Sintomi autismo bambini (il pianto)
Riconoscere i primi sintomi dell'autismo nei bambini non è facile, solitamente la prima vera diagnosi si riesce a farla verso i 3 anni e in alcuni casi i 2 anni. In base ai risultati di uno studio intrapreso da un gruppo di esperti dell'Istituto superiore di Sanità (Iss), il pianto del bambino potrebbe essere un punto di partenza per una diagnosi precoce dell'autismo. Il legame tra pianto e Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) è stato individuato nel corso del progetto NIDA - (Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello spettro Autistico), un progetto nel quale vengono seguiti nei primi 24 mesi di vita dei bambini ad alto rischio di DSA.
Maria Luisa Scattoni, coordinatrice del network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico presso l'ISS, spiega che nel progetto NIDA viene proposto un protocollo di sorveglianza e di valutazione del neuro sviluppo a bambini ad alto rischio di DSA. Attualmente l'indagine è condotta solo in alcune regioni: Lombardia, Toscana, Lazio e Sicilia. L' obiettivo del progetto è quello di monitorare lo sviluppo di bambini, con fratelli e sorelle con un DSA, al fine di individuare segnali precoci del disturbo e provvedere a una tempestiva presa in carico.
Riconoscere e diagnosticare precocemente l'autismo è una delle sfide ancora aperte per i ricercatori. Anche se per ora non c'è una cura, la diagnosi precoce permette di intraprendere una serie di azioni in grado di alleviare l'impatto del disturbo sul bambino e sulle famiglie. Al progetto NIDA collaborano sia enti pubblici che privati: l'IRCCS Fondazione Stella Maris, l'Istituto di Fisiologia Clinica (IFC), la fondazione "I bambini delle fate", ecc.
I risultati ottenuti fino ad ora, frutto di un'indagine che ha coinvolto fin dalla nascita bambini "a basso rischio" (fratellini nati a termine di bambini "normali") e bambini "ad alto rischio" (nati in famiglie in cui era già stato diagnosticato un altro caso di autismo), evidenziano che il pianto può essere un campanello d'allarme per la DSA. I ricercatori hanno confrontato il pianto dei bambini ad alto rischio con quelli a basso rischio e hanno successivamente isolato un marcatore che ha permesso di individuare nel primo gruppo, dopo poche settimane di vita, un piccolo predestinato a sviluppare la stessa malattia dei fratelli e altri sette con neuro sviluppo anomalo.
Il protocollo messo a punto in questo studio punta a una diagnosi non invasiva, gli stessi dati vengono raccolti senza arrecare particolari disagi al bambino. Con frequenza costante, fino al compimento del 36esimo mese, vengono effettuate delle registrazioni (audio e video) del pianto e della lallazione del bambino, dei movimenti spontanei e dell'attenzione verso gli stimoli sociali. Parallelamente, nell'arco del periodo di osservazione, vengono effettuate delle analisi di laboratorio su campioni di saliva e urina, dei bimbi e dei loro genitori, per l'identificazione di eventuali anomalie nel patrimonio genetico. L'obiettivo finale è quello di individuare indici motori, vocali e sociali, per identificare precocemente delle anomalie nei bambini con disturbi dello spettro autistico.
Autismo, sintomi già dai primi mesi
Analizzando i dati raccolti fino ad ora si è scoperto che già a 10 mesi si possono intravvedere alterazioni motorie che preludono a un neuro sviluppo anomalo. Altri sintomi che potrebbero mettere in allarme i genitori riguardano il comportamento con l'ambiente circostante: un bambino autistico (spesso ma non sempre) non sorride, non indica quando vuole richiedere qualcosa, non risponde al nome, non partecipa ai giochi di finzione e ha una lallazione diversa. E' bene precisare che non tutti i bambini autistici, come i bambini "normali", sono uguali, per questo motivo non è sempre facile fare una diagnosi generale senza valutare caso per caso. Se da una parte è vero che tendenzialmente i bambini autistici non sorridono, esistono dei casi di bambini con DSA che hanno anche il senso dell'umorismo, lo stesso vale per le interazioni sociali, alcuni si isolano mentre altri cercano di interagire (a volte in maniera "sbagliata") con gli altri bambini.
I bambini con DSA presentano una certa ipotonia: da sdraiati, se si prova a sollevarli per le braccia, rimangono più inerti. Molti di questi sintomi sono però difficilmente osservabili nei bambini più piccoli ed è qui che entrano in gioco i nuovi risultati, sono state rilevate alcune anomalie nei movimenti del neonato (osservate già a dieci giorni di vita) e il pianto dei bambini che sviluppano autismo risulta diverso da quello dei bambini con uno sviluppo normale.
I ricercatori evidenziano però che questa alterazione nel pianto del bambino non è riconoscibile a orecchio, la variazione può infatti essere rilevata solo grazie ad un software. Questi dati, se confermati da uno studio più ampio, potrebbero però essere utilizzati per mettere a punto un test standardizzato per la diagnosi precoce dell'autismo a livello nazionale (magari durante le visite di controllo dal pediatra).
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