alti livelli della proteina PTX3.
Successivamente, grazie anche a dei modelli matematici, è stata identificata una piccola molecola derivata dalla struttura di PTX3 in grado di legare tutti i membri della famiglia degli FGF. Questa particolare molecola, nota come NSC12, con una semplice somministrazione orale si è dimostrata efficace nell'inibire la crescita di cellule tumorali umane e la loro capacità di generare cellule metastatiche polmonari e del fegato.
Se i risultati verranno confermati anche sull'uomo, questa scoperta potrebbe fornire un'arma in più contro la progressione neoplastica e la diffusione metastatica relativa a quei tumori umani la cui crescita è mediata dagli FGF.
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