Vaccini bambini, timore effetti collaterali
Ben 4 genitori su 10 hanno paura degli effetti collaterali dei vaccini per i bambini, timori che scaturiscono nella maggior parte dei casi per poca informazione o perché ci si affida a fonti non ufficiali. Fra i temuti effetti collaterali del vaccino c'è la febbre, possibili reazioni allergiche, convulsioni, ecc., in alcuni si teme addirittura che il vaccino possa favorire l'autismo, malattie autoimmuni, patologie neurologiche o perfino tumori. Alcuni effetti collaterali del vaccino, come ad esempio la febbre, sono reali e abbastanza frequenti, non per questo bisogna temere i vaccini; in questo caso, se dovesse superare i 38 gradi (se il bambino è sofferente anche dopo i 37,5 gradi), l'unico farmaco consigliato è il paracetamolo (tutti i medici informano comunque opportunamente i genitori prima e dopo la somministrazione del vaccino). I dati relativi ai timori degli effetti collaterali dei vaccini sono emersi nel corso di un'indagine, condotta dall'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidoss), per valutare l'atteggiamento di pediatri e famiglie nei confronti dei vaccini. I risultati del sondaggio sono stati presentati in anteprima in occasione del 1° Forum Internazionale dell'infanzia, dell'adolescenza e della famiglia (Napoli, 25 - 27 Settembre 2014).
Ben il 23 per cento dei genitori ha paura che gli effetti immediati dei vaccini possano essere rischiosi, c'è poi un 18 per cento che ha paura delle conseguenze a lungo termine, come l'autismo o malattie autoimmuni, e per questo preferisce, o preferirebbe, evitare i vaccini per i bambini. Molti genitori temono malattie come la meningite o l'epatite A, pochi però sanno che oggi esistono vaccini che potrebbero proteggere i propri figli da queste minacce.
Anche se la maggior parte delle famiglie si affida ai consigli dei pediatri, e circa il 90 per cento di loro raccomanda i vaccini, non tutti scelgono la via della prevenzione. Solo il 60 per cento fa fare ai figli il vaccino per morbillo, parotite e rosolia (vaccino MPR), circa il 50 per cento fa fare il vaccino contro lo pneumococco e meno di uno su tre sceglie anche il vaccino per il meningococco C (uno dei virus che causano la meningite). Ormai in diversi Paesi (come ad esempio il Regno Unito) si raccomanda la somministrazione del vaccino contro l'influenza anche ai più piccoli in età scolare, in Italia questo vaccino rimane però ancora uno dei più disattesi e viene scelto solo dal 10 per cento dei genitori.
Giuseppe Mele, presidente di Paidoss, spiega che molti genitori temono numerose malattie per i propri figli ma pochi sanno che esistono dei vaccini per prevenirle. Il 65 per cento dei genitori, ad esempio, conosce l'antinfluenzale, uno su due il vaccino per la varicella, uno su tre quello per HPV; ma appena il 20 per cento conosce l'anti-meningococco C e solo il 15 per cento il vaccino contro lo pneumococco. Nonostante il rapporto di evidente fiducia fra famiglie e medici, il ricorso alle vaccinazioni resta tuttavia scarso.
Gli esperti concludono evidenziando che l'indagine mostra che il 90 per cento dei genitori va su internet per trovare informazioni sui vaccini ma, nonostante ci sia un 70 per cento consapevole dell'esistenza di siti certificati e qualificati dove trovare notizie corrette, ci sono alcuni che si fanno spaventare dalle informazioni lette su siti anti-vaccinazioni che riferiscono di pericoli oggettivamente preoccupanti (si accusano i vaccini di provocare l'autismo, malattie autoimmuni, sclerosi multipla e altre patologie neurologiche) ma privi di prove scientifiche. Nonostante non ci siano prove reali e documentate, e anzi, è certo il beneficio delle vaccinazioni per sventare i ben più certi rischi derivanti dalle malattie che combattono, tuttora quattro genitori su dieci si fanno bloccare dalla paura.
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