Cordone ombelicale, cresce la donazione
Anche se la donazione del cordone ombelicale è in crescita, attualmente solo in 10 parti su 100 viene donato. La colpa non è però da attribuire solo alla disinformazione dei genitori, in molti casi mancano ancora delle strutture idonee per la conservazione del cordone ombelicale, o meglio, del sangue prelevato dal cordone ombelicale. I futuri genitori non potranno fare molto per la carenza delle strutture, in quel campo dovranno per forza intervenire le istituzioni, ma nelle città dove la raccolta del sangue del cordone ombelicale è già possibile è importante che le persone acquisiscano una certa sensibilizzazione verso questa opportunità.
La raccolta del sangue del cordone ombelicale, particolarmente ricco di cellule staminali, non è solo un atto generoso ma anche utile alla salute dei nostri figli per la possibilità di cura derivante dal loro impiego in gravi patologie ematopoietiche. Secondo gli esperti bisognerebbe triplicare le attuali donazioni del cordone ombelicale per avere una copertura ottimale che consentirebbe di trovare più facilmente dei donatori compatibili. Per sensibilizzare la popolazione due associazioni, la Adoces (Associazioni donatori cellule staminali) e la Fnco (Federazione nazionale collegi ostetriche), hanno promosso la prima campagna informativa nazionale per la donazione del sangue cordonale.
Purtroppo attualmente solo il 30 per cento delle donazioni risultano essere idonee per la conservazione e l'utilizzo, in una situazione ottimale le staminali potrebbero essere conservate per un periodo di circa 15 anni nelle biobanche. Le unità di sangue cordonale disponibili oggi nelle nostro paese sono circa 20 mila, queste sono conservate in 19 biobanche collegate con 260 centri di raccolta. In Italia le donazioni sono comunque in crescita, dal 2004 al 2008 hanno registrato un incremento anche se bisogna fare di più. Le unità rilasciate per trapianti di cellule staminali sono passate da 66 del 2004 (29 destinate a pazienti italiani, 37 inviate all'estero) a 140 nel 2008 (47 destinate a pazienti italiani, 93 inviati a centri trapianto esteri).
In conclusione gli esperti evidenziano che non basta migliorare l'informazione, è fondamentale aumentare i centri di raccolta. Per esempio la Sardegna ha attivato solo in questi mesi la prima banca pubblica per la crioconservazione, la struttura però non è attualmente attiva, bisognerà aspettare la fine dell'anno (2009). La biobanca, ospitata a Cagliari in un'ala dell'ospedale Binaghi, sarà gestita in collaborazione dall'Asl 8 del capoluogo sardo e dal Centro Trasfusionale dell'Ospedale Brotzu.
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