Neonato con sonno agitato: si alla stessa camera no al lettone
Neonato in camera da letto o in camera da solo? Sopratutto se si è alle prese con il primo figlio le domande sono molte, vediamo di dare alcune informazioni sul sonno del neonato. Stando alle raccomandazioni dei pediatri americani, il bambino dovrebbe dormire nella stessa camera dei genitori per almeno i primi sei mesi di vita, il consiglio è però quello di prolungare il periodo fino al compimento del primo anno. Avere il bambino nella camera da letto dei genitori è sicuramente la soluzione più pratica nel caso di allattamento al seno, questo non è però l'unico vantaggio, tenendo il piccolo vicino si riduce anche il rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante, un evento noto anche come SIDS (acronimo di Sudden Infant Death Syndrome). Questi e altri consigli dell'American academy of pediatrics (Aap) sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics (SIDS and Other Sleep-Related Infant Deaths: Updated 2016 Recommendations for a Safe Infant Sleeping Environment - Doi: 10.1542/peds.2016-2938).
Per ridurre il rischio di SIDS va bene quindi far dormire il neonato nella stessa camera (Co-sleeping) ma non si consiglia il Bed-sharing, la pratica di tenere il bambino nel lettone con mamma e papà. In alcuni articoli italiani potreste aver letto che il Co-sleeping è quando il bambino viene tenuto nel lettone, questa è solo una mal'interpretazione dall'inglese in quanto, come detto sopra, si tratta di Bed-sharing (condivisione del letto). Per attuare il Co-sleeping in tutta sicurezza il piccolo andrebbe messo in una culla vicino al lettone, magari se ne può scegliere un modello (più piccolo e con sbarre più basse) che rendono più agevole la fase dell'allattamento. Ci sono alcune situazioni dove è maggiormente sconsigliato far dormire il neonato da solo in quanto ci potrebbe essere un maggior rischio di SIDS, per esempio è bene tenere il piccolo in camera nel caso di sonno agitato, apnee nel sonno e russamento. Tenere il piccolo vicino può essere utile anche per rassicurarlo nel caso di un riflesso di moro.
Rachel Moon, prima autrice del rapporto, spiega che quando si è alle prese con il primo figlio spesso non si fa attenzione a molte pratiche che potrebbero sembrare scontate, il documento pubblicato su Pediatrics vuole quindi essere una guida utile per i neo genitori, ma non solo, su dove e come metterete il loro bimbo a dormire. Il neonato non dovrebbe mai dormire sul divano, su una poltrona o su una sedia imbottita, questo vale sia quando è da solo sia se vicino c'è una persona adulta, in seguito a diverse casistiche tali superfici risultano essere estremamente pericolose.
Fern Hauck, ricercatore di pediatria presso l'Università della Virginia e co-autore del rapporto, spiega che negli ultimi anni le morti improvvise dei lattanti sono diminuite ma, sopratutto negli Stati Uniti, rimangono una delle principali cause di morte infantile (ben 3500 bambini ogni anno). L'esperto evidenzia che la maggior parte delle morti improvvise legate al sonno si verificano quando il neonato dorme a pancia in giù, quando condivide il letto con i genitori e se viene messo a dormire su materassi o cuscini troppo morbidi.
Il miglior modo di prevenire la SIDS è quello di diminuire i fattori di rischio per la sindrome della morte improvvisa del lattante, alcuni dei consigli dati dagli esperti dell'American academy of pediatrics gli abbiamo già riportati in precedenti articoli, è però sempre bene ribadirli perché aiutano a tutelare la salute del bambino.
SIDS neonato e prevenzione dei fattori di rischio
Per prevenire la SIDS il primo consiglio è quello di far dormire il neonato sulla schiena all'interno della culla o della carrozzina, è sconsigliato farlo dormire su un fianco o sulla pancia.
Evitare l'esposizione del bambino al fumo passivo, bisogna fare inoltre particolare attenzione nei casi in cui il bambino risiede in case dove i genitori fanno uso di alcool e droghe. L'utilizzo di determinate sostanze altera la percezione delle persone e tali individui potrebbero schiacciare il neonato involontariamente soffocandolo.
Per ridurre i casi si SIDS è inoltre opportuno non riempire la culla di peluche e coperte, il lettino deve essere ridotto all'essenziale, sono quindi da evitare anche eventuali cuscini, paracolpi lungo tutte le pareti della culla e il materasso deve essere rigido (meglio evitare materassi soffici e biancheria da letto morbida). Tutte queste cose appena elencate potrebbero rendere difficoltosa la respirazione del bambino o causarne un eccessivo surriscaldamento. Sebbene il rischio di SIDS è più alto tra il primo e il quarto mese, la presenza di cuscini, paracolpi, coperte, ecc., innalzano il pericolo anche dopo questo periodo perché il piccolo inizia a muoversi di più e durante il sonno (sopratutto se ha un sonno agitato) potrebbe finire con la testa sotto a delle cose che gli ostacolano la respirazione.
In base alle statistiche, il Co-sleeping (la condivisione della camera da letto posizionando la culla nella stessa stanza dei genitori), permette di ridurre del 50 per cento il rischio di SIDS. Non è invece consigliato il Bed-sharing, la condivisione dello stesso letto, per i primi sei mesi di vita del neonato, alcuni esperti sconsigliano il Bed-sharing fino al compimento del primo anno d'età. Se vi state ponendo l'interrogativo di quando è il momento giusto per spostare il neonato nella sua cameretta, la risposta è dopo al compimento del primo anno, non prima se si vuole ridurre il rischio di SIDS.
Anche se molte persone non sono a favore del ciuccio, l'utilizzo almeno nelle ore del sonno ha dimostrare di ridurre notevolmente il rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante.
Secondo alcune evidenze scientifiche, se la mamma è sveglia ed è in condizioni di farlo, è molto importante stabilire un contatto, per almeno un'ora, tra la pelle della mamma e quella del neonato subito dopo il parto.
Di notevole importanza anche l'allattamento al seno, in base ad alcuni dati statistici questa pratica contribuisce a ridurre notevolmente il rischio di SIDS.
Riflesso di moro
Questo particolare riflesso prende il nome da Ernst Moro, il pediatra che per la prima volta scopri e descrisse tale comportamento neonatale. Il riflesso di moro è caratterizzato da una reazione di soprassalto accompagnata da un'improvvisa apertura delle braccia del neonato, solitamente si manifesta quando il piccolo viene appoggiato sulla schiena in modo rapido e un po' brusco, si può però presentare anche in seguito a un rumore improvviso.
Fasi del riflesso di moro: la prima reazione del neonato è un sobbalzo, successivamente allarga braccia e gambe estendendo inizialmente tutte le ditta e successivamente contraendole, nella maggior parte dei casi segue poi il pianto. Una particolarità di questa reazione è che essa è presente in tutti i neoanti tranne quelli con la Sindrome di Down (Trisomia 21).
Nella maggior parte dei casi il bambino viene rassicurato prendendolo in braccio o tenendogli dolcemente le braccine vicino al petto. Il riflesso di moro inizia a manifestarsi in certi casi già a partire dalla 28ª settimana di gestazione e perdura anche dopo la nascita fino al sesto mese di vita.
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