Con parto cesareo più rischi di allergie
Meglio il parto cesareo o il parto naturale? In assenza di rischi per la madre e/o il nascituro è sempre meglio il parto naturale, il parto cesareo potrebbe inoltre aumentare le probabilità di sviluppare qualche forma di allergia nel bambino. Stando ai risultati di uno studio condotto presso l'Henry Ford Hospital, i bambini nati con un parto cesareo, oltre ad avere un maggior rischio di asma, hanno molte più probabilità, si è stimato un rischio superiore di cinque volte, di sviluppare qualche forma di allergia a partire dai due anni in poi. La ricerca è stata presentata in occasione del meeting annuale dell'American Academy of Allergy, Asthma and Immunology (San Antonio, Texas - The Impact of Caesarian Section On the Relationship Between Inhalent Allergen Exposure and Allergen-Specific IgE At Age 2 Years - Febbraio 2013).
Christine Cole Johnson, prima autrice dello studio, spiega che dall'analisi dei dati raccolti si è scoperto che i bambini nati con il cesareo, rispetto a quelli generati naturalmente, hanno molte più probabilità di sviluppare allergie, nel corso dei primi anni di vita, se esposti ad alti livelli di comuni fonti allergiche domestiche quali: acari della polvere, peli di gatto e di cane. La relazione tra cesareo e maggior rischio di allergia non è però nuova, già nel 2010 uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition aveva evidenziato questo possibile problema.
Le nuove conclusioni sono frutto di un'indagine, condotta in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, che ha coinvolto 1258 bambini nati tra il 2003 e il 2007. Tutti i neonati sono stati sottoposti ad una serie di controlli in quattro periodi diversi: ad un mese, a sei mesi, ad un anno e a due anni. I dati raccolti sono stai poi incrociati con altre informazioni relative alla storia delle allergie in famiglia, i risultati delle analisi del sangue del bambino e dei genitori, dei campioni della polvere delle case dove vivevano i piccoli, del latte materno e del cordone ombelicale prelevato durante la nascita.
Le mamme in attesa, quando vengono messe davanti a una possibile scelta tra parto naturale o cesareo, dovrebbero prendere in considerazione anche i dati di questo studio. Il ricorso al parto cesareo dovrebbe essere fatto in quei casi in cui non è possibile effettuare un parto per via vaginale oppure in quelli in cui il parto vaginale, pur essendo possibile, presenta rischi maggiori (per la madre o il nascituro) rispetto al parto cesareo. In Italia, negli ultimi anni, si è assistito a un continuo aumento dei casi di taglio cesareo: si è passati dall'11 per cento del 1980 al 38 per cento del 2008, valori che superano di molto la media europea. Questi dati non sono neanche giustificati da dei miglioramenti significativi degli esiti perinatali, addirittura nelle regioni dove la percentuale di tagli cesarei è più elevata la mortalità perinatale risulta essere più alta.
Come avviene in altri campi della medicina bisogna sempre valutare i pro e i contro di una particolare azione, in determinate situazioni un parto cesareo è la scelta migliore ma se non c'è la reale necessità è sempre meglio optare per un parto naturale, magari con epidurale se si ha molta paura del dolore. Alcune donne vorrebbero evitare il parto naturale perché hanno paura del dolore ma sottovalutano che con questa scelta si ha un recuperò più veloce e, complessivamente, si soffre di meno. Dopo il parto cesareo, appena comincia a svanire l'effetto dell'anestesia, la ferita chirurgica inizia a fare male e si è vincolati anche in piccole azioni (alzarsi dal letto o da una sedia, ridere, starnutire, tossire, ecc.). In seguito a un taglio cesareo, di solito, si ha un'autonomia molto limitata nei successivi 2-3 giorni, con un parto naturale si ha invece un recuperò molto più veloce.
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